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Antigravity A1, il primo drone 8K a 360°

di - 05/12/2025

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Il mondo dei droni apre un nuovo capitolo con l’arrivo di Antigravity A1, il primo modello consumer capace di riprendere a 360° in risoluzione 8K. Presentato all’inizio dell’anno e subito adottato da creator e viaggiatori, è ora disponibile sul mercato globale. Un debutto che segna un cambio di passo per chi racconta l’avventura, lo sport e la natura dall’alto.

Volo immersivo e controllo intuitivo

Il sistema A1 viene fornito in kit con il visore Vision e il controller Grip. Il primo replica i movimenti della testa in tempo reale: basta guardare a destra o sinistra per esplorare l’ambiente a 360°, senza i limiti dell’inquadratura tradizionale. Il secondo traduce il gesto della mano in traiettorie di volo precise: si punta, si preme il grilletto e il drone segue la direzione indicata.
Un’impostazione pensata per avvicinare anche i piloti alle prime armi, offrendo allo stesso tempo un livello di immersione inedito.

Riprese 8K a 360°

Al centro del sistema c’è un doppio sensore da 1/1,28”, in grado di registrare in 8K 30fps e fino a 100fps in 4K. Ogni volo cattura l’intero ambiente circostante: non serve orientare la camera, né preoccuparsi di perdere un’inquadratura. L’editing avviene dopo, con il concetto “prima voli, poi inquadri”: panoramiche, Tiny Planet, soggetti tracciati con precisione grazie al sistema Deep Track, il tutto stabilizzato da FlowState, che smorza anche le raffiche di vento.

Il visore Vision pesa 340 grammi, offre 150 minuti di autonomia e monta doppi display micro-OLED da 2560×2560 per occhio. Il controller garantisce fino a quattro ore di utilizzo.

Leggero, conforme e pronto a viaggiare

Con 249 grammi di peso, A1 rientra nella categoria europea C0, quindi soggetta a regolamentazione ridotta. Offre 24 minuti di autonomia con la batteria standard, che diventano 39 con la versione ad alta capacità.

Il carrello d’atterraggio retrattile protegge la lente inferiore e, una volta in volo, consente riprese con effetto “drone invisibile”.

Strumenti intelligenti per contenuti professionali

Tra le funzioni avanzate spicca Sky Genie, che esegue manovre complesse (orbite, spirali, comete) con un solo tocco. A1 integra anche una sorta di cabina di pilotaggio virtuale, con skin speciali per rendere l’esperienza più ludica.
La modalità Sky Path permette di programmare e memorizzare traiettorie complesse. Il drone può seguirle in autonomia, liberando il pilota per concentrarsi solo sulla creatività. La funzione consente anche un’esperienza condivisa: mentre A1 vola autonomamente, altre persone possono indossare un visore Vision e “salire a bordo” virtualmente.

Le lenti e le eliche sono sostituibili dall’utente e il servizio Antigravity Care copre sia la riparazione sia il rischio di smarrimento in volo. Il sistema di rilevamento del carico utile, inedito per questa categoria, evita utilizzi impropri che possano compromettere la sicurezza.

Un ecosistema completo per creator

L’app e il software Antigravity Studio gestiscono trasferimento file, reframing automatico, correzione colore ed editing. La funzione “highlight auto” seleziona le clip migliori per creare video pronti per i social.
Non a caso A1 ha già raccolto riconoscimenti importanti: Red Dot Design Concept 2025, TIME Best Inventions 2025, Good Design Award, il titolo “Best Innovation” ai CES Innovation Awards 2026, oltre a 20 premi all’IFA 2025.

Prezzi e disponibilità

Antigravity A1 è in nei pacchetti Standard (1.399 euro), Explorer (1.599 euro) e Infinity (1.699 euro), tutti comprensivi di drone, visore Vision, controller Grip e accessori.

(Fonte: comunicato stampa)

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.