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Dousset, l’adaptive surfer che ha sfidato Nazarè

di - 16/01/2020

Ollie Dousset è un surfista come tanti altri, se non fosse che da pochi giorni è divenuto il primo amputato di sempre a cavalcare le grandi onde di Nazarè. La sua storia ha avuto un corso inaspettato nell’agosto 2018, quando il surfer di Sydney si trovava a Bali per un surf trip. Mentre stava viaggiando su uno scooter per tornare al suo alloggio ad Uluwatu un camion che trasportava cemento, all’improvviso, lo ha investito.
Ollie è stato subito portato in ospedale dove è stato sottoposto ad un intervento chirurgico andato bene. Tuttavia dieci giorni dopo, un’infezione diffusasi a seguito di un terremoto, ha costretto i  suoi genitori a pagargli un volo di emergenza al Royal Perth Hospital nell’Australia occidentale.
Sfortunatamente, appena tornato a casa, i dottori gli hanno comunicato la triste notizia: dovevano amputare la parte inferiore della gamba destra.

Negli ultimi due anni Ollie non ha gettato la spugna, lavorando sul recupero fisico e psicologico per poi tornare in acqua. L’incidente lo ha motivato ancora di più ed oggi è più forte che mai: pratica diversi action sport tra cui parapendio, uno slackline, snowboard e arrampicata, tutti ad altissimo livello.

Ma la sua più grande passione sono sempre le onde, e lo scorso dicembre 2019 per lui è arrivato il momento di raggiungere le Hawaii per sfidare Pipeline e Waimea. Pochi giorni fa è arrivata la nuova sfida per Ollie Dousset: surfare Nazaré con una gamba sola.
Così è salito sul primo volo per il Portogallo ed è stato anche invitato al contest di tow-in sulle montagne liquide di Praia do Norte. Ollie ha surfato Nazarè sia trainato con la moto d’acqua sia rimando con il suo gun.

Ollie Dousset a Pipeline

“Ero stato trainato su onde grosse solo una manciata di volte e non avevo mai surfato su una vera tavola da tow-in, né avevo mai praticato il surf attaccato con le strap alla tavola da quando avevo perso la gamba. Non sapevo cosa sarebbe successo e se sarei stato in grado di farlo. Tutti avevano ripensamenti sull’andare là in condizioni così grosse e stavano pensando di aspettare un giorno più piccolo.”
Ma Caio Vaz gli ha chiesto a bassa voce cosa ne pensasse. Ollie era super eccitato, ha dato l’ok al brasiliano col pollice in su.

“Mentre ci stavamo preparando, ho notato che Caio indossava un tutore sulla gamba. Si stava ancora riprendendo da un grave infortunio a Cloudbreak, dove si è strappato il tendine del ginocchio dall’osso, e si è praticamente distrutto una gamba”, ha aggiunto l’australiano. “Quindi, era giusto che due ragazzi con due gambe buone in totale uscissero insieme. Stavamo entrambi ridendo mentre camminavamo lungo il pontile fino alla moto d’acqua.”

Dopo aver fatto alcune prove di traina e salvataggio, per capire come infilare il piede della protesi nella cinghia di traino, Ollie era pronto. Il resto è storia. Il fotografo locale Miguel Chaby ha immortalato il momento.
Come disse Muhammad Ali, “Impossible is not a declaration. It’s a dare. Impossible is potential. Impossible is temporary. Impossible is nothing”.