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BAM! dieci anni di storie

di - 10/07/2024

BAM! 2024 foto delle tende con lo sfondo di mantova

di Andrea Benesso, foto Martina Folco Zambelli/HLMPHOTO

Premessa
Andrea è un ragazzo con mille idee e, soprattutto, con la capacità di trasformarle in realtà. Il BAM! È una di queste, forse la più bella, sicuramente quella a cui più è legato. Poiché è anche un ragazzo che scrive bene, gli abbiamo chiesto di raccontarci questa storia… (la Redazione)

Il vento, è questo il punto

In Patagonia, in California, nel Pamir, in Turkmenistan, in Mongolia: ho sempre avuto il vento contro. Non so cosa ho fatto di male; sono destinato al vento contro. Quindi, quando qualcuno mi chiede consiglio gli dico sempre di andare dalla parte opposta alla mia. Il vento è come avere uno seduto sulla bici, che ti tira indietro, che non parla. Il freddo, il caldo, la neve trasformano il paesaggio, rendendolo, verde, secco o bianco, ma il vento non cambia nulla; ti blocca, invisibile, vigliacco, senza mostrarsi”: Dino Lanzaretti, che ha pedalato in tutto il mondo e qualche anno fa è stato il primo uomo a pedalare in Siberia d’inverno, senza fare la (brutta) fine dei due precedenti viaggiatori, parla così del vento. 

Al BAM!, a un certo punto, tutti parlano del vento, più della birra o della nuova bici. 
Più della moglie (o del marito) rimasta a casa.
È come se viaggiare in bicicletta non potesse prescindere da questo, tanto che mi chiedo se sia un tema di meteorologia o di filosofia. 
Viaggiare in bicicletta, ossia, banalmente, pedalare per andare da qualche parte, a prescindere dal fatto che sia Voghera o Capo Nord, è quindi spesso una lotta contro il vento, ma anche un andare contro, in direzione opposta al buon senso.
È forse questo sentirsi parte di un modo di andare e vivere un po’ contro che fa di BAM! una community più che un evento.

BAM!

Ma che diavolo è BAM!? perché molti me lo chiedono, anche se sempre meno.
BAM! è il raduno europeo dei viaggiatori in bicicletta. 
Eleonora –  la mia socia in molti progetti più o meno fallimentari – e io ce lo siamo inventati esattamente 10 anni fa, prima dell’ondata del Gravel e prima che il bikepacking diventasse cool. 
Insomma, all’epoca era veramente un’idea controvento. Eppure funzionò, da subito.

Le granfondo, le gare di XC o di DH, le ciclostoriche, le randonnée e le fiere.
Giro d’Italia e il Tour de France.
In tutto questo, non c’era spazio per i viaggiatori in bicicletta, ancora identificati con i tedeschi con i sandali e i calzini bianchi, diretti a Jesolo con biciclette pesantissime.
 Partimmo da qui: perché non facciamo un raduno per chi viaggia in bicicletta?
Un raduno vero e proprio, fatto dalle persone, che ognuno possa vivere a modo suo, portando storie e voglia di incontrare gli altri.
Presto fatto, Livigno ci ospitò il primo anno e il concetto era semplice: arrivare in bici da casa; del resto ci saremmo occupati noi.
Eravamo 150, molti di più di quanti pensassimo, ma soprattutto fu subito magia e, dal secondo anno in poi, i partecipanti iniziarono a essere mille, poi tremila e via così, fino al 2024. 
BAM! era un evento che avevamo pensato per pochi amici matti e per noi: non avevamo capito che quello spirito un po’ punk, quella voglia di avventura, di condivisione, quel non senso che ti spinge più lontano del dovuto e controvento e a volte ti mette nei guai avrebbe coinvolto migliaia di persone, ognuna alla ricerca di qualcosa di diverso: ispirazione, idee, sogni, amici, avventure o semplicemente di sentirsi riconosciuto.

I numeri raccontano poco

La dimensione odierna di BAM!, probabilmente il più grande evento al mondo per viaggiatori in bicicletta, non si legge nei numeri, ma nella qualità dell’esperienza che alimenta: salire in bici e pedalare lontano. 
Quasi tutti i partecipanti del BAM! arrivano infatti pedalando da casa, percorrendo anche migliaia di km, carichi di storie e di vita, quando basta per creare un’incredibile energia, che travolge tutti: si ha voglia di raccontare, di sognare viaggi lontani, di imparare, persino di innamorarsi.
Ma l’aspetto per noi più importante è che BAM! è un evento inclusivo, non solo da punto di vista dell’identità di genere o sessuale, ma anche perché accoglie ogni tipo di bici e di ciclista: non serve essere magri, giovani, alla moda, con la barba o andare forte o più lontano. E in un’epoca in cui, da Girona in giù, sembra che si possa pedalare solo che si corrisponde a un modello, ci piace vedere BAM! come un presidio di libertà, dove puoi essere quello che vuoi: un ultra ciclista, un viaggiatore con le borse da 50kg o una famiglia che viaggia con i bambini e le eBike. 
In fin dei conti ci si ritrova tutti a pedalare controvento, a pensare, a un certo punto della giornata, che forse era meglio rimanere a casa per poi arrivare a destinazione carichi di una allegria semplice, dove conta poco la vittoria o i km fatti, ma molto il proprio essere pieni di vita, pensando solo ai bisogni più semplici: dove dormire, dove mangiare, il mal di culo. 

Ogni anno il BAM! offre un programma con decine di incontri con viaggiatori di ogni genere, workshop dove imparare la meccanica in viaggio, il disegno o la fotografia, ride, concerti, yoga e molto altro, ma quello che conta è il ritrovarsi, tutti diversi e tutti simili, per alimentare una passione. 
È un format semplice, che ci piacerebbe, nel tempo, rendere ancora più essenziale, come è stato per esempio durante il covid, quando il BAM! divenne Campfire: numero chiuso, in montagna, tutti in tenda, una sola notte e con un programma minimale.  Quello che conta è sentirsi controvento, ma lungo una strada condivisa anche da altri. 

Tutte le informazioni su BAM! sono al sito bameurope.it