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Trek Madone SLR9 Disc 2019, il nostro test

di - 31/01/2019

Trek Madone è un mezzo che una sorta di simbolo dell’evoluzione della bicicletta, lo è da sempre, una bicicletta in grado di accorpare differenti tecnologie e soluzioni tecniche. Ricchissima di dettagli, di tecnologia per l’appunto e non solo legata alla lavorazione del composito, la nuova Trek Madone Disc è l’esempio delle soluzioni che vogliono il comfort e la stabilità di guida come focus principale, assecondati da una performance di primissimo livello. Nuova è anche la geometria H1.5 che ottimizza una posizione aerodinamica del ciclista, senza troppi sacrifici in termini di biomeccanica. Questa è una bici da professionista accessibile a tutti, o quasi.

Trek Madone SLR9 Disc 2019

Aerodinamica, comfort, stabilità e guidabilità, versatilità, velocità, integrazione, aggettivi che troviamo nel vocabolario del ciclista di oggi, concetti da cui parte lo sviluppo delle biciclette che tutti vogliono, naturalmente senza sacrificare la prestazione e l’appagamento in termini di design. Trek Madone è completa sotto ogni punto di vista, icona tecnologica e bici molto ambita. Il suo telaio è costruito grazie alla fibra di carbonio OCLV700, un monoscocca che integra la seconda generazione dell’IsoSpeed.

La seconda generazione dell’IsoSpeed di Trek
IsoSpeed visto dal retro

In modo sommario possiamo definire IsoSpeed un vero dissipatore delle vibrazioni, una sorta sdoppiatore che rende indipendente l’azione del tubo verticale dal resto del frame e che permette all’orizzontale di espandere le vibrazioni ed evitare che queste si concentrino in un solo punto. Rispetto al passato, IsoSpeed è regolabile grazie ad un cursore. L’azione di smorzamento delle vibrazioni si attiva con il peso del ciclista sulla sella in modo che l’atleta possa beneficiare di un comfort ottimale, senza dispersione delle energie durante la pedalata, anche quando si affronta un tratto di strada sconnesso. Inoltre IsoSpeed ha il compito di aumentare la qualità della stabilità: giusto sottolineare che siamo di fronte ad una bicicletta con una forte connotazione aerodinamica. Fendere lo spazio come una lama rimane comunque l’obiettivo primario di questo progetto, aspetto che emerge se si osservano le tubazioni e la forcella, entrambi con design Kammtail, troncate nella parte posteriore. A questo si uniscono una serie di componenti e dettagli che hanno l’obiettivo di massimizzare la prestazione, l’integrazione, senza gravare in modo esponenziale sul peso totale della bici.

Il cockpit full carbon
La parte inferiore dello stem presenta le viti per la regolazione dell’inclinazione della piega

Il cockpit full carbon che abbina la piega allo stem, con la possibilità di regolare l’inclinazione della prima, senza rimuoverla dell’attacco manubrio. Il seat-post è quasi invisibile, semplice da regolare e si innesta nel piantone che rimane molto allungato verso l’alto. Interessante la zona di serraggio della sella che prevede una doppia chiusura: è possibile arretrare la sella nella posizione preferita, bloccarla e poi effettuare l’inclinazione ottimale successivamente. Un piccolo particolare che conferma la ricerca e la cura di sviluppo del progetto è la piccola aletta posizionata sul lato della forcella, al di sotto della pinza freno: questa ha l’obiettivo di eliminare la turbolenza che prende forma alle alte velocità. Molto utile il chain keeper montato come soluzione standard.

Il dente integrato nel telaio che frena la catena in caso di caduta

La configurazione 9 non necessita di ulteriori presentazioni in merito all’allestimento, con il pacchetto componenti votato alla velocità e all’efficienza. Le ruote Aeolus XXX6 sono tubeless ready. Madone SLR9 Disc è disponibile in quattro colorazioni standard e sulla piattafforma Project One personalizzabile. Sei le taglie, che vanno dalla 50 alla 60.

Pneumatici da 25c e ruote full carbon con predisposizione tubeless

trekbikes.com

LE NOSTRE IMPRESSIONI

L’ultima generazione della Trek Madone è ancora più importante della precedente, per via del suo telaio “grosso” e voluminoso, ci riferiamo in modo particolare alla forma delle tubazioni e per quello che esprime in merito alle soluzioni tecnologiche. Ovviamente il primo pensiero va al nuovo IsoSpeed, per nulla complicato da gestire e da personalizzare. Per sfruttarlo al pieno delle sue potenzialità è necessario a nostro parere, pedalare per qualche ora sulla bici, capire ed interpretare alcune sfaccettature del suo comportamento, anche sullo sconnesso e poi agire sull’elasticità e la corsa dell’IsoSpeed. Considerando che ci troviamo di fronte ad una bici aero, la sua performance sui tratti sconnessi, la sua stabilità e guidabilità, sono ad un livello altissimo, anche nel momento in cui si decide di rilanciare l’andatura: non vogliamo dire che sia una bici da Roubaix ma di sicuro non sfigurerebbe. Con il cursore totalmente aperto la bici tende ad ammortizzare in modo esponenziale, trasmettendo una sensazione non comune a questi livelli di bici. La Madone, con questa configurazione, è gratificante da pedalare in salita pur non portando in dote un valore alla bilancia come quello che mette in mostra una bici come la Émonda. Madone è reattiva ma non è cattiva, una reattività e prontezza che si trasformano in una agilità elevata, utile nei tratti più tecnici, magari in discesa.

Trek Madone SLR9 Disc 2019

La forcella ha degli steli larghi, aerodinamici, abbondanti anche nella parte terminale nei pressi del perno passante, eppure non trasmette la minima indecisione nelle fasi di guida con maggiore stress. Pur essendo un prodotto ben congeniato sotto tutti i punti di vista, la bici ha bisogno di componenti adeguati per esprimersi al meglio e per trasmettere quella sensazione di sicurezza e affidabilità che torna utile durante le uscite lunghe. Le ruote prima di tutto: le Aeolus XXX6 con predisposizione tubeless, pur avendo un profilo alto, hanno un canale interno da 21 mm, eccellente interfaccia per coperture da 25c in su. A parità di configurazione, le differenze rispetto alla “vecchia” Madone sono tante e con una qualità migliore; ci spieghiamo meglio. Il comfort, elevato se consideriamo la categoria aero race della bici, con una qualità migliore che permette di sfruttare a pieno la velocità della bici, in differenti situazioni e su diversi terreni di caccia. La stabilità, non solo in una porzione specifica ma per tutta la bici, aspetto che si percepisce in particolare lungo le discese tortuose affrontate a velocità elevata; ovviamente anche sullo sconnesso. Talvolta sembra di pedalare sul velluto, non che la Madone sia totalmente immune alle imperfezioni della strada ma la combinazione tra performances del mezzo e risparmio di energie del corridore, nel medio e lunghe termine, sono un fattore che torna particolarmente utile. Madone, a dispetto del suo design è una bici abbastanza facile da pedalare, si rivolge ad un pubblico esperto, attento e disposto a spendere, una bici che può essere ampiamente sfruttata per le competizioni ma anche per le lunghe girate del fine settimana.

Per le foto in action abbiamo utilizzato abbigliamento Craft, calzature Shimano S-Phyre, casco Bontrager Velocis Mips e  occhiali Bollé Shifter

foto di Sara Carena

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.