Tour Transalp, la gare a tappe per eccellenza dedicata agli amatori, una prova tanto dura quanto affascinante che parte dalla Germania per approdare in territorio italiano, attraversando alcune delle cime epiche per il ciclismo: Passo dello Stelvio, Passo Rombo, Bernina e senza dimenticare il Mortirolo, dai paesaggi ondulati della Germania del sud, si passa agli scorci da favola che solo il Lago di Garda riesce a regalare.
Ecco a voi un breve riassunto dei nostri inviati, che hanno partecipato, vissuto e sofferto una delle edizioni più dure della corsa a tappe amatoriale attraverso le Alpi. Ecco a voi un breve riassunto, in cui anche alle immagini parlano e raccontano, buona lettura.
Il Tour Transalp nasce nel 2003, una sorta di sfida in ambito amatoriale ideata e promossa da Tour, una delle maggiori testate tedesche che si occupano di ciclismo. L’obiettivo era, lo è ancora, di far vivere ai partecipanti le emozioni di una corsa a tappe (in coppia), di emulare le gesta, la fatica e le emozioni dei pro, durante il Giro d’Italia, il Tour, La Vuelta (solo per citare le più importanti). In questo 2017 Tour Transalp giunge alla sua 15^ edizione, con partenza il 25 Giugno dal piccolo borgo di Allgau, per giungere ad Arco di Trento il 1° Luglio attraversando le Alpi.
Riporto le parole di un amico che ha molta più esperienza di me riguardo questo genere di gare: “correre una gara a coppie è come vivere un matrimonio; uno dei due deve sempre stare attento che il compagno di team non faccia stupidate!”.
Si, perché partecipare alla Transalp non è solo pura prestazione sportiva ed attitudini atletiche, il primo fondamentale aspetto è l’affiatamento del team e la capacità di coordinarsi reciprocamente nell’affrontare le difficoltà che man mano si presentano durante la corsa. E quest’anno le difficoltà non sono affatto mancate, poiché il meteo ci ha sottoposto a tutte le sue possibili varianti atmosferiche: caldo (solo per un giorno in realtà!), pioggia (moltissima!), grandine, vento, freddo, neve… Come se i quasi 900km e 19000m di dislivello da percorrere in sette tappe non fossero sufficienti.
Le condizioni climatiche – a volte proibitive – hanno reso davvero massacrante questa esperienza.
Non sono stati pochi i momenti in cui ho pensato di abbandonare sia la gara che la bici ma, credo che proprio queste difficili circostanze, una volta superate, ci abbiano dato ancor maggior stimolo a portare a termine la gara e cercare di ottenere qualcosa di più da noi stessi.
E i pensieri corrono già verso l’ultima settimana di giugno 2018…
Tutte le immagini sono di Miha Matavz e Uwe Geissler, testo di Riccardo Zacchi.