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Wahoo Elemnt Rival sportwatch, il nostro test

di - 20/04/2021

Wahoo Elemnt Rival sportwatch, il nostro test

Considerarlo uno strumento per il training di qualità, solo per runners e triatleti è riduttivo. Wahoo Elemnt Rival sportwatch è un esempio di funzionalità e di quanto la tecnologia smart diventi utile per integrare le varie necessità delle diverse discipline. Anche quelle che hanno la bicicletta come focus principale. Lo abbiamo utilizzato combinandolo con i dispositivi bike e questo è il nostro test.

Wahoo Elemnt Rival sportwatch, il nostro test
Wahoo Elemnt Rival sportwatch e la sua base per la ricarica della batteria.

Wahoo e quel “concept facile”

I vantaggi della tecnologia Wahoo sono tanti e semplici da utilizzare, ma anche da sfruttare.

  • Da utilizzare perché, oltre alle tante funzioni, capaci di coprire le diverse esigenze che vanno dal training specifico, fino al divertimento, è abbinata una gestione dei dispositivi che avviene con lo smartphone e tramite la app Wahoo. I device, a prescindere dal concept, non necessitano di collegamenti con il pc, si aggiornano e caricano le attività sul profilo personale e quando sono associati al telefonino e/o con il collegamento alla rete wifi.
  • Funzionalità e funzioni facili da sfruttare, non è un dettaglio e non è un fattore scontato: i dispositivi Wahoo danno merito prima di tutto alla sostanza, senza tanti fronzoli e anche per questo è semplice utilizzare le funzioni (tutte). La facilità di personalizzazione dello strumento, permette di capire se le stesse funzioni sono necessarie alla nostra attività (oppure no). E’ possibile modificare i campi dati in modo istantaneo e anche quando siamo in movimento. 

wahoo elemnt rival sportwatch

La base per la ricarica e il sensore ottico per la rilevazione bpm al polso.

Una vera console per il training, un orologio (all’occorrenza)

Anche l’Elemnt Rival sportwatch è così e pur non essendo uno strumento specifico per il ciclismo, si integra perfettamente con quella che è la piattaforma Wahoo. Ci è piaciuto definirlo come “lo strumento che aggiunge qualità alla qualità”. Tecnicamente si tratta di un prodotto di poco più di 50 grammi di peso con una batteria ricaricabile al Litio, grazie alla sua base specifica con cavo usb. In modalità watch, l’autonomia è incredibile e sfiora le due settimane, al pieno delle sue funzioni è di circa 24H (difficile essere precisi, perché la qualità del segnale gps influisce sul consumo dell’energia). Supporta i segnali GPS e Glonass.

Wahoo Elemnt Rival sportwatch, il nostro test
Non cambia la modalità di lettura dei dati, rispetto ad un bike device. Inoltre, con lo schermo touch del proprio telefonino è possibile spostare le linee all’interno degli stessi grafici, in modo da analizzare al meglio i picchi e le zone di lavoro (ad esempio di potenza e bpm).

Connessione senza limiti ai sensori esterni

Oltre alla connessione wifi è dotato dei protocolli Ant+ (con FE-C) e Bluetooth, che rendono il dispositivo associabile ai vari sensori bike ed home trainer. Inoltre l’Elemnt Rival integra il lettore della frequenza cardiaca (sensore ottico posizionato sotto la cassa dell’orologio), ma come scritto in precedenza può supportare anche la fascia cardio. Ogni attività può essere monitorata grazie ai profili differenziati, con possibilità di ulteriori personalizzazioni tramite la app Wahoo. Ci sono cinque tasti in totale e lo schermo non è touchscreen. Non solo, perché oltre alle schermate customizzabili, Wahoo Elemnt Rival sportwatch offre delle pagine già impostate e con campi diversi tra le varie discipline, in modo da ottimizzare un impiego immediato.

Ci siamo divertiti ad usare lo sportwatch Rival, combinandolo con il Roam e anche con il piccolo Bolt, anche in modalità home training sullo smart trainer Kickr.

