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Prova Northwave Revolution, massima efficienza

di - 20/10/2025

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Foto: Martina Folco Zambelli / HLMPHOTO

L’ultima scarpa firmata Northwave che ho provato, prima di infilarmi la nuova Revolution, è stata la Flagship R GTX, che mi ha tenuto ottima e calda compagnia nei mesi più freddi. Ero dunque curioso di scoprire se la piacevole esperienza sarebbe stata confermata anche dalla sorella progettata per altre condizioni e temperature, con cui ho pedalato per un bel po’ di chilometri sotto il sole caldo dell’estate. 

A uno sguardo un po’ distratto, si potrebbe pensare che fra la nuova Revolution e la versione precedente non sia cambiato molto. Ma, una volta calzate e fatti i primi chilometri, ci si accorge del lavoro fatto in Northwave: più che una rivoluzione, un perfezionamento di un progetto già buono.

Northwave revolution, come è fatta

La calzata è fra i principali protagonisti dell’approccio “comfort e prestazioni”, che caratterizza questa scarpa. La punta è sufficientemente spaziosa per permette al piede di affrontare anche quel gonfiore inevitabile nelle lunghe giornate, in modo particolare quando le temperature sono estive. La parte centrale del piede è ben bloccata e il tallone ha una discreta imbottitura e delle efficaci applicazioni in silicone che tengono il piede ben saldo al suo posto, evitando che si sollevi.

La suola in fibra di carbonio Morph Carbon è stata aggiornata e dotata di maggiore rigidità (da 12 a 13 su 15, sulla scala Northwave), senza tuttavia sconfinare nel campo del “troppo spinta”. Si mantiene quindi abbastanza rigida per il giorno della gara, ma comunque tollerabile per i weekend o gli allenamenti sulle lunghe distanze.

Inoltre, lo stack contenuto permette una connessione migliore con i pedali, che aggiunge una sensazione di reattività e immediatezza durante gli sprint e le salite.

Dettagli di comfort

Il sistema di chiusura X-Dial SLW3, con doppio rotore, consente di stringere, allentare, regolare con precisione la calzata, anche mentre si pedala, grazie a micro-regolazioni. Tutto è intuitivo e veloce. La tensione è distribuita in modo uniforme, non si avvertono particolari e fastidiose pressioni e il piede è avvolto con un piacevole feeling di integrazione con la scarpa.

Capitolo ventilazione: sulla suola sono state ricavate due prese d’aria, una davanti e una dietro alla tacchetta, che contribuiscono al ricircolo d’aria sotto il piede. Sulla tomaia ci sono invece fori al laser e inserti in rete, che assicurano il flusso d’aria nella parte anteriore e lungo i lati. Anche la linguetta, sottile ma con una sufficiente imbottitura per isolare dai tiranti del sistema di chiusura, ha ampie zone realizzate in rete, particolarmente gradite nei giorni più caldi. I piedi “cotti” non sono mai stati un problema.

E, cosa fondamentale, la durata non è stata sacrificata: nessun segno di usura, delaminazione o graffi, anche dopo un uso intensivo.

Il nostro giudizio

La Revolution 2025 porta in dote diverse migliorie: nella calzata, nella circolazione dell’aria e nel trasferimento di potenza. Inoltre, con un costo di 225 euro, il rapporto qualità/prezzo è eccellente, soprattutto se si considera che i modelli di fascia alta costano ben oltre. 

L’aggettivo che meglio la descrive è “efficiente”. Non promette prestazioni racing, soprattutto in termini di rigidità, ma raggiunge un equilibrio perfetto: molto rigida quando la si carica, con un trasferimento di potenza percepibile e apprezzabile, ma non così rigida da volerla togliere dopo 100 km. La sensazione (piacevole) che trasmette è quella di una connessione diretta e costante. Da ultimo, un accenno sulla durata e la resistenza, doti che sono particolarmente gradite alla maggior parte di noi: usura e graffi dopo un utilizzo di media intensità, sono nella norma, il tacchetto in gomma posteriore – sostituibile – assolve il suo compito e garantisce la necessaria sicurezza nella camminata e protezione alla suola in fibra di carbonio.

La nuova Revolution rappresenta un ottimo equilibrio fra prestazioni e comfort per quei ciclisti che cercano la potenza necessaria il giorno della gara e la comodità nelle lunghe sessioni di allenamento.

Scheda tecnica

  • Suola: Morph Carbon in fibra di carbonio; indice di rigidità 13; doppia presa d’aria; tacchetto intercambiabile
  • Tomaia: PU con fori al laser e rete Airnet traspirante, linguetta con rete aperta
  • Chiusura: doppio rotore X-Dial SLW3
  • Altre caratteristiche: rivestimento tallone con iniezioni in silicone; compatibile Speedplay; disponibile anche in versione Wide fit
  • Prezzo: 224,98 euro

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.