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Trek Domane la bici endurance senza limiti

di - 12/06/2020

L’ultima versione della Trek Domane Disc mancava nel nostro palmares, l’abbiamo voluta fortemente ed eccola qui. Questo è un progetto, una bicicletta, ma anche una piattaforma di prodotti dove tecnologia fa rima con performance. Il comfort? Una conseguenza di tanti fattori messi insieme. Trek Domane Disc, non associate questa bici ad una poltrona da salotto, perché sa essere super veloce e grintosa quando serve.

test trek domane disc

IsoSpeed una tecnologia integrata

Trek Domane, per certi versi è la bici che ti aspetti, ma in alcuni momenti ti lascia senza parole e devi fermarti per un attimo prima di esprimere un giudizio; devi capire come interpretarla e come sfruttarla al pieno delle sue potenzialità. Si, perché questo pacchetto non ha limiti e funziona bene ovunque. Questo test nasce con l’intento e la volontà di approfondire ulteriormente quello che si nasconde dietro la tecnologia IsoSpeed di Trek, sulla quale avevamo creato un articolo qualche tempo a dietro. E dopo aver provato la versione con pedalata assistita di questa piattaforma di prodotti, la Domane+.

IsoSpeed di Trek il nostro punto di vista

Ogni volta che ci capita di usare una bicicletta dotata di IsoSpeed è sempre più chiaro il concetto di dissipatore, di uno strumento che fa parte del telaio. Questo ha l’obiettivo di adattare la bicicletta alle esigenze di chi la pilota e al tempo stesso di renderla efficiente alle diverse situazioni della strada.

Provare, capire, interpretare e adattare

Per poter sfruttare a pieno l’IsoSpeed è necessario prendersi un pò di tempo, qualche uscita e alcune ore di pedalata. E’ necessario provare, paciugare con il sistema, renderlo più sostenuto, oppure più morbido e variare il setting. Solo così si possono capire le performances di IsoSpeed e della bicicletta per intero. Dopo sarà davvero divertente usare una bicicletta su asfalto e comportarsi come avessimo una bici tradizionale, ma con trazione e stabilità aumentate, oltre che un comfort degno di nota. Sarà gratificante usare una Domane come questa su pavé, ciottolato e strade molto sconnesse, a volte al limite del gravel: e la sensazione sarà come pedalare sul velluto.

trek domane slr

Vogliamo fare un esempio

Chi scrive ha un peso di circa 66kg, per 177 cm di altezza e la sua interpretazione della bicicletta, spesso sfocia nel racing. Dopo alcune prove e su differenti bici con IsoSpeed, abbiamo preferito tenere ad un livello medio il dissipatore. In questo modo abbiamo potuto sfruttarlo al meglio nelle situazioni più critiche, senza perdere di reattività sull’asfalto e in velocità, beneficiando al tempo stesso di un comfort qualitativamente superlativo.

trek domane

La Trek Domane in test versione SLR9 ProjectOne

La prima cosa che colpisce è la livrea cromatica, personalizzata con il protocollo ProjectOne. Una sorta di porpora che assume toni azzurri, verdi, gialli e a tratti glitter, neri e bianco perla. Il colore però ha anche l’obiettivo di far risaltare i suoi componenti e le sue forme.

  • L’avantreno ha la forcella con steli dritti e full carbon, voluminosi e può far passare coperture fino a 38c di sezione.
  • Massicci è anche la tubazione dello sterzo dove ha sede anche la versione front di IsoSpeed. Le guaine dell’impianto frenante sono quasi totalmente integrate e nascoste. Lo stem nella foto non è originale (il suo effettivo è marchiato Bontrager in alluminio) e fa copia con la piego in carbonio Bontrager.
  • Il frame è costruito grazie al carbonio OCLV700, ad oggi il top level di Trek. Il profilato obliquo è abbondante, quello orizzontale è più grosso verso l’avantreno per sfinarsi verso il retro. Il seat-tube prosegue verso l’alto con questa sorta di semi-integrazione che non pone limiti alla regolazione dell’altezza sella e al tempo stesso garantisce estrema compattezza e nessuna dispersione di energia.
  • Tra l’orizzontale e il piantone si sviluppa l’IsoSpeed regolabile.
  • I quattro foderi posteriori sono diversi tra loro: gli obliqui leggermente arcuati e sfinati. Quelli bassi sono abbondanti nei volumi.
  • La scatola del movimento centrale è larga 92 mm, marchio di fabbrica Trek.

