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Recensione: Respiro, il libro di Tim Winton

di - 20/05/2018

Di Chiara Leoni
Da qualche mese cercavo il pretesto per parlare di un libro uscito nel 2009 per questo piccolo appuntamento letterario, al passo con le ultime uscite ma anche desideroso di strappare all’ostrica dell’oblio qualche vecchia perla. Il fatto è che mi serviva un pretesto, perché “Respiro” (Breath) di Tim Winton (Neri Pozza Editore) era passato abbastanza in sordina in Italia, pur essendo – giudizio personale – il più bel romanzo sul surf “to date”. Alla fine il pretesto è arrivato: la trasposizione cinematografica che, dopo una lunga gestazione sta per vedere la luce del proiettore (dopo due premiere nel 2017 uscirà il primo giugno 2018 grazie a FilmRise) in un lungometraggio diretto e recitato dal “mentalista” (nonché surfista a tempo perso) Simon Baker, con la partecipazione dei groms Samson Coulter e Ben Spence nelle vesti di co-protagonisti. Vale quindi la pena rispolverare questo capolavoro, per leggerlo o per rileggerlo, in attesa della versione cinematografica.
La vicenda di Winton ha inizio dalla drammatica narrazione in prima persona di un paramedico durante uno dei suoi interventi e ruota, in maniera da subito piuttosto bizzarra, attorno all’idea del “respiro”, al timore di perderlo e alle intense emozioni provocate dalla sua gestione. Un respiro che echeggia variamente e incombe per tutto il romanzo, come un basso continuo. Naturalmente non si può rivelare la varietà davvero estrema di respiri che il lettore si trova ad ascoltare, senza il rischio di “spoilerare” troppo.

 


Il trailer ufficiale del film Breath, il film di Simon Baker

Bruce Pike, detto Pikelet, ricorda la sua adolescenza in compagnia dell’irriverente coetaneo Ivan “Loonie” Loon. I due protagonisti sono una sorta di Tom Sawyer ed Huck Finn traslati nell’Australia rurale degli anni Settanta, la loro amicizia è altrettanto selvaggia e pericolosa. Fa da sfondo la natura dell’isola, incontaminata, lussureggiante e seducente, ma anche indomita nei suoi spot vergini e letali. Fa da contrasto e contorno, la sonnacchiosa cittadina di taglialegna di Sawyer, abitata da vecchi “barbogi” e gente ordinaria, gente che non è, come i due ragazzi, sulle tracce del pericolo e dell’emozione più primordiale, pura e ambita: la paura. Ben presto l’amicizia fra i due si trasforma in una rancorosa rivalità, non appena non si tratta più di sfidarsi a trattenere il respiro sul fondo limaccioso del fiume Sawyer, ma di cavalcare onde enormi, rischiando di affogare, per guadagnare la stima di Bill “Sando” Sanderson, un surfista ex professionista, ritiratosi con la misteriosa e scostante moglie Eva in una grande casa, una specie di enorme tenda da safari di legno, fuori dal paese. Ed è qui che il libro decolla.

La copertina del libro tradotto in italiano

Se solo poche pagine prima si trattava di una buona storia, ma forse già ascoltata, ecco improvvisamente la dirompente capacità di scrittura di Winton esplodere come un frangente di proporzioni devastanti, scaraventando il lettore sulla line up insieme ad un tremante Pikelet, con una forza evocativa talmente impetuosa che leggendo si viene percorsi dalle stesse scariche di adrenalina e si maturano gli stessi affanni e angosce del protagonista narrante. Ci troviamo avvolti da vapori sibilanti, sottoposti alle accelerazioni di forze immense giù per facce d’acqua interminabili che scuotono le ginocchia, e poi tramortiti e schiacciati su fondali sabbiosi, barriere coralline e cupole granitiche. Ci troviamo improvvisamente a far parte di “una società segreta di soli tre membri”, gli unici tre che riescono a domare le onde di sette metri che si abbattono sulla costa ovest. Ma quella società è destinata a sciogliersi. E mentre l’ammirazione per Sando cresce “come una metastasi” nelle menti dei due ragazzi, le strade dei protagonisti iniziano a separarsi irrimediabilmente. Per non rischiare di rivelare troppo, diremo solo che, dopo aver perso un gun in una session solitaria, folle e disperata, Pikelet approda distrutto alla casa dei Sanderson e crea l’occasione per una svolta nella storia che ci farà scoprire i molti misteri che avvolgono Eva.
Tim Winton è considerato, a ragione, uno dei migliori scrittori australiani, ed è un surfista a sua volta. Non è un dettaglio da poco. Senza aver sperimentato in prima persona determinate sensazioni, è impossibile descriverle con la sua stessa dolorosa precisione, descrivere il terrore e l’esaltazione del surf, il senso di “pienezza assoluta”, incomprensibile ai profani, di una session impegnativa e appagante. “Gli eventi ti risuonavano direttamente in ogni parte del corpo”. Ecco leggendo questo libro, quegli stessi eventi risuonano, in parte, anche nel lettore.

Recensione a cura di Chiara Leoni, disponibile sul numero cartaceo 4surf magazine issue 71
Maggio informazioni sul libro e sul film:
facebook.com/NeriPozza
filmrise.com/film/breath
facebook.com/BreathTheFilm

Tim Winton, l’autore del libro

Surfista, Meteorologo e Giornalista, purtroppo non in questo ordine. Caporedattore 4surf magazine dal 2014, organizzatore di eventi, istruttore surf