La classificazione della difficoltà dei trail MTB è uno degli argomenti più discussi – e spesso fraintesi – nel mondo della mountain bike. Dal flow più scorrevole ai tratti tecnici pieni di radici e rock garden, ogni trail nasconde sfide diverse
Ma esiste un metodo universale per valutare il grado di difficoltà? In questo articolo esploriamo i criteri usati nei diversi sistemi internazionali, le principali divergenze e i motivi per cui, ancora oggi, la classificazione dei sentieri MTB resta un terreno di confronto acceso tra rider, trail builder e gestori.

Dialoghi da post-ride (e dubbi condivisi)
Dopo un giro con gli amici e una birra fresca in mano, succede spesso: si analizza il trail appena affrontato e parte la discussione:
- “È davvero un doppio nero? Tutti i passaggi erano evitabili…”
- “Quel sentiero era nero? A parte un punto, era tutto blu.”
- “Qui i neri sono blu e i blu sono verdi…”
Tutti ci siamo passati. Ma da dove nasce davvero la classificazione tecnica dei trail? Chi decide la difficoltà?
Opinioni opposte: classificare è soggettivo
Intervistando professionisti, trail builder e gestori da più parti del mondo, emergono visioni completamente differenti:
- Alcuni dicono che si debba valutare il passaggio più difficile
- Altri sostengono che conti la difficoltà media complessiva del trail.
Chi ha ragione? Forse entrambi. E proprio qui sta il problema: ogni approccio ha la sua logica.

L’unico punto condiviso: progettazione chiara
Quasi tutti concordano su questo: quando si costruisce un nuovo trail, bisogna stabilire in anticipo la difficoltà prevista e rispettarla lungo tutta la linea.
“Non mettiamo un tratto doppio nero in mezzo a un verde”
Mike Repyak, IMBA
In questo modo, la segnaletica è coerente e il rider può decidere consapevolmente.


Perché i trail blu non sono sempre “blu”?
Un nero in Lombardia potrebbe sembrare un blu in Alto Adige, o viceversa. Perché? Perché ogni regione adatta le classificazioni alla sua morfologia locale. E lo stesso accade in Europa, Canada e altrove.
Alcuni esempi:
- IMBA (USA): verde – blu – nero – doppio nero
- Europa/UK: verde – blu – rosso – nero – arancio
- Singletrail Skala (Germania): scala da S0 a S5
Sistema | Origine | Scala di difficoltà | Criteri principali | Note |
IMBA | Stati Uniti | Verde (facile) → Blu → Nero → Doppio Nero (estremo) | Tecnica richiesta, pendenza, ostacoli, larghezza del trail | Diffuso soprattutto in Nord America: semplice, intuitivo, ideale per bike park |
ITRS | Europa (IMBA Europe + Swiss Bike Park) | 4 parametri distinti: Tecnica (verde-arancio), Endurance (verde-arancio), Esposizione (verde-nero), Wilderness (verde-nero) | Valutezione multidimensionale: abilità tecnica, sforzo fisico, esposizione, isolamento del trail | Approccio dettagliato e modulare, pensato per l’adozione globale |
Singletrail Skala | Germania/Svizzera/Austria | S0 (molto facile)-S5 (estremo) | Solo difficoltà tecnica: fondo, pendenza, ostacoli, curve strette, passaggi obbligatori | Focalizzato sui trail naturali. Popolare in area tedesca, preciso ma monocriterio |

Troppa varietà, poca coerenza
Secondo i fondatori dell’International Trail Rating System (ITRS), in Europa nel 2020 esistevano almeno 14 sistemi diversi. Oggi il numero è salito a oltre 20.
Questo rende difficile confrontare trail internazionali. Lo stesso colore o numero può significare cose molto diverse in base alla zona geografica e alla cultura locale di riding.
Il rider ha l’ultima parola
Le classificazioni sono utili, ma non bastano mai da sole. Alla fine, la responsabilità di scegliere se affrontare un trail o meno è del rider.
“Se vuoi azzerare i rischi, non devi andare in MTB. Ogni trail è una sfida, e va affrontata con rispetto.”
Josh Olson – IMBA
E diciamolo: è proprio il brivido tecnico che ci fa amare questo sport.

Riusciremo mai a uniformarci?
Probabilmente no.
Ma va bene così. Le classificazioni sono linee guida, non leggi universali. L’importante è sapere cosa aspettarsi, imparare a leggere il contesto e affrontare ogni trail con umiltà.
Lascia l’ego alla partenza del trail. Osserva, valuta… e poi dai tutto!
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