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Angoli della bici, quanto sono importanti?

di - 02/02/2021

Angoli: piantone e sterzo, quanto sono importanti?

Una volta creata la bozza, dopo aver deciso che cosa deve rappresentare e quale performance deve elargire la bicicletta, uno dei primi passaggi è proprio quello che vede gli angoli protagonisti dell’intero “progetto bici e della geometria della bicicletta”. Nella maggior parte dei casi, quando si crea uno stampo (telaio in carbonio monoscocca) si parte dall’impostazione degli angoli dello sterzo e del piantone. Quanto si mettono i tubi in dima, per la fasciatura (in caso del carbonio), oppure per la saldatura (per i frame in lega metallica) è fondamentale partire e decidere le inclinazioni degli angoli. In termini di prestazioni, gli angoli dello sterzo e del piantone sono così importanti? Su cosa influiscono?

Angoli della bici, quanto sono importanti?

Angoli e altri componenti

Prima di tutto è necessario scrivere che: “se gli angoli dell’avantreno e del retrotreno sono fondamentali per la resa tecnica del mezzo e intervengono in maniera primaria alla definizione del comportamento della bicicletta, è altrettanto vero che anche il rake della forcella gioca in ruolo altrettanto fondamentale”. Oggi come oggi, molti brand utilizzano per uno stesso modello di bici, forcelle con due rake differenti: un rake più contenuto per le taglie piccole e medie, uno più abbondante per le taglie grandi. Perché? Le motivazioni principali sono due:

  • Le taglie più piccole hanno l’angolo dello sterzo che si sposta maggiormente in avanti. A questi collima un rake contenuto che permette di accorciare il passo totale delle bicicletta e di non influire in modo negativo sulla stabilità.
  • Al contrario, le taglie più grandi hanno (in linea di massima) gli angoli dello sterzo che “guardano” verso l’interno della bicicletta, abbinati ad un rake che si sposta in avanti. Ragioniamo nell’ottica di una geometria e di numeri che devono essere funzionali al comportamento del mezzo: la combinazione citata in questo caso, permette di “ammorbidire” una bicicletta con un “passo totale” che risulta estremamente compatto. Il rake della forcella è lo scostamento numerico che esiste tra i forcellini e la linea dello sterzo.
Angoli della bici, quanto sono importanti?
Un altro esempio che permette di identificare come si sviluppa l’angolo dell’avantreno e del rake della forcella.

Rake ridotto e bici compatta

Concettualmente si potrebbe pensare di usare una forcella con un rake ridotto anche per le taglie più grandi, nell’ottica di estremizzare la resa della bicicletta. Qualche pro lo fà (ma quelli fanno un altro sport), ma solo in situazioni specifiche. Tecnicamente è possibile, ma il rischio di avere una bicicletta inguidabile ed instabile nei tratti tecnici e durante i cambi di direzione repentini, è molto più che reale.

Angoli della bici, quanto sono importanti?

Scegliendo una bici in base ai numeri

Se dovessi scegliere una bicicletta, valutando quest’ultima per i numeri che esprime su carta a quale aspetto dò una maggiore importanza?

Oltre alla taglia, sicuramente il reach e lo stack, senza dimenticare la lunghezza del tubo dell’orizzontale e l’altezza del profilato dello sterzo. Solo in seconda battuta, valuterei gli angoli del seat-tube e dello sterzo. “Prima di tutto devo sentirmi bene in sella e la bici mi deve gratificare sotto il profilo estetico”. La corretta valutazione della taglia anche in base al reach e lo stack, mi permette di avere un fuori-sella adeguato e di limitare l’uso di spessori tra stem e tubo dello sterzo.

Angoli della bici, quanto sono importanti?
Alcuni sviluppi relativi alle geometrie più moderne, permettono di accostare, quasi sovrapporre le taglie più piccole a quelle grandi. Questa immagine, che si riferisce alla Lapierre Aircode DRS ne è una dimostrazione.

Reach e stack: cosa sono e a cosa servono

Ma focalizziamoci sugli angoli della bicicletta

  • L’angolo dell’avantreno influisce sul comportamento della bicicletta, sulla sua stabilità e sull’equilibrio. Gli angoli di apertura dello sterzo non vanno valutati da soli ma combinati con il rake della forcella e taglia per taglia. Ha una valenza tecnica anche nella categorizzazione della bicicletta: aero, endurance, votata alla salita e all terrain.
  • I numeri che si riferiscono all’angolo del piantone influiscono sulla comodità del mezzo e sul posizionamento del ciclista, una volta che questo è in sella. Gli “angoli più coricati” favoriranno una posizione in sella che scarica il peso in modo maggiore sulla ruota posteriore. Questo fattore, non di rado permette di aprire anche l’angolo dell’articolazione del ginocchio. Le angolazioni “dritte in piedi” (74,5° e 75°, solo per fare due esempi) agevolano invece una posizione centrata sul piantone e sulla scatola del movimento centrale .Questo fattore che in un certo senso massimizza ed estremizza la pedalata (in genere, le bici aero concept e le biciclette da crono adottano queste soluzioni).
  • Aggiungendo: prendiamo spunto anche dalle geometrie delle mtb front più moderne, che vedono un angolo del piantone “drittissimo” per massimizzare l’efficienza della pedalata e sfruttare il peso centrato sul mezzo, abbinato ad un angolo frontale “aperto”, per non sacrificare la stabilità anche nei percorsi più tecnici.

Angoli della bici, quanto sono importanti?

In conclusione

Il discorso che abbiamo affrontato è piuttosto tecnico ed ha un delta di argomentazioni ampie. In queste poche righe abbiamo cercato di semplificare, restringendo il campo al solo utilizzatore che osserva i grafici e le schede relative alle taglie delle biciclette. Se gli angoli sono importanti e offrono indicazioni su quello che è il carattere della bicicletta, è pur vero che questi fanno parte di un pacchetto che si esprime grazie ad una serie di fattori che collimano tra loro. Gli angoli anteriori e posteriori che volgarmente definiamo “aperti” e con cifre decrescenti, in linea di massima diventano sinonimo di stabilità, comfort e di una “pedalata più rilassata”. Gli angoli “chiusi” invece, possono (in linea generale) diventare sinonimo di una massima ricerca di sfruttamento del binomio mezzo/corridore.

a cura della redazione tecnica, immagini di Sara Carena, Matteo Malaspina, Cesar Lorreda e della redazione tecnica.

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Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.