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Top Dolomites Granfondo Madonna di Campiglio

di - 28/08/2018

Top Dolomites Granfondo: quattro percorsi per scoprire il Trentino Alto Adige e il Parco naturale dell’Adamello Brenta.

La granfondo di Madonna di Campiglio potrebbe essere anche il vivere gli ultimi giorni di vacanza in un posto incantevole, oppure per chi ha lavorato fino ad ora, iniziare un periodo di stacco dall’attività lavorativa, naturalmente senza dimenticare la bici e la propria passione sportiva.

Sono quattro i tracciati che la Granfondo Top Dolomites mette a disposizione dei partecipanti. Tre giorni di festa ed eventi che culmineranno domenica prossima con la partenza della prima edizione della Top Dolomites Granfondo Madonna di Campiglio, alle ore 8,30 da Piazza Sissi.

La piazza dedicata alla Principessa Elisabetta di Wittelsbach, la famosa “Sissi” per ricordare i due soggiorni della principessa e l’Imperatore Francesco Giuseppe che lasciarono a Campiglio e nella valle ricordi vivi e profondi in occasione dei loro soggiorni, dove alternavano le passeggiate verso le cime del Brenta, accompagnati dalle locali guide alpine, ai sontuosi ricevimenti nei saloni del “Gand Hotel Des Alpes”.

Per coloro che non hanno raggiunto un grado di preparazione ottimale, ma non vogliono mancare a questo fantastico evento, il comitato organizzatore propone un tracciato corto, non agonistico, di soli 43 chilometri. Dopo la partenza, i ciclisti transiteranno a Pinzolo, altra nota località montana, in cui nacque la prima o una delle prime Compagnia dei Battuti del Trentino. Nessun presagio funesto alla riuscita della propria performance, i Battuti erano una congregazione religiosa formata da laici, dediti ad una spiritualità fatta di Lunghe orazioni, severe penitenze e di azioni sociali e caritative. Pinzolo è conosciuta anche per il carnevale asburgico, sfilata per le strade e campagne con prestigiose carrozze che portano la corte degli imperatori austro ungarici, che si tiene a marzo. Terra ricca di leggende, che narrano di diavoli e streghe in esilio, ma è ancora presto i partecipanti hanno percorso soltanto una decina di chilometri, diavoli e streghe si presenteranno soltanto nel finale di gara, soprattutto a coloro che hanno scelto di pedalare sulle strade del tracciato lungo, 135 chilometri sino a Riva del Garda.

A Spiazzo Rendena, il paese che ospita il Museo della Guerra Bianca Adamellina, la Chiesa di San Virgilio e la Cort da Togno, una corte interna ad alcuni edifici che rivela l’originale pittura dell’artista locale Vigilio Pellizzari Togno, ed è l’unica testimonianza di un’arte popolare realizzata con intenti satirici, inizia la lenta ma progressiva risalita verso Madonna di Campiglio.

Bocenago, antico villaggio, che sorge ai piedi del Monte Tof, composto da case rustiche rendenesi, spesso arricchite da portali, murales sacri e fontane in granito, precede Massimeno, piccolo paese alpino orgogliosamente ancorato alle proprie tradizioni, posto ideale per chi vuol trascorrere una vacanza tranquilla e serena in mezzo alla natura. Si entra negli ultimi quindici chilometri di gara. Attraverso i centri di Giustino e Pinzolo i primi protagonisti della Top Dolomites Granfondo Madonna di Campiglio taglieranno il traguardo. Per loro non ci sarà classifica, ma l’opportunità di dire ai propri figli e nipoti “io c’ero”. Il ricco ristoro finale e il sontuoso pasta party concluderanno questo indimenticabile week end all’insegna di quest’affascinante attività sportiva e della poesia che riesce ad esprimere pedalando sulle strade di questa splendida regione.

campigliodolomiti.it

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.