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17-18 gennaio 2023: storia dello swell perfetto fuori dagli schemi

di - 28/01/2023

Dopo un 2022 da record negativi per meteo, clima e onde il nuovo anno ha visto un’inversione di tendenza, con una parentesi fredda e una mareggiata eccezionale per il Mediterraneo. Insieme al meteorologo Michele Cicoria analizziamo i dati ECMWF, CNR, CEAM e grazie agli scatti di Alberto Cantù, Alberto Carmagnani, Nicola Trevisiol e Polover ripercorriamo l’epico swell del 17 e 18 gennaio 2023

Da poche settimane si è concluso l’anno dei record per il bacino del Mediterraneo: il 2022 è stato il più caldo di sempre per Italia, Spagna, Francia, Lussemburgo, Regno Unito, Svizzera, Slovenia, Croazia e Bosnia ed Erzegovina. A livello Europeo è il secondo anno più caldo mai registrato, di poco dietro al record raggiunto solo due anni prima dal 2020. Questo la dice lunga su quanto stia accelerando il cambiamento climatico e su quanto questo sia tangibile sulla pelle di tutti.

Se da un lato a livello globale lo scorso anno è risultato il quinto tra i più caldi di sempre, per tutto il Mediterraneo occidentale il salto al primo posto in classifica è stato confermato dai dati elaborati poche settimane fa.
Per l’Italia l’anomalia termica rispetto al periodo di riferimento 1981-2010 è stata di ben +1.5°C, valore questo che conferma il 2022 come l’anno più caldo non solo dalla metà del secolo scorso, ma almeno dal 1800 ad oggi.

Temperatura del mare e Marine Heat Wave (MHW)

In questo contesto di riscaldamento globale atmosferico le conseguenze si sono ampiamente riflesse anche sulla temperatura del Mar Mediterraneo. Il 2022 ha infatti visto il raggiungimento di valori record anche per la SST (Sea Surface Temperature, temperatura del mare in superficie), con valori che nei 12 mesi dell’anno passato sono risultati al di sopra della media climatica, di oltre 1°C, per almeno 10 mesi.
Come potete osservare dal grafico riportato di seguito, infatti, solo il periodo che va da metà marzo alla fine di aprile ha fatto registrare temperature del mare leggermente al di sotto della norma (le aree del grafico in cui la linea azzurra, che riguarda il 2022, si posiziona al di sotto della linea nera rappresentante la media climatica).

Andamento della SST negli anni secondo gli studi di ceam.es: la linea azzurra indica la temperatura del mare per l’anno 2022, la viola traccia i valori per questo inizio 2023

In particolare, nel periodo che va da maggio a settembre 2022 si possono notare diversi massimi di temperatura ben visibili dalla linea azzurra nel grafico, tutti ad indicare diverse ondate di calore marino (Marine Heat Wave, MHW) che si sono protratte in alcuni casi per oltre due mesi consecutivi.

Questa anomalia per certi versi è stata sostenuta anche dai lunghissimi periodi di piatta del mare che noi tutti ricordiamo bene. Infatti, se in coincidenza di una fase di anticiclone africano non si verificano infiltrazioni perturbate in grado di portare un minimo di vento e onde, il mare non ottiene quel rimescolamento grazie al moto ondoso, che favorirebbe un calo delle temperatura grazie al rimescolamento l’acqua più in profondità, continuando così a scaldarsi in superficie.

Ed è così che tra giugno, luglio e agosto la temperatura sulla superficie marina si è innalzata di oltre 4°C rispetto alla media del periodo 1985-2005, come confermano le analisi condotte dal CNR e dal CMCC.

Le due immagini qui sopra sono state elaborate dal centro di ricerca spagnolo CEAM e mostrano com’è cambiata la temperatura del “mare nostrum” dal 1982 al 2022, in modo molto chiaro grazie alla scala di colori scelta.
L’anomalia termica riscontrata negli ultimi 40 anni descrive una temperatura del mare ovunque superiore tra 1 e 2°C su tutto il bacino del Mediterraneo.

Il grafico qui sopra mostra due esempi di ondate di calore marino, il primo per il golfo Ligure e il secondo per quello di Taranto: l’area colorata in arancio indica le Marine Heat Wave, che quest’anno si sono protratte molto a lungo specie sul mare antistante la Liguria. Per definizione si parla di ondata di calore marino quando le temperature del mare o dell’oceano, in superficie, supera una soglia estrema per più di 5 giorni consecutivi.

