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Il surf da onda a Milano

di - 05/07/2019

Photo: Mario Biffi
Manca poco alla fine del turno di lavoro, l’ufficio nel centro di Milano non l’ho scelto io, ma sarebbe stato da fessi non accettare un lavoro da meteorologo in questa città. Fa caldo, i temporali del mattino se ne sono andati senza lasciare alcuna traccia di onde sul mar Mar Ligure.

Ma oggi, una strana ansia mi perseguita già dal risveglio. È una di quelle sensazioni conosciute dalla maggior parte di noi, un mix di piacevoli agitazioni che mantengono alta la soglia di attenzione e accrescono la voglia di raggiungere un nuovo spot, una nuova onda.
Ricordi la tua prima trasferta verso un nuovo spot? Il susseguirsi di dubbi, incertezze sulla misura, lo swell, il tipo di fondale, le difficoltà che ti aspettano per raggiungere la nuova lineup o l’affollamento che speri di non trovare….ecco, oggi provo qualcosa di molto simile! Ma sono a Milano e non sto andando in Liguria.

25 minuti di guida nervosa tra il traffico milanese e sarò lì, che strana sensazione. Anche se l’ho già vista in centinaia di video lei sarà diversa da come penso, più larga e con un approccio totalmente differente dal surf in mare.
Poi ci sono quei motori elettrici, 14 in tutto, un numero maggiore che potrebbe offrire una forma nuova dell’onda, regolabile e gestibile da un touch screen. Uno shape dell’onda di cui non sono ancora convinti nemmeno gli ingegneri di UNIT surf pool, è dunque tutta da scoprire.

Si, sto andando a surfare per la prima volta l’onda di Milano, la prima artificiale d’Italia e la più grande di questa tipologia, ossia un’onda statica larga 10 metri. Conosco il genere di onda grazie ad una versione simile e stagionale non lontano da Milano, quella di Turbigo, ma qui sembra tutto diverso.
La parete si presenta più ripida, la potenza regge ogni tipo di tavola, la forma promette di farci testare qualsiasi tipo di trick “da spalla dell’onda”.
Meno di un anno fa ho pubblicato il primo articolo su questa struttura in arrivo a Milano ed oggi è giunto il momento di provarla. Da quando scrivo di surf ho sentito parlare in giro di tantissimi progetti di wave pool, molti dei quali 100% italiani, ma fino ad oggi nessuno si è mai concretizzato.
Stavolta invece Ludovico Vanoli di Wakeparadise ha mantenuto la promessa fatta il 30 luglio 2018. Nonostante il leggero ritardo e seppur si tratti di un’onda statica e non dinamica, come Wavegarden o American Wave Machine, tutto questo rimarrà nella storia come un grandissimo inizio, la svolta.
Non sarà mai come il nostro amato mare, ma dopo una session alla Surf Pool esco sempre col sorriso. 

Di seguito il report dall’inaugurazione del 22 giugno scorso, a cura di Bruno Miskitiello. Photo: Mario Biffi
Oggi 4surf era all’inaugurazione dell’onda stazionaria, la Surf Pool all’interno di Wakeparadise nell’Indroscalo di Milano. Era molta l’attesa per questo evento, che non ha per nulla deluso le aspettative. Una giornata calda e soleggiata ha fatto da cornice a quello che è sembrata più una festa che una semplice inaugurazione.
“Vecchie” e giovani glorie del surf italiano, insieme a personaggi di livello internazionale, si sono alternati sull’onda per testarla.
Wakeparadise, nel corso della giornata, ha organizzato uno spettacolare contest di Bomb Drop, che letteralmente significa: “lanciarsi nell’onda come una bomba”, ovvero i migliori atleti si sono sfidati lanciandosi dal podio Red Bull, cercando di planare nell’onda già in piedi sulla tavola.

Manovre al limite e salti vertiginosi hanno complicato il lavoro della giuria nel decretare un unico vincitore. Il titolo del campione di Bomb Drop è stato portato a casa da Airton Cozzolino che ha decisamente stupito tutto il pubblico con le sue qualità indiscusse di waterman a tutto tondo. La serata si è conclusa con la premiazione di Airton, nonchè dei vincitori del contest nostrano di big wave riding, il “Wave Hunter Pro”, che ha visto sul podio Roberto D’Amico, cacciatore 2019, e Geg Lelli come fotografo, vincitore dell’assegno messo in palio da See You Surf.

I giorni precedenti all’inaugurazione i commenti sui canali social sono stati tantissimi, è possibile trovarne dei più disparati, e forse in tutti, anche i più estremi c’è un pizzico di verità. Dopo la giornata di oggi, la nostra conclusione è piuttosto immediata, e ci siamo arrivati semplicemente respirando l’aria intorno alla Surf Pool.
Le persone erano estremamente coinvolte, e finita una sessione tornavano in fretta per rimettersi in coda. Il motivo era piuttosto evidente, si stavano divertendo da matti, dal principiante al veterano, c’era un entusiasmo palpabile. Risate, consigli scambiati, fischi di approvazione, urla di incitamento.

C’è da dire che il contesto creato da Wakeparadise è molto accogliente, nulla di sofisticato, ma un’area dov’è possibile rilassarsi, prendere il sole, ma soprattutto divertirsi come se ci si trovasse in riva al mare. Le domande che molti si fanno sulla qualità dell’onda probabilmente non troveranno mai risposta, perchè alla fine pensiamo che una risposta corretta non esista, cimentarsi in un’esperienza come la Surf Pool non può nascere dalla necessità di acquisire o migliorare delle abilità, ma semplicemente dal volersi divertire, se poi si riesce ad affinare la propria sensibilità quando siamo in mare, allora significa semplicemente che siamo riusciti nell’impresa di unire l’utile al dilettevole.

Sotto: la dimostrazione che il progetto di Wave Pool all’Idroscalo di Milano nasce da una lunga storia. Siamo nel luglio 1932 e il primo prototipo di piscina con onde è già in funzione! 🙂

 

         

Surfista, Meteorologo e Giornalista, purtroppo non in questo ordine. Caporedattore 4surf magazine dal 2014, organizzatore di eventi, istruttore surf