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Trek Madone SLR9 Gen8, bici totale

di - 14/07/2025

trek madone gen 8 foto in movimento vista laterale stretta
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Testo: Fabio Banfi e Stefano Martignoni – Foto: Martina Folco Zambelli/HLMPHOTO

Pedersen, Milan, Ciccone, Skjelmose, Verona, Simmons… Le loro vittorie sono la dimostrazione più evidente che l’ultima generazione della Trek Madone è veramente versatile e completa. Un discorso che oggi si può fare senza tema di smentita, perché si contano sulla punta delle dita di una mano i prof che pedalano su bici “su misura”, il che significa che la bici che acquistiamo in negozio è davvero la stessa che corre e vince nei Grandi Giri e nelle Classiche.
Anche per noi, avvezzi a pedalare tante specialissime super esclusive, fa quindi sempre un certo effetto salire in sella a questi modelli, ancor più quando indossano il vestito team replica, che li rende inevitabilmente più sexy.

Trek Madone Gen8, cosa è cambiato

Rispetto alla settima generazione, questa ulteriore evoluzione, pur enfatizzando l’aspetto aerodinamico, riesce a guadagnare anche in comfort e peso, diminuendo il gap (in questi termini) con la Emonda.

Un risultato non da poco, che è stato ottenuto lavorando, in primis, su materiali e forme. In versione SLR, il telaio della Madone Gen8 è realizzato utilizzando fibra di carbonio serie OCLV 900 – il top in casa Trek –, che a parità di caratteristiche e comportamento permette di ottenere strutture con spessori ridotti e dunque più leggere: Trek dichiara 765 grammi per il telaio in taglia M e 370 grammi per la forcella (ora realizzata in un unico pezzo, con foderi più piccoli), quasi ai livelli di Emonda.

In quanto alle forme, se a prima vista si percepisce una maggiore “leggerezza” generale, a livello di tutti i tubi a eccezione del top tube, soffermandosi soprattutto sul tubo obliquo, si nota che la sezione è completamente cambiata. Sulla Gen7 era più schiacciata e allungata, mentre qui è più largo e corto, quasi un rettangolo con la parte posteriore arrotondata. Si tratta di una forma più efficiente nella gestione dei flussi provenienti dall’avantreno, che è stata disegnata dalle analisi di fluidodinamica e dalla galleria del vento. E tenuto anche in conto che il nuovo telaio è ottimizzato per pneumatici di sezione 28 e 30 mm e può ospitare modelli fino a 32 mm.
A proposito di forme, grande attenzione è stata riservata al sistema IsoFlow, a cui è demandato il compito di garantire elasticità verticale e, quindi, comfort. Rispetto al modello precedente i miglioramenti misurati, a detta di Trek, sono quantificabili addirittura in un 80% di efficacia in più. 

Un’altra importante novità è il nuovo sistema di misurazione dei telai, mutuato dalle MTB. Le classiche misure in centimetri sono state sostituite da quelle in taglie, da S a XL, per ridurre le sovrapposizioni, con la piacevole aggiunta della ML, come già fatto da altre Case. Misura perfetta per chi, come noi, prediligendo una posizione in sella racing e, avendo le gambe lunghe, è spesso costretto a pedalare con tanto fuorisella e un notevole sbalzo sella/manubrio.

Componenti

Cominciamo dall’alto, dal cockpit. Si tratta del nuovo manubrio integrato Aero RSL, più leggero, più aerodinamico e più ergonomico rispetto alla versione precedente. Mantiene lo stesso drop, ma i cappucci dei comandi sono 3 cm più stretti, così da offrire posture differenti: più stretta, per privilegiare l’aerodinamica, o più bassa e larga per privilegiare la potenza. Lo abbiamo trovato ergonomicamente azzeccato e comodo sia in presa alta, grazie alla sezione piatta non eccessivamente larga, sia in presa bassa grazie al drop ben calibrato.

Le ruote sono le pregiate Bontrager Aeolus RSL 51 (con garanzia a vita), da 51 mm di profilo. Le abbiamo giudicate molto scorrevoli ma non particolarmente reattive nei rilanci, condizionate sicuramente dall’altezza del profilo. Altro aspetto positivo di questo wheelset, nonostante la profonda sezione e la buona rigidità, è la capacità di garantire un pregevole comfort grazie alla capacità di assorbire le sconnessioni, qualità che lo rende adatto anche per le lunghe uscite di allenamento. Trattandosi di una bici dal carattere polivalente, avrei optato per un profilo da 43/45, per strizzare l’occhio alle performace in salita, preservando in buona parte quelle in pianura.

La nostra versione SLR9 AXS è la top in catalogo e monta trasmissione SRAM RED AXS E1 con misuratore di potenza integrato. Rapido e preciso nelle cambiate, anche in caso di cambiata sui pedali, sotto sforzo. Abbiamo trovato molto confortevole l’appoggio maggiorato delle leve. Eccellente il feeling, al livello dello Shimano Dura-Ace e discreta la frenata, che a volte risulta un po’ lunga.