Il suo allestimento

  • Sram Red eTap 12 velocità 48/35 e 10/28
  • Ruote Bontrager xXx4 Aeolus Carbon Disc tubeless ready 47 mm di altezza
  • Coperture Bontrager da 28c R4 320Tpi
  • Sella Bontrager Arvada Pro con telaio in carbonio
  • Curva manubrio IsoCore OCLV
  • Peso taglia 54 8kg rilevati
  • Prezzo 11299 euro

Il nostro test

Trek Domane non è “solo comoda”. Immaginate questo mezzo come uno strumento specifico per le situazioni e i terreni più complicati. Pensate, con le dovute proporzioni, di pedalare sul pavè o sullo sconnesso, o addirittura su alcuni sentieri di ghiaia e di essere veloci con la Domane, tanto quanto lo si può essere con la Madone (o la Emonda) su asfalto liscio e senza buchi. Sulla Trek Domane, la performance di IsoSpeed in un certo senso si amplifica (la Emonda non è dotata di IsoSpeed, è bene ricordarlo).

La geometria si basa su reach e stack aumentati, oltre al fatto che le situazioni complicate non fanno paura. Ma ha un passo totale contenuto, fattore che la rende agile e rapida negli spostamenti.

IsoSpeed sinonimo di trazione

il dissipatore posteriore garantisce trazione e aiuta a tenere il carro schiacciato verso il basso. IsoSpeed anteriore salva braccia e collo: dettaglio non secondario e da valutare con attenzione. Siamo portati ad affrontare i cambi di consistenza del terreno a tutta velocità. Per chi non ha mai usato IsoSpeed sulla Domane: mentre il posteriore offre un feeeling immediato fin dalle prime pedalate, a prescindere dal setting, per l’avantreno è necessario prendere confidenza e capire la sua azione smorzante. Questo pensiero si rivolge in particolare a chi è abituato all’utilizzo di bici molto rigide e nervose sulla porzione frontale: Trek Domane asseconda azione di pedalata e conformazione del terreno.

domane

 

Stabilità ed equilibrio sempre

La bici è stabile e ben equilibrata, la tenuta della direzione impostata in precedenza permette di risparmiare molte energie. Paga qualcosa in salita, anche se è ampiamente sfruttabile in particolare nei giri lunghi e prove endurance ai limiti dell’estremo: si pedala bene da seduti e con azioni “al passo”. In pianura permette di tenere le mani basse al manubrio per periodi dilatati. Nessuna paura quando si passa dall’asfalto allo sterrato, a pavé oppure strade con sassi. La bici difficilmente perde di aderenza, permette di scaricare le tensioni di braccia e schiena, proprio grazie alla sua linearità e tenuta della traiettoria. Si può continuare a pedalare, con dispersione dell’energia molto contenuta. In discesa è uno spasso

In conclusione

Il progetto Domane, perché di progetto si parla, nasce per soddisfare le esigenze di chi pedala su pavé, sconnesso e per creare comfort durante la pedalata. O meglio, per far si che il comfort diventi parte integrante e fondamentale della prestazione atletica. Concettualmente non è una bici per scalare le grandi montagne, per questo c’é la Emonda. Vero è, che l’amatore medio e l’amante delle lunghe distanze, può trovare molti benefici da un mezzo del genere, capace di far collimare un bel design, tecnologia, una geometria ampiamente sfruttabile per differenti tipologie di appassionato. Una bici del genere è utilizzabile per lunghi viaggi e per il bikepacking, magari con tratti di sterrato brevi e non molto complicati in termini tecnici. Come scritto in precedenza, la Trek Domane Disc non ha limiti. Le barriere e le difficoltà possono essere le nostre che ci pedaliamo sopra e che poniamo un freno alla nostra azione, oppure non interpretiamo nel modo corretto le potenzialità che esprime (o che potrebbe dare) una bicicletta di questa caratura.

nelle immagini vedete,

  • abbigliamento GSG
  • occhiali Bollé Shifter
  • casco Bontrager StarVos WaveCel
  • calzature Gaerne G.Stylo

a cura della redazione tecnica, foto della redazione tecnica

trekbikes.com

 

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.