Dalla siccità estrema all’inversione di tendenza di inizio 2023

Nonostante la lieve ripresa delle precipitazioni tra novembre e dicembre, il 2022 si è chiuso con un forte deficit pluviometrico che sta a significare che è piovuto decisamente al di sotto della normalità.
Anche in questo caso la siccità si è manifestata in modo più marcato sul sud dell’Europa e tutto ciò conferma come il bacino del Mediterraneo sia un hot spot per i cambiamenti climatici.
Quindi l’Italia e il nostro tanto amato mare sono quelle aree in cui il cambiamento climatico si fa e farà sentire in modo più marcato.
E questa, ahimè, non è una buona notizia nemmeno per le classiche mareggiate.

La crew di bodyboarders accorsi da diverse regioni italiane saluta la prima mareggiata consistente del 2023 in quel di Genova. | 18.01.2022 Foto: Alberto Carmagnani  @albertocarmagnani

Parlando di onde l’autunno ha preso vigore verso la fine dell’anno, regalando diverse occasioni per mareggiate di buona consistenza, anche se di breve durata e mai con periodo dell’onda particolarmente elevato.
Tuttavia, l’inverno caratterizzato dal freddo e dagli swell consistenti non si è palesato fino ad anno nuovo, dato confermato anche dalle temperature del mare (la Boa di La Spezia segnava 16.5°C di temperatura in superficie il 1 gennaio 2023).

Analizzando sempre i dati delle BOE della Rete Ondametrica Nazionale, inoltre, si può notare come mareggiate intense non si siano quasi mai verificate dal settembre 2022 a metà gennaio 2023, salvo qualche raro caso come a fine settembre (17-09 in particolare), a novembre (5 e 23 novembre in primis).
Ognuna di queste si è inserita sempre seguendo il classico schema delle perturbazioni atlantiche che attivano venti dal golfo del Leone verso l’Italia (libeccio corto prima, a volte breve richiamo di scirocco, seguiti da ponente e maestrale), con onde generate al massimo su fetch di media estensione e mai sfruttando l’energia di tutto il Mediterraneo occidentale.

Un tranquillo pomeriggio iperaffollato, con periodo onda da 11 secondi, nella lineup più immortalata durante l’ultima mareggiata | Foto: Polover  @_poloverr_

A conferma di tutto ciò ci torna in soccorso il dato della Boa di La Spezia, che da settembre 2022 a inizio gennaio 2023 non ha quasi mai registrato altezze significative dell’onda superiori ai 3 m (uniche brevi eccezioni quella del 17 settembre e del 5 novembre).
Ma tra il 16 e il 18 gennaio, come si vede dal grafico e ancor meglio dalle foto proposte dai nostri collaboratori, la misura ha sfiorato i 4 metri (quella della boa al largo li ha superati).

17-18 gennaio: lo swell (quasi) perfetto e fuori dagli schemi

Ed eccoci arrivati, finalmente, al nuovo anno e alla mareggiata che si è aggiudicata il titolo di questo articolo.
Il 2023 è iniziato con un blando anticiclone intervallato solo da deboli impulsi perturbati. Tra l’8 e il 9 gennaio, in perfetto sincronismo con la chiusura delle festività natalizie, ecco arrivare una prima intensa perturbazione di origine nord-atlantica, un po’ fredda ma non particolarmente (al suo passaggio le temperature medie a 1500 metri scendono a circa -2°C, in mare in costa ovest i calzari iniziano ad essere necessari).

A questo primo sistema perturbato va comunque il merito di essere in grado di scavare un canale depressionario sul Mediterraneo, allontanando per un po’ l’alta pressione dalle nostre teste.
Questo corridoio particolarmente scorrevole per le perturbazioni da nord-ovest è stato poi sfruttato dall’intenso fronte atlantico che ha preso vita a metà mese, traendo origine (ed energia) dalle masse d’aria molto fredde presenti all’interno del circolo polare artico (masse d’aria di origine artico-marittima).

Dal 15 gennaio l’aria artica ha iniziato ad affluire verso sud attivando progressivamente i venti di libeccio sul Mediterraneo occidentale. Il giorno successivo mentre la costa nord della Spagna aspettava l’ingresso di aria gelida e nevicate a quote basse il vento da sud-ovest si ha iniziato ad intensificarsi sul Mediterraneo occidentale, raggiungendo l’apice del rinforzo martedì 17 gennaio.

Tanto traffico, poco rispetto delle regole e una misura fuori portata per oltre la metà delle persone presenti in lineup: solo alcuni locals e pochi ospiti hanno potuto godere appieno del potenziale offerto da Varazze il 18.01.2023 | Foto: Polover  @_poloverr_

Perchè uno swell fuori dagli schemi?

Ci sono diversi motivi che pongono la mareggiata del 17 e 18 gennaio 2023 lontana dagli schemi meteorologici più frequenti, non solo per il golfo ligure ma per tutto il Mediterraneo occidentale.
Innanzitutto partiamo dall’aspetto più semplice, la misura. Al di là di quanto previsto dalla modellistica, che stavolta potremmo definire piuttosto performante soprattutto quella di ARPAL, sono i dati a parlare chiaro: la boa di Alghero ha toccato un picco di altezza significativa dell’onda di 5.7 metri, quella di La Spezia 4.8 m, entrambe con periodo superiore a 11 secondi (con picchi di circa 11,7 secondi ad Alghero e 11,8 secondi a La Spezia ).

