Prologo Scratch M5 ora è disponibile anche con gli inserti Air CPC. Questo è molto più che un semplice test di una sella corta, perché anche per noi è un percorso di conoscenza nei confronti di un prodotto molto utilizzato ed apprezzato. Prologo Scratch M5, a prescindere dalla sua configurazione è una sella unisex che fa parte di una categoria performance, ma ampiamente sfruttabile da differenti tipologie di utilizzatori.

Il versus test della Prologo Scratch M5
In un certo senso abbiamo creato un confronto tra i due modelli della stessa famiglia. La “nuova” e soggetto del nostro test, ovvero la versione con gli inserti Air CPC e la Scratch M5 tradizionale. Entrambe senza il canale PAS. Non ci stancheremo mai di scriverlo (e dirlo): non sembra, ma la Scratch M5 è una sella corta ed è una delle più utilizzate in ambito pro.
Perché dà l’impressione di essere una sella dalla lunghezza standard? Perché ha quello che si chiama T Shape e per via di un’escursione aumentata del carro, di ben 15 mm, a vantaggio di avanzamento e arretramento. Ma il fattore principale è proprio la forma a T, che permette di avere una sella sempre all’altezza della situazione in termini di biomeccanica e bella da vedere una volta montata sul seat-post: non dà mai l’impressione di essere eccessivamente scarrellata verso il retrotreno della bicicletta.
Nuova generazione anche per il CPC
Prologo Scratch M5 CPC, tecnicamente si tratta dell’evoluzione del modello tradizionale, in questo caso specifico senza foro (è disponibile anche nella versione PAS) e che prevede gli inserti AIR CPC. Non è un semplice dettaglio e un’aggiunta. AIR CPC si presenta con una spaziatura maggiore tra un polimero e l’altro e garantisce un aumento della circolazione dell’aria del 10%.

Dalla versione standard è stato mutuato il concetto MSS
MSS, acronimo di Multi Sector System che è stato progettato con la collaborazione del Politecnico di Milano. Cosa significa? Le schiume attive dell’imbottitura sono separate. Queste lavorano in modo differente tra loro, adattandosi in modo ottimale all’azione del corridore nelle diverse fasi di spinta, trazione, in base alle pressioni che si generano sui diversi terreni.
Lo scafo è dotato comunque dell’asola PAS nella sezione centrale, nonostante un’imbottitura uniforme, dettaglio che aumenta il comfort, l’azione dissipante e lo scarico ottimale delle pressioni. La versione in test è quella Nack, con telaio in carbonio 7×9,3 mm, ha dimensioni di 250×140 mm ed un prezzo di listino di 272 euro. Due le colorazioni disponibili, black e white/black.

Le nostre impressioni e il nostro test
Come per la versione standard, il feeling trasmesso dalla sella è immediato e non è un aspetto da sottovalutare. Si tratta comunque di un equipaggiamento che nasce per un pubblico agonista e professionale, ma che può essere facilmente sfruttato da un’utenza ampia. La sella è rigida il giusto, mai eccessiva, anzi, è piuttosto elastica. Quello che ci ha colpito maggiormente durante il test, è la capacità di smorzare le vibrazioni nei vari punti di seduta. Nella versione CPC, ovvero quella del test, questo aspetto del comfort è aumentato.
Gli stessi inserti in polimero aumentano quel grip che si genera tra la sella e il pantaloncino, ma senza creare l’effetto collante. La libertà di movimento è assoluta e in fase di uscita di sella non c’è nulla che trattiene l’atleta.
Una sella corta che si adatta ovunque
L’abbiamo definita anche “una sella corta adatta alle salite”, si perché proprio lo shape a T e questa sorta di arrotondamento posteriore, fanno si che la sella venga sfruttata lungo tutta la sua superficie. La parte larga (quella posteriore) è ben arrotondata e non limita l’azione profonda in fase di spinta. Nessuna ostruzione, anzi quell’effetto di contatto che si genere è un bel vantaggio. La parte centrale non presenta una vera e propria depressione nel design, ma l’imbottitura separata, lo scafo forato e lo scarico presente sul naso, aiutano a non creare pressioni in zona del corpo particolarmente delicata.
In conclusione
Secondo noi, categorizzare la Prologo Scratch M5 CPC come una sella da professionisti è un limite che il prodotto non merita, perché ci troviamo a scrivere di un equipaggiamento ben progettato e ben costruito che può accontentare differenti richieste. E’ una sella che dimostra un’efficienza trasversale, con una buona elasticità della scocca, adatta a chi predilige le selle leggere e con lo scafo in carbonio, ma non troppo dure. La scocca è rigida il giusto ed offre il vantaggio di un buon potere ammortizzante, anche dal fronte verso il retro e viceversa.
A cura della redazione tecnica, immagini della redazione tecnica.