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Specialized S-Works Power Mirror la sella 3D

di - 08/06/2020

specialized s-works power mirror

Power Mirror è prima di tutto una sella corta

Continuano le novità in casa Specialized e queste toccano anche la categorie delle selle, segmento nel quale il marchio americano ha investito parecchio nelle ultime stagioni. Specialized è tra le prime aziende ad aver investito nelle selle corte per le bici all- around, non solo per le biciclette da cronometro. Arriva la nuova Specialized S Works Power Mirror.

s-works power mirror

L’evoluzione del modello Power

Specialized Bikes, not only bikes, ci verrebbe da dire ed è proprio così. Evolve il modello Power, espolorando, adottando e sviluppando una nuova e innovativa tecnologia, ovvero, quella della stampa 3D di polimeri liquidi. S-Works Power Mirror è disegnata con il concetto Body Geometry, fa parte della categoria delle selle corte ed è disponibile in due larghezze: 143 e 155 mm. Il materiale che va a sostituire la classica copertura e l’imbottitura è un polimero liquido, lavorato e stampato in 3D che assume una struttura a nido d’ape. Ben inteso che non è paragonabile ad un materasso ad acqua.

specialized s-works power mirror

Comfort, longevità e unicità della sella

Le caratteristiche del polimero sono una grande adattabilità alle ossa ischiatiche una grande capacità di ritorno alla forma originale quando il ciclista scende di sella, ripetibile nel tempo e quindi segno di estrema longevità. La scocca e il telaio (7×9 mm) sono full carbon, costruiti con fibra FACT. S-Works Power MIrror è disponibile nella colorazione nera ad un prezzo di listino di 399 euro.

a cura della redazione tecnica, foto Specialized Credit Michal Cerveny

specialized.com

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.