Un test per noi inusuale, che vede come soggetto un casco specifico per le prove contro il tempo, ma utilizzato anche in ambito triathlon. Abus GameChanger TRI è come un guscio, non sacrifica la ventilazione interna e ha una visiera amovibile, dotata di magneti. Non è paragonabile ad un casco “normale”, ma una volta indossato è impercettibile e per nulla scomodo. Di seguito le nostre considerazioni.
Abus, la famiglia GameChanger
I caschi che identifichiamo come “aerodinamici” occupano un grande spazio in questo mercato sempre più sofisticato e ricercato. Ci piacciono le loro forme, il design e completano in un certo senso l’immagine dell’atleta, donando quel qualcosa in più in termini di aggressività.
Un casco va prima di tutto indossato, un’affermazione di per se banale, ma capire da dove nascono i concetti che porta con se e saperlo sfruttare al massimo delle sue potenzialità, sono aspetti interessanti. Ad esempio, rimanendo in casa Abus, possiamo paragonare (per quello che concerne lo sviluppo) il GameChanger, usato dal Team Movistar e anche dagli atleti Alpecin-Fenix, proprio al GameChanger TRI.
Un design che è anche il concept di sviluppo
Entrambi hanno uno shape arrotondato, lateralmente, frontalmente e nella sezione superiore. Sono caschi che hanno un’eccellente aerazione (fattore per nulla scontato in questa categoria di prodotti) e utilizzano delle soluzioni efficaci, come ad esempio le fibbie senza snodo esterno e sono antisfarfallamento. Rimaniamo sul GameChanger TRI.
È costruito utilizzando la tecnologia In-Mold e unisce la calotta esterna ad una struttura interna in EPS. Quest’ultima, oltre ad essere il cuore del casco è rinforzata con una sorta di scheletro interno che prende il nome di ActiCage. Inoltre, il disegno interno del casco prevede diversi canali di distribuzione dell’aria, che entra dalle asole frontali ed esce dai fori posteriori (5 in entrata e 5 in uscita) disposti tra la sezione posteriore e sotto la coda. Il sistema prende il nome di Forced Air Cooling System.
La chiusura e la regolazione avviene grazie al rotore posteriore, che agisce anche sul semi anello perimetrale e grazie alle fibbie piatte con la chiusura a magnete. Rispetto al GameChanger in versione tradizionale, il TRI aggiunge una sorta di calottatura laterale che scende sulle orecchie, con l’obiettivo di diminuire le variabili in fatto di penetrazione dello spazio. La variabile principale è sempre l’atleta, mentre lo strumento è un punto fermo dal quale partire in sede di analisi. Il prezzo di listino di Abus GameChanger TRI è di 399,95 Euro.
Le nostre impressioni
Come è facile immaginare, questo casco si rivolge ad un pubblico specifico di cronoman e di triatleti che nella fase ciclistica non vogliono lasciare nulla al caso. Perché scriviamo questo, perché se per uno specialista delle prove contro il tempo è normale indossare un casco del genere, nel triathlon si utilizzano molto di più i caschi “standard”. Anche se molto stà cambiando anche nella triplice disciplina.
Un casco specifico può fare la differenza
Abus GameChanger TRI può fare la differenza, in termini di numeri, per quanto concerne il risparmio di watt ed energia, ma anche per un certo comfort legato al minimizzare i fruscii quando si alzano le velocità. Le protezioni laterali sulle orecchie limitano i fastidi generati dell’aria e sono anche comode perché rivestite di un tessuto morbido.
Rispetto ad un casco da crono tradizionale è più ventilato ed aerato, nella parte frontale e anche nella zona cervicale. Qui la coda è ben staccata dalla testa, non crea pressioni e lascia una sorta di camera utile per far circolare l’aria. Il posizionamento del casco con la mascherina può non essere immediato, perché la visiera ha una panoramica ampia, maggiore rispetto alla classica combinazione casco/occhiali e perché la linea orizzontale è diversa da un casco tradizionale. La combinazione casco/posizione da crono, con gli avambracci appoggiati sulle prolunghe, aiuta a tenere la testa ferma, con lo sguardo dritto davanti a se.
Bisogna partire dal presupposto che indossare un casco da crono nel modo corretto, è un aspetto che può necessitare di un paio/tre uscite. Sono da considerare una seduta differente in bicicletta e, fattore non secondario, la testa che deve limitare le rotazioni.
A cura della redazione tecnica, immagini redazione tecnica e Matteo Malaspina