Domani, Giovedì 1 Luglio, i due ragazzi di Bergamo, Simone Bonzanni e Davide Regazzoni partiranno da Bergamo alla volta del Monte Rosa. In sella a due bici Trek fino ad Alagna e da qui fino alla cima della montagna, il tutto in assoluta autonomia, con un binomio tra bici e arrampicata. Un’avventura per festeggiare il proprio compleanno, ma con l’obiettivo di proporre un approccio alla montagna alternativo all’uso dell’automobile. Anche queste sono storie di biciclette.
Storie di biciclette e quel viaggio da raccontare
L’obiettivo dei due ragazzi bergamaschi è quello di raggiungere la vetta del Monte Rosa percorrendo la prima parte in bicicletta, per poi attaccare la cima di 4.634 metri arrampicando. Ma non finisce qui, perché Simone e Davide hanno programmato il rientro a Bergamo in bicicletta.
Un progetto in pieno stile “by fair means” ovvero senza l’ausilio di mezzi esterni come auto di supporto o utilizzo di impianti di risalita «perché per noi è importante sottolineare lo spirito ecosostenibile e a zero emissioni della nostra iniziativa» sottolinea Simone, che per l’occasione ha scelto l’hashtag #biketomountain a sottolineare il rapporto tra le due discipline e le due passioni.
La tabella di marcia e una dimostrazione di coraggio
Il punto di partenza sarà la sede di Trek Italia, domani mattina 1 Luglio alle prime luci dell’alba. L’azienda ha voluto sostenere l’impresa di Simone e Davide mettendo a disposizione due biciclette da strada modello Trek Émonda. Da Bergamo il duo pedalerà verso Alagna Valsesia, località della provincia di Vercelli situata ai piedi del versante meridionale del massiccio del Monte Rosa. Un totale di 185 chilometri con un tempo di percorrenza previsto di circa 8-9 ore. Potrebbe sembrare un andamento molto blando e tranquillo, ma va sottolineato che i due ragazzi dovranno portarsi uno zaino di circa 15 chili contenente tutto il necessario per affrontare la parte alpinistica del progetto, ovvero scarponi, piccozza e tutto il vestiario per affrontare l’alta quota.
Una volta giunti ad Alagna, a quota 1.191 metri, Simone e Davide effettueranno il cambio assetto. Lasciate le bici e calzati gli scarponi affronteranno il tratto a piedi che coincide con il tracciato della famosa gara di skymarathon Alagna-Monte Rosa.
Prima tappa della ascesa sarà il Rifugio Gniffetti, a quota 3.647 metri (5-6 ore di cammino), dove dopo qualche ora di riposo per ricaricare le energie partiranno per l’attacco alla vetta. Il Monte Rosa, con i suoi 4.634 metri, è la seconda montagna più alta del nostro Paese e nel loro cammino per raggiungere la cima, Simone e Davide passeranno per il Rifugio Capanna Margherita, il rifugio più alto d’Europa situato sulla Punta Gniffetti a quota 4.556 metri.
Una volta arrivati, dopo altre 3 ore di cammino, cominceranno la discesa verso Alagna, prevista in circa 5 ore e dove, dopo 35 chilometri e 3.500 metri di dislivello positivo, ritorneranno in sella alle loro bici per fare ritorno a Bergamo.
La passione per le sfide e la mission
Simone, chimico originario di Madone, e Davide, ingegnere elettronico di Mozzo, sono atleti amatori di buon livello con esperienze diverse. Il primo è un ciclista con la passione per l’everesting (ovvero pedalare in un giorno più volte su una salita fino a raggiungere il dislivello di 8.849 metri, pari all’altezza dell’Everest), mentre il secondo è un trail runner con l’attrazione per lo scialpinismo.
«Ci siamo conosciuti ad un corso di alpinismo, e stare in cordata insieme ci ha fatti diventare amici e compagni di molte avventure – prosegue Simone – e oltre essere conterranei, ci lega un filo comune: la passione per la montagna, in tutte le sue forme».
Ed è proprio da qui che è nata in Simone e Davide l’idea di una “eco” sfida in grado di unire le proprie passioni. Non solo sport, adrenalina, preparazione fisica. Il progetto vuole essere veicolo di un messaggio molto importante: «La montagna sta vivendo una vera e propria riscoperta: dopo il lockdown sempre più persone frequentano le alte quote per passare momenti di svago, ma è importante tutelare questo ambiente così delicato – aggiunge Davide – e con la nostra impresa vogliamo lanciare un messaggio per ricordare che si può raggiungere la montagna anche in modo alternativo, senza necessariamente usare la macchina».
Un approccio alla montagna come agli inizi del secolo scorso. Una provocazione?
«In parte sì, perché anche noi siamo automobilisti, ma lo vogliamo essere in modo consapevole- aggiunge Simone – la tutela dell’ambiente montano è fondamentale in quanto è un ecosistema delicato che soffre molto più degli altri gli effetti del riscaldamento climatico».
Chapeau e bravi! Storie di biciclette, una frase che prende forma anche grazie a queste imprese che non conoscono tempo ed epoca.
a cura della redazione tecnica, immagini courtesy Trek.