Per arrivare a tali misure servono ingredienti meteorologici fuori dalla norma, parliamo prima di tutto del fetch. Questo swell per raggiungere periodi e misure così elevati ha sfruttato tutta l’area marina a disposizione del vento. Già dal 15 gennaio forti raffiche da sud-ovest si registravano tra le isole Baleari e lo stretto di Gibilterra, e dopo un breve intermezzo di maestrale dal golfo di Leone già dalla mattinata del 16 ha ripreso il vento da sud-ovest, stavolta soffiando forte sin verso Liguria e Sardegna, passando poi oltre fino a raggiungere il Tirreno e interessando Lazio, Campania, Calabria e Sicilia.

Roberto D’Amico durante la fase di calo del vento e inizio della scaduta in Liguria | Foto: Alberto Cantu  @albicantu

Il vento non rimarrà sempre dalla stessa direzione, oscillerà tra Ovest e Sud-Ovest sino al 17 gennaio ed è in questa giornata che la fase di crescita della mareggiata diviene massima.
Venti tra Forza 7 e Forza 8 (burrasca) insistono su tutto il fetch disponibile del Mediterraneo occidentale, lasciando in ombra parziale solamente l’Adriatico (sullo Ionio invece si ha un forte Sud/Sud-Ovest).
Ecco quindi che l’onda cresce e il periodo si allunga, raggiungendo in molti casi il fondo scala delle mappe meteo-marine.
Ma il 17 gennaio è giornata attiva su gran parte delle coste, servono quindi spot riparati per surfare onde pulite, salvo qualche rara eccezione.

Il bello arriva dunque mercoledì 18 gennaio, un vero mercoledì da Leoni e dal clima tipicamente invernale. L’aria fredda dall’artico ha ormai attraversato Francia e Spagna e tende ad abbracciare gradualmente, entrando da nord-ovest, un po’ tutta l’Italia.
In questa fase la famosa tramontana valica le valli della Liguria sfociando in mare con gelidi venti piacevolmente off-shore, i quali iniziano a pettinare i solidi frangenti formatesi diverse centinaia di km più a sud.
E’ questo il giorno della scaduta per la Liguria, di cui potete vedere le foto di questo articolo, ma il moto ondoso inizia a migliorare anche su altri spot tra Sardegna e alto Lazio.

L’ultimo aspetto che ha reso eccezionale questo swell, insieme al freddo, è la durata del vento che ha trasferito la sua energia al mare: nella maggior parte dei casi la mareggiata ha avuto oltre 48 ore di tempo per formarsi, con venti che hanno soffiato pressoché nella stessa direzione insistendo sullo stesso fetch. Valori, questi, che sono davvero eccezionali per il Mediterraneo.

Chiudiamo dunque questo lungo articolo, sperando di non avervi annoiato troppo, descrivendo cosa è accaduto successivamente.
Una bassa pressione di origine artica si è adagiata sul Mare Nostrum, richiamando a più riprese venti forti, i quali hanno girato da terra su altre regioni regalando ottime session a chi ha saputo leggere le carte, non limitandosi certamente alle app meteo che in questi casi prendono grosse cantonate.
Mentre tramontana e grecale la fanno da padrone al Centro-Nord, al Sud le onde generate da questa circolazione depressionaria morente stanno ancora regalando buone session su diverse regioni.

Il surf è fatto di passione almeno quanto la meteorologia, questi due temi viaggiano a braccetto da sempre e negli ultimi anni hanno assunto particolare importanza. Gli schemi meteo più classici a cui molti di noi erano abituati in passato sono stati completamente distrutti e ridefiniti, anche a causa dei cambiamenti climatici.

Cosa ci aspetterà nel futuro non lo sappiamo, gli scenari non sono rosei, ma la possibilità di informarsi dalle giuste fonti e adattarsi al clima che cambia è alla portata di tutti.
E allo stesso tempo è alla portata di tutti la capacità di rispettare i surfisti locali quando si invade uno spot già affollato, o semplicemente saper cercare onde e spot differenti e più adatte alle nostre capacità.

Armando Giana | Foto: Alberto Cantu  @albicantu
Roberto D’Amico | Foto: Alberto Cantu  @albicantu
Giovanni Evangelisti | Foto: Alberto Cantu  @albicantu
Armando Giana | Foto: Alberto Cantu  @albicantu
Lineup, Liguria | Foto: Polover  @_poloverr_
Lineup, Liguria | Foto: Polover  @_poloverr_