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Reach e stack: cosa sono e a cosa servono

di - 19/01/2021

Reach e stack: cosa sono e a cosa servono

Ma dove sono finite le taglie delle biciclette di una volta? Che fine hanno fatto quei riferimenti numerici che erano di facile interpretazione? Perché sono stati aggiunti i valori di reach e stack alle taglie delle biciclette, quando dobbiamo scegliere la misura corretta? Cosa ci permettono di identificare questi due riferimenti che hanno un ruolo sempre maggiore nelle tabelle della geometria della bici? Cerchiamo di fare chiarezza.

Reach e stack: cosa sono e a cosa servono
Un’immagine che presenta i dati completi del progetto e che permette di identificare con facilità anche i valori di reach & stack, rapportandoli a quelli classici della tubazione orizzontale, verticale e dello sterzo.

Reach & stack, profondità e altezza in ambito road

Il reach ci permette di capire la profondità della bicicletta, un valore che si aggiunge a quello della tubazione orizzontale e alla taglia del telaio. La profondità, non la lunghezza, calcolata dal centro del movimento centrale al centro della tubazione dello sterzo.

Lo stack aiuta a capire l’altezza della bicicletta. Non l’altezza da terra, lo stack non è quella verticale che esiste tra il movimento centrale e il pavimento, ma è quella linea (verticale) che c’è tra la sezione top dello sterzo e l’asse del movimento centrale. 

Sotto molti punti di vista, l’adozione di reach e stack nelle geometrie moderne, aiutano e non poco a scegliere la taglia corretta della bici, perché a parità di taglia possiamo trovare delle differenze sostanziali da bicicletta a bicicletta, da un modello ad un altro, tra un marchio ed un altro. Inoltre, una segmentazione delle stesse bici (aero, endurance, racing, gravel etc.) ha obbligato ad adottare altri valori rispetto a quelli classici del passato. Ecco che, il reach e lo stack diventano fondamentali anche per categorizzare il mezzo.

Bicicletta, ogni categoria ha le sue caratteristiche

Facciamo alcuni esempi

Prendiamo come riferimento alcune taglie medie, misure che oggi identifichiamo nella 54. Di seguito evidenziamo dei modelli, uno per categoria, biciclette che esprimono dei valori ottimali e molto moderni. Questi sono numeri delle taglie standard presenti nei vari cataloghi. Rimaniamo in ambito road, con uno sconfinamento nel settore gravel:

  • Cannondale SuperSix Evo Disc (categoria racing light), tg.54, reach 38,4 cm, stack 55,4 cm, tubazione dello sterzo 15,3 cm.
  • Specialized Aethos Disc (endurance superlight), tg.54, reach 38,4 cm, stack 54,4 cm, con un’altezza dello sterzo di 13,7 cm. (da notare la differenza di altezza dello sterzo, rispetto alla SuperSix Evo).
  • Trek Domane Disc (categoria endurance), tg.54, reach 37,4 cm, stack 57,5 cm, tubazione dello sterzo 16 cm.
  • Nuova Lapierre Aircode DRS Disc (categoria aero), tg.M, reach 39,3 cm, stack 53,8 cm, tubazione dello sterzo 14 cm di altezza. 
  • BMC URS (categoria gravel), tg.M, reach 41,5 cm, stack 56,9 cm, con una tubazione dello sterzo alta 146 mm.
Reach e stack: cosa sono e a cosa servono
Rimaniamo sempre dell’opinione che una visita e un controllo per il bikeffitting è una buona soluzione e un deterrente ottimale, per stare bene in sella ed erogare una performances. Inoltre, molti protocolli moderni di valutazione, permettono anche di considerare i modelli delle biciclette prima dell’acquisto, perché inseriti nei vari database delle aziende che producono selle (ad esempio).

Cosa notiamo

Ci piace sottolineare che le biciclette con una propensione corsaiola e racing oriented, sono più lunghe e meno alte, rispetto alla endurance. La tendenza è quella di sfruttare una maggiore efficienza aerodinamica del mezzo, abbassando l’avantreno e allungando l’orizzontale. Questo concept è in parte mutuato dalla mtb, nello specifico dalle off-road 29er. Nelle categorie endurance e gravel, la penetrazione aerodinamica ricopre un ruolo meno importante (talvolta marginale) e si tende a favorire una posizione del busto più rialzata verso l’avantreno. Tradotto: maggiore comfort e stabilità sullo sterrato, meno sacrifici nella zona lombare del corpo e nella zona diaframmatica. Nel complesso, la geometria di una bicicletta è finalizzata alla performance del mezzo meccanico.

Reach e stack: cosa sono e a cosa servono
Un grafico interessante che mette a confronto lo stesso modello aero di Lapierre, la Aircode, ma di due generazioni differenti. Il marchio francese, a parità di taglia e per la nuova Aircode DRS, ha scelto di aumentare lo stack, diminuendo il reach. La bici risulta più compatta in termini di lunghezza, ma è più alta. In un certo senso come succede nell’ambito delle bici da crono, dove gli atleti sono sempre meno schiacciati verso il basso, ma più allungati e con la schiena in posizione orizzontale. Questo è solo un esempio.

In conclusione

Le biciclette sono sempre più specifiche, adatte a quell’utilizzo e per quel contesto. Il reach & lo stack ci permettono di valutare al meglio se quella taglia e quel modello di bicicletta, è adatta alle nostre caratteristiche ed anche alle nostre esigenze. Far collimare al meglio i due valori ci permette di stare più comodi una volta in sella, di performare meglio e anche di avere maggiore gratificazione quando guardiamo la bicicletta. Avere un mezzo che ha reach & stack ottimali, permette, ad esempio, di usare meno spessori tra attacco manubrio e tubazione dello sterzo. Si può sfruttare meglio la sella, i suoi appoggi e tutto quello che concerne il comfort nel breve, medio e lungo termine. Al di la della preparazione atletica e della propensione allo sforzo, si limitano i dolori ad articolazioni, alla schiena e al collo, ma anche alle braccia.

a cura della redazione tecnica, foto redazione tecnica, Federico Mele, Phil Gale (BMC).

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.