Le nostre impressioni

E’ sempre necessario considerare che tutte le discipline delle varie categorie sportive, vanno nella direzione di una specificità sempre maggiore, in merito alla valutazione ed analisi dei dati. Questo vale in particolar modo per le attività agonistiche, ma anche per chi utilizza la bicicletta per viaggi, avventure ed experience che prevedono giorni consecutivi di spostamenti.

Scriviamo della possibilità di non perdere mai di vista l’obiettivo e il focus principale di quell’allenamento, ma anche d avere il totale controllo del nostro spostamento. Se per qualcuno l’abbinamento di uno sportwatch come questo, ad un bike device, può essere un vezzo, per altri può diventare un aiuto e una necessità. Posso abbinare il power meter della mia bici allo sportwatch? Si, posso farlo. 

Wahoo Elemnt Rival sportwatch, il nostro test

Il nostro esempio

A noi è piaciuto far collimare le funzioni dell’Elemnt Rival sportwatch al Wahoo Roam. Abbiamo utilizzato lo sportwatch per tenere sotto controllo la nostra performance atletica. Abbiamo usato il Roam con la funzione mappale. Un altro esempio può essere quello del triathlon, dove il perfetto matching tra orologio e bike device, consente la condivisione e suddivisione dei dati del training (o della gara), senza il bisogno di schiacciare pulsanti per il passaggio da una disciplina a quell’altra (è disponibile anche la funzione manuale). La concentrazione (quella che non perdiamo) è solo uno dei vantaggi percepibili nell’immediato. Non ci rendiamo conto della sua importanza fino a quando non proviamo a metterla in pratica.

La funzione Multisport Handover

Wahoo Multisport Handover, è una modalità che consente al bike device di visualizzare anche le metriche cumulative dello sportwatch, ma il Roam mantiene il suo stato di unità principale. Una volta ultimata la pedalata, i dati scaricati e visualizzato sulla app sono quelli che arrivano dal computerino della bici. Un altro valore aggiunto è quello della grande personalizzazione dello schermo e delle funzioni con i colori, che permette di avere una maggiore attenzione, quando lo vogliamo e nei confronti di alcuni campi dati specifici. Un altro dettaglio che non vogliamo scordare nel nostro resoconto: quando indossiamo la fascia BPM, il sistema dà la precedenza a quest’ultima facendo passare in secondo piano la rilevazione cardiaca al polso. 

La cassa non è eccessivamente spessa. Il quadrante è ben visibile e con un buon contrasto di luminosità, comunque regolabile. Nel complesso le dimensioni dello strumento non creano fastidi ed ingombri.

In conclusione

Wahoo Elemnt Rival sportwatch è un orologio che diventa uno strumento di alta qualità, con le “funzioni semplificate” (in fatto di utilizzo e approccio), semplici da attivare e da gestire. È comodo e non implica nessuna conoscenza particolare in merito ai dati: chi è già abituato ad utilizzare un bike device, può semplicemente aumentare la possibilità di avere delle schermate (e le funzioni) da tenere sotto controllo. Posso configurare la app Wahoo con Google Fit? Assolutamente si. Inoltre, un altro fattore molto importante è la funziona 24/7, l’accumulo dei dati 24H e 7 giorni su 7.

Come tutti i dispositivi Wahoo non è touchscreen, a noi questa soluzione piace particolarmente. Il cambio di schermata e campi dati avviene solo quando lo vogliamo noi e non si creano interferenze in caso di pioggia, umidità e sudorazione aumentata. La possibilità di abbinare i vari sensori esterni, quelli che normalmente utilizziamo per l’attività bike (fascia per la rilevazione cardiaca, sensore per la velocità, power meter e non in ultimo lo smart trainer Kickr) sono molto più che un valore aggiunto e diventano un passaggio fondamentale per chi realmente abbina le diverse attività motorie. Usarlo come un normale orologio è ovviamente possibile e pur avendo 5 pulsanti ben visibili, questi non creano nessuna interferenza con l’articolazione del polso. 

A cura della redazione tecnica, immagini della redazione tecnica.

wahoofitness.com

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.