Nata nel 2016, al quarto anno di vita questa interpretazione della Slash non sembra vivere con pesantezza il passare gli anni. È vero che molti importanti passi sono stati compiuti per le quote geometriche, sempre più aggressive, ma rimaneva la curiosità di scoprire se questa mountain bike in allestimento di media gamma era ancora in grado di tenere il passo di una concorrenza sempre più agguerrita.
La Trek Slash è stata una delle prime full suspended da enduro con ruote da 29 pollici, guadagnando rapidamente una folta schiera di fan. Il telaio in fibra di carbonio OCLV Mountain non è cambiato dal lancio di quattro anni fa, presentando una sospensione posteriore ABP da 150 mm e una geometria studiata per una forcella anteriore da 160 mm di travel. L’hanno scorso ha guadagnato un raffinato ammortizzatore posteriore Re:Aktiv ad aria con tecnologia Thru-Shaft, sviluppato in collaborazione con lo specialista del mondo del motorsport Penske Racing.
Allestimento
Il nostro allestimento 9.7, venduto al prezzo di 4.499 €, presenta un montaggio equilibrato nel complesso, a parte qualche dettaglio migliorabile. Le sospensioni sono Fox: forcella Rhythm 36 Float EVOL con idraulica Grip e travel di 160 mm; ammortizzatore Performance Float EVOL con idraulica RE:aktiv e tecnologia proprietaria ThruShaft, con messa a punto presso Trek Suspension Lab.
La trasmissione è SRAM di classe Eagle 1x12v, con cambio posteriore GX, comando e cassetta NX (11-50d). La guarnitura è invece Truvativ Descendant 6k Eagle DUB, con lunghezza differenziata delle pedivelle secondo le taglie: 170 mm per S, 175 mm per M, L e XL. La corona rimane da 32 denti per tutte le misure del telaio. La frenata è affidata a un set SRAM Guide R con rotori da 200/180 mm all’anteriore/posteriore. Peccato trovare un reggisella telescopico Bontrager Line Dropper con un abbassamento limitato a 125 mm per le misure M/L/XL, e addirittura soli 100 mm per la S, essendo misure più consone a una trail bike e non a una bici da enduro nata per essere spremuta sui campi gara.
Torniamo a ragionare con le ruote e gli pneumatici, entrambi marchiati Bontrager: le prime sono Line Comp con cerchi in alluminio da 30 mm di sezione interna, compatibili Tubeless Ready; le seconde sono XR6/XR4 all’avantreno/retrotreno, con rinforzo Inner Strenght sui fianchi, carcassa a 120 TPI, e sezione differenziata di 2,6”/2,4”, già montate senza camera d’aria e con liquido sigillante. Chiudiamo con un cockpit sempre del marchio di casa Bontrager: stem e piega rise Line in standard 35 mm, il primo lungo 50 mm e il secondo largo 820 mm.
Con un peso rilevato di 13,98 kg nella nostra taglia L, questa Slash si configura come una delle bici più leggere nel mercato, merito anche e soprattutto del leggero set di ruote e pneumatici Tubeless Ready. Noi abbiamo ricevuta la bici in affascinante colorazione Cobra Blood to Magenta Fade, è disponibile anche una più sobria Raw Carbon.
Geometrie
Questa bici appare obsoleta sulla carta. Notiamo infatti un Reach relativamente corto – 416/431/459/481 mm per S/M/L/XL – e un piantone sella non così verticale come impone il trend attuale, 73,6/74,1° nelle impostazioni Low/High della geometria regolabile tramite flip chip Mino Link integrato sul leveraggio del carro posteriore. I biker più alti, con il reggisella molto esteso, noteranno questo aspetto in misura maggiore, ritrovandosi a pedalare in posizione arretrata e necessitando di avanzare al limite o quasi la posizione della sella.
Nel complesso, in tempo di bici sempre più lunghe, basse e aperte, questa Slash appare quasi stata progettata in un’era precedente, ma le cose non stanno proprio così. Infatti, bisogna valutare ogni quota non singolarmente ma all’interno di un disegno più grande, dove questa Slash ritorna ad avere una certa coerenza: movimento centrale alto 345/352 mm, angolo sterzo di 64,3/64,8°, stack di 612/6128 mm (taglia L), carro lungo 435/433 mm.
Prime impressioni
Quando si inizia a guidare questa Slash 9.7 sui sentieri si nota quanto sia ben bilanciata. Il peso è infatti distribuito in modo uniforme tra le due ruote, con la bici che cambia direzione in modo preciso e diretto, rispondendo istantaneamente a ogni input del biker. Sui trail più nervosi e guidati, questa Slash sorprende davvero: per essere un’arma da enduro, è facile da guidare e indirizzare in maniera intuitiva tra gli ostacoli e le curve. C’è un prezzo da pagare, infatti quando i tracciati diventano più ostici e la velocità aumenta serve un approccio deciso e “muscolare” per tenere la bici sulla traiettoria prescelta.
Questo avviene anche perché le sospensioni hanno un feeling più fermo che sensibile. Chi ha uno stile di guida attivo, pompando la bici sui trail, sarà in grado di tenere alto il ritmo e guadagnare molta velocità in uscita di curva. Chi è invece meno in forma rischia di stancarsi abbastanza rapidamente.
Quando il gioco si fa duro, in altre parole su terreni tecnici e ripidi, è necessario rimanere composti e centrali sulla bici, a causa di una lunghezza contenuta della bici, ricevendo però in cambio parecchie soddisfazioni, rimanendo sulla linea prescelta senza repentine e/o inaspettate perdite di trazione.
In salita questa Slash non delude, a patto di aver collocato con attenzione la sella in posizione avanzata per compensare un piantone sella abbastanza inclinato verso il retrotreno. Come per la discesa su fondi tecnici, serve un approccio deciso, caricando l’avantreno per non perdere trazione e direzionalità sulle ascese più ripide.
Il biker in forma e attivo nella guida riuscirà a compensare i limiti innati di un progetto di ormai quattro anni, rimanendo però appagatissimo di una bici precisissima e maneggevolissima nella guida, ancora al top per questi aspetti
Conclusioni
Per molti anni la Trek Slash è stata tra le scelte preferite dei biker (in Italia abbiamo i fratelli Alex e Denny Lupato e il Campione Italiano Enduro 2019 Marcello Pesenti), ora però gli avversari sono agguerritissimi, con full suspended da enduro 29er di ultimissima generazione appena introdotte, più efficaci quando si affrontano terreni accidentati in discesa o anche salite tecniche. Il biker in forma e attivo nella guida riuscirà a compensare i limiti innati di un progetto di ormai quattro anni, rimanendo però appagatissimo di una bici precisissima e maneggevolissima nella guida, ancora al top per questi aspetti.
Questo allestimento di media gamma pecca per alcuni aspetti, come una trasmissione che presenta parti NX della gamma SRAM Eagle (avremmo preferito un pacchetto completo GX) ma soprattutto un telescopico che grida vendetta con il suo abbassamento di 125 mm in taglia L (anche su XL…), quando una misura da 150 mm avrebbe permesso di ottenere maggiore confidenza in discesa. Anche il tuning delle sospensioni è abbastanza “rigido”, necessitando di una messa a punto successiva per ottenere un comportamento più equilibrato – stabile e composto a 360° – sui sentieri.
Info: trekbikes.com