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Tacx Flux Smart, ecco il nostro test

di - 20/11/2017

Tacx Flux Smart è un rullo interattivo di qualità, meno costoso rispetto a Neo Smart, facile da gestire e non necessita di manutenzione, oltre ad avere dimensioni compatte con un ingombro ridotto (670×650 mm), non ripiegabile. Partiamo dalla sua struttura, una sorta di piedistallo che funge da ruota posteriore, ben ancorato al terreno: un ciclomulino moderno, che integra tutta la tecnologia ad oggi disponibile, per sviluppare e analizzare un training di qualità. Non è leggero, Tacx Flux Smart ha un peso di 16 kg (senza pignoni), aspetto positivo in particolare quando si simulano lavori di forza, rilanci e sprint: difficilmente si sposta dal terreno e dal punto di appoggio.

Ecco anche un’immagine del Neo Smart, in modo che possiate mettere a confronto i due prodotti, quanto meno a livello visivo. La foto e il test sono stati sviluppati alla fine del 2016.

Tecnicamente questo rullo è dotato di una trasmissione diretta e interattiva di tipo Smart, con otto magneti e un freno elettrico: nessuna cinghia, catena e cardano. Questa combinazione di fattori, permette di avere un dispositivo configurabile tramite device esterni e capace di adattarsi in modo automatico alle differenti fasi di spinta sui pedali. Con la App di Tacx, tramite pc, tablet e smartphone è possibile costruire un allenamento ad hoc, in base a quello che si vuole sviluppare (ad esempio velocità, forza, resistenza etc.) prendendo in considerazione la potenza (watt), kmh, oppure la frequenza cardiaca, oppure ancora combinando alcuni fattori tra loro: ad esempio gestendo il wattaggio e il numero di pedalate al tempo stesso, in modo del tutto automatico e per tutta la durata della sessione.

Tacx è dotato di doppio protocollo per la trasmissione dati, Ant+ e Bluetooth Smart Open e il collegamento al pc avviene tramite la piccola antenna Ant+ (non fornita nella confezione). Il firmaware è già studiato e aggiornate per supportare i dati Ant+ FE-C con compatibilità al software di terzi, come ad esempio Zwift. Rispetto a Neo Smart, Flux non simula la discesa e il pavé, sviluppa un massimo di 1500 watt a 40kmh e un’inclinazione massima del 10% in salita.

Altro dettaglio interessante e comodo per l’utente, è il corpetto della ruota libera Edco, che supporta perfettamente i pignoni Shimano, Campagnolo e Sram.

 

LE NOSTRE IMPRESSIONI

Per quanto concerne la struttura Flux Smart è ben congeniato, saldo al terreno, stabile e pesante quel tanto che basta per supportare rilanci e simulazione degli sprint. Semplice da montare, può essere utilizzato con o senza corrente elettrica (senza supporto del pc: se usato senza elettricità offre un freno motore costante e senza il collegamento al pc si limita ad un allenamento che deve essere gestito in toto dall’atleta.

Discorso completamente diverso in caso di impiego tramite la app, la piattaforma Tacx ed eventuali cd dei filmati, dove è possibile personalizzare completamente la sessione di training. Si possono riprendere tracce gps, costruire allenamenti da zero, oppure fare delle variazioni su quelli già presenti e svolti in precedenza, considerando wattaggio, velocità, distanza, tempo e frequenza cardiaca, sfruttando a proprio favore il freno motore automatico.

Ogni allenamento può essere salvato e convertito in file TCX e GPX, trasportandoli all’interno di motori di sviluppo dati come TP o Golden Cheetah (solo per citarne alcuni), oppure di natura social come Strava. Flux Smart può essere utilizzato anche come piattaforma di sviluppo dell’allenamento, utilizzando il pc per le tempistiche delle ripetute solo per fare un esempio, sfruttando un power meter montato sulla bicicletta, quest’ultimo configurato con un device esterno.

tacx.com

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.