Le tacchette fanno parte di quella categoria definita “gioia e dolori” per il ciclista. Non solo per l’amatore, ma anche per il corridore professionista rappresenta un argomento di costante discussione. Con il fondamentale contributo di Alessandro Gallizia, biomeccanico e preparatore, appassionato e praticante, cerchiamo di entrare nel dettaglio, evidenziando anche alcune problematiche che si possono verificare.
Perché le tacchette devono essere nel punto giusto
Quando ci si mette in sella, il posizionamento delle tacchette alla suola è uno dei passaggi più importanti, anzi fondamentale. In fase di valutazione biomeccanica, la regolazione dei cleats può non essere il primo passaggio, ma queste dipende anche dalla metodologia lavorativa adottata dal biomeccanico.
La regolazione, il giusto posizionamento e la corretta angolazione, fanno parte di un sistema al quale dedicare moltissima attenzione. Dobbiamo imparare a pensare alla bicicletta come ad un insieme di ingranaggi connessi tra loro: ognuno di questi deve funzionare al meglio e se uno si blocca, anche gli altri possono fermarsi. La regolazione delle tacchette, si può impiegare anche un’ora per analizzare correttamente ogni singolo aspetto.
E’ uno dei punti di appoggio
Parliamo di uno dei 3 punti di appoggio/contatto (volendo essere precisi sono 6+1, ma questo è un discorso che affronteremo un’altra volta). Cerchiamo di concentrarci sull’argomento attuale: abbiamo infatti i pedali, sella e manubrio.
La pedalata un’azione dinamica
La pedalata è una azione dinamica che si sviluppa su tre dimensioni, pertanto la regolazione delle tacchette dovrà seguire queste tre direttrici:
- Avanzamento/arretramento sul piano sagittale.
- Lateralità sul piano frontale.
- Inclinazione rispetto all’asse mediale.
Il piede, un punto di sostegno dal quale ottenere il massimo
Il nostro piede è una delle strutture più complesse del corpo.
- Nel piede individuiamo l’articolazione della caviglia, che collega l’estremità distale di tibia e perone alle ossa del tarso (in particolare all’astragalo). Da qui prendono forma le ossa del tarso, che sono le ossa che sostengono la muscolatura del piede.
- All’estremità del tarso partono 5 ossa lunghe, detti metatarsi, che lo collegano alle falangi, che vanno a comporre le dita del piede (con due ossa per l’alluce e tre per ciascun altro dito).
- L’estremità distale (cioè quella verso le dita) delle ossa dei metatarsi sono dette “teste”. Sono tra le estremità ossee più importanti per il ciclismo, poiché è qui che bisognerà posizionare il perno del pedale. E’ quindi fondamentale posizionare il perno del pedale (vero punto di appoggio del piede) all’interno di questi due punti anatomici.
E’ importante conoscere la posizione della prima e della quinta testa metatarsale poiché tra queste due che dovranno posizionarsi le tacchette. Questa posizione consente di migliorare l’appoggio e la possibilità di flessione delle dita in fase di spinta, ottimizzando la resa meccanica della pedalata.
Riassumendo
- Avanzamento/arretramento sul piano sagittale: dobbiamo innanzitutto andare ad individuare le nostre I e V teste metatarsali. Fatto ciò andremo a riportare il rilievo su entrambi i lati delle scarpe creando così un “area” all’interno della quale dovrà andare a cadere l’asse del pedale, verosimilmente più verso la V piuttosto che la I.
- Lateralità sul piano frontale: ovvero lo spostamento dx/sx lungo il piano. Questo fattore è molto importante da valutare in dinamica, in modo da ottenere un corretto allineamento dell’arto.
- Inclinazione rispetto all’asse mediale: ovvero l’angolo di rotazione, in modo da ottenere un tallone più interno/punta più esterna, o viceversa tallone più esterno e punta più interna.
E’ fondamentale curare nel minimo dettaglio ognuno di questi tre aspetti (in statica e soprattutto in dinamica) perché, per ogni aspetto, un errore può generare “vizi” che nell’immediato, o a lungo andare, possono sfociare in sofferenze(anche giù dalla bici).
Cosa possono generare le tacchette posizionate in modo scorretto?
Avanzando tropo la tacchetta:
- Maggior flessione plantare con “caduta del tallone” se insufficiente tenuta muscolare.
- Dispersione energia.
- Formicolii alle dita e potremmo incorrere in formicolii alla punta dei piedi.
Arretrando troppo la tacchetta:
- Minor mobilità della caviglia.
- Dispersione energia.
- Eccessiva dorsiflessione del piede con sovraccarico delle strutture muscolari del polpaccio.
Un’errata posizione laterale della tacchetta
tacchetta troppo esterna:
- gravoso stress in valgismo al ginocchio.
- caduta interna del piede e problematiche alle strutture collaterali mediali.
tacchetta troppo interne:
- piede in caduta esterna.
- ginocchio in fuori con eccessivo sovraccarico del collaterale laterale.
Angolazione e forze verticali
Il posizionamento del corretto angolo della tacchetta ha visto molte evoluzioni col tempo: una volta si riteneva che il piede dovesse pedalare “dritto” e parallelo al telaio. Non è del tutto errato, anche se è necessario affermare che nei tempi passati le conoscenze in fatto di biomeccanica erano limitate, oltre alla disponibilità limitata delle strumentazioni.
Oggi, ben consci della presenza dell’angolo di Fick ( naturale angolo di inclinazione del piede in stazione eretta che varia dai 5° ai 15°), la tendenza è quella di posizionare la tacchetta rispettando quanto più possibile l’angolo naturale dell’arto inferiore (angolo che va a ridursi fisiologicamente per la necessità di trasmettere le forze in maniera verticale per migliorare l’efficienza durante la rivoluzione).
L’angolazione della tacchetta influenza l’abduzione/adduzione dell’avampiede e di conseguenza le rotazioni tibiali. E’ importante che il piede possieda alcuni gradi di libertà fisiologici che consentano le naturali rotazioni durante le varie fasi della pedalata evitando quindi gli stress a carico del ginocchio.
Intrarotazione (punta del piede verso l’interno):
- stress da stiramento a carico della componente laterale del ginocchio ovvero bandelletta ileotibile
Extrarotazione (punta del piede verso l’esterno):
- stress alla componente mediale del ginocchio ovvero zampa d’oca
a cura di Alessandro Gallizia e della redazione tecnica, foto A2G Performance e CorVos (apertura)
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