Chiudiamo questa carrellata con la sella, anch’essa marchiata Bontrager: la Aeolus RSL, con larghezza di 145 mm e rail in fibra di carbonio. Rigida al punto giusto, risulta confortevole pure nelle uscite più lunghe, assecondando alla perfezione il carattere della bici. Personalmente ci è sembrata un po’ larga nella sezione frontale, avvertendo un fastidioso sfregamento contro le cosce che non permetteva di pedalare in modo completamente naturale.

Nulla da dire sulla qualità percepita generale, a eccezione di un neo che su un prodotto di questo livello si nota più del dovuto. Il coperchio, che sulla parte posteriore dell’attacco manubrio serve a celare il sistema di serraggio dello stesso, è realizzato in plastica di qualità non eccelsa e, soprattutto, lo abbiamo perso alla prima discesa con asfalto non perfetto.

Esteticamente il nostro giudizio sulla Trek Madone, già nella versione Gen7, è sempre stato positivo e lo è ancora di più per la Gen8, che guadagna in armonia. Su di noi, poi, questa versione team replica esercita un certo fascino, ma chi volesse distinguersi davvero (e non avesse problemi di budget) può contare sulle stupende colorazioni Icon disponibili sul Project One. Stona un po’ con l’eleganza e l’armonia della bici il sistema di serraggio del reggisella, presente anche sulla versione precedente, che lascia uno spazio d’aria vistoso che lo fa sembrare poco integrato.

Trek Madone Gen8, come va

1.554 km e 13.805 m di dislivello… Sono solo due numeri, ma dicono già molte cose: la Madone Gen8 ci ha stregati e abbiamo cercato di passarci in sella più tempo possibile. 

Una bici che ridefinisce i canoni di performance e comfort, senza compromessi. Scorrevole e veloce in pianura e su percorsi vallonati, agile e reattiva in salita, scattante perché rigida nelle torsioni laterali in piedi sui pedali ma al tempo stesso confortevole nell’assorbire le sconnessioni dell’asfalto grazie alla elasticità verticale (sisterma IsoFlow).

Il peso è leggermente superiore ad alcune rivali dirette, ma non lo si percepisce in alcun modo nelle dinamiche di guida e nelle prestazioni generali.

Una volta in sella, ci si dimentica del tempo che passa. Il senso di piacere e appagamento nell’affrontare ogni genere di percorso, conferito dal grande trasferimento di potenza (si percepisce ogni minimo watt in più espresso sui pedali) e dall’elevato feeling di guida (stabilità, precisione e sicurezza), rende le uscite estremamente piacevoli e meno affaticanti rispetto alla media. Se si chiudono gli occhi (si fa per dire…), ci si dimentica di essere su una bici racing.

Abbiamo gradito molto la geometria e le misure del telaio, che come già detto ben si sposano con la nostra corporatura e assicurano una posizione in sella molto efficiente.

Un altro aspetto decisamente apprezzato è la grande stabilità in percorrenza di curva ad alta velocità e nelle discese veloci. Tuttavia, quando si tirano i freni, per esempio in prossimità di un tornante, la bici rallenta meno velocemente rispetto alla media (si ha la sensazione che qualcuno spinga da dietro) e si rischia di arrivare lunghi nell’impostare la curva. L’avantreno è granitico e il posteriore tende un po’ ad alleggerirsi per cui è necessario guidare in modo attivo, trasferendo il peso sulla parte posteriore per aumentare il grip. Tuttavia, dopo qualche uscita ci si abitua e si prendono le misure anticipando naturalmente le frenate.

L’obiettivo bici totale è sempre più vicino… 

(Leggi la supersfida fra Specialized Tarmac S-Works SL8, Bianchi Specialissima RC e Look 795 Blade RS)

Scheda tecnica Trek Madone SLR9 Gen8,

Telaio: fibra di carbonio OCLV 900 Series, profili dei tubi Full System Foil, tubo sella IsoFlow

Forcella: monoblocco in fibra di carbonio Madone Gen8, cannotto conico

Gruppo: SRAM Red AXS, 2x12V, guarnitura 48×35 con powermeter, cassetta 10-33

Cockpit: integrato Trek Aero RSL Road, fibra di carbonio OCLV, attacco manubrio 100 mm, manubrio 420 mm

Ruote: Bontrager Aeolus RSL 51, fibra di carbonio OCLV, profilo 51 mm

Gomme: Pirelli P Zero Race, 700×28 mm (max 32 mm)

Peso (rilevato): 7,290 kg

Prezzo: 11.999 euro (5.129 euro kit telaio/forcella)

GEOMETRIA (taglia ML)

Stack: 562 mm

Reach: 389 mm

Foderi: 410 mm

Interasse: 980 mm

Angolo sella: 73,4°

Angolo sterzo: 73,5°

BB drop: 70 mm

Taglie: XS, S, M, ML, L, XL

Abbigliamento del test

Casco: Rudy Project Rebel Carbon

Maglia: Alé cycling R-EV1 Quick

Pantaloncini: Alé cycling R-EV1 Sprinter

Occhiali: KOO Demos

Scarpe: Sidi Sixty

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