Presentata di recente, siamo riusciti ad averla e sfruttarla per il test. La Ultralight è tutta nuova e il suffisso Evo lo conferma. BH Bikes e il suo progetto nascono per la salita, sorprende per la sua reattività, leggerezza e per quel design che la differenzia dalle altre bici del mercato. Abbiamo provato la versione 9.0.

BH Bikes e il suo modo di lavorare il carbonio
Anche la Ultralight Evo Disc 2021 adotta un frame in carbonio con tecnologia monoscocca, ma usa un tessuto molto pregiato di matrice T1100G. Al processo di costruzione collima la soluzione HCIM (Hollow Core Internal Molding), modalità che permette di azzerare eventuali difetti e arricciature della fibra. Il vantaggio non è solo estetico, ma va a favore del peso e dall’integrità delle tubazioni. Inoltre HCIM permette di controllare gli spessori nelle zone critiche del telaio. Il peso dichiarato per un frame in taglia M è di 750 grammi (disponibile nella sola versione disco). Anche la forcella è full carbon.
Versione 9.0, l’allestimento
Oltre al frame e forcella:
- Scatola del movimento centrale BB386Evo.
- Perni passanti con misure 100×12 mm (anteriore), 142×12 mm (posteriore).
- Seat-post in carbonio con diametro da 27,2 mm.
- Manubrio integrato Vision Metron 5D con serie sterzo FSA ACR.
- Sella Prologo Dimension Tirox.
- Ruote Vision SC55 Disc tubeless ready.
- Pneumatici Hutchinson 11Storm 28c (clincher).
- Trasmissione Shimano Dura Ace Di2 11v, (pacco pignoni 11/30).
- Guarnitura FSA K-Force Light 52/36.
- Diametri dischi freno: 160 mm (anteriore), 140 millimetri (posteriore).
- Peso rilevato (senza pedali) kg 7,13.
- Prezzo di listino 8999,90 euro.
BH Bikes Ultralight Evo Disc 9.0, le nostre impressioni
E’ una bici tosta, ma al tempo stesso molto onesta in termini di prestazione e di feeling: nasce per la competizione e non lo nasconde. Oggettivamente è un bel prodotto, che a volumi contenuti delle tubazioni abbina anche una sorta di esclusività del design, fattore che ci piace sottolineare in un mondo di standard. E’ ben curata nei dettagli, anche in quelli “esterni” al frame: ad esempio i perni passanti con l’estrattore a scomparsa. Non dimentichiamo la serie sterzo FSA ACR, bella, comoda e anche rigida e un manubrio Vision, davvero piacevole da usare anche in salita.
In salita
E’ di sicuro il suo contesto ideale, ma la sua capacità di elargire la performance è molto completa. Arrampicarsi e andare con il naso all’insù, certo, ma è quando si cambia ritmo che questa bici gratifica e soddisfa. La sezione posteriore è molto reattiva, anche piuttosto rigida (si sente quando il manto stradale non è perfetto) e collima con un avantreno altrettanto rigido e capace di offrire un enorme supporto quando si pedala in fuori sella e si rilancia in maniera perentoria. Quando il peso viene caricato sull’anteriore anche l’integrato Vision Metron 5D mostra i muscoli e i reali vantaggi che può offrire: questo cockpit è tecnicamente di altissimo livello.

In discesa
Non è una bici tenera e lascia poco spazio ad eventuali correzioni ad alta andatura. La Ultralight Evo è composta, anche per merito di un treno di pneumatici con sezione da 28, ma il suo animo marcatamente racing la mette in quella schiera di prodotti che devono essere guidati con le briglie ben salde tra le mani. Agile: mostra un’agilità che diventa un vantaggio notevole quando bisogna cambiare traiettoria di continuo.
Pianura e tratti vallonati
In un contesto del genere ci ha sorpreso e non poco. Se la sua capacità di rispondere alle sollecitazioni è un dato di fatto e anche le ruote aiutano, non è così scontata la sua velocità in pianura, anche in considerazione della categoria di cui fa parte. Oltre alla bontà della costruzione, un cenno e merito vanno fatti nei confronti di reach e stack, per nulla estremizzati (abbiamo provato la taglia M/D), oltre ad un angolo piantone a 73°.

In conclusione
Ancora una volta BH Bikes ci offre una bicicletta racing oriented, senza compromessi e senza mezze misure in termini di ricerca e della prestazione. La Ultralight Evo Disc 2021 è ben fatta e ben costruita, con un telaio aggressivo che permette di “velare” il DNA corsaiolo grazie all’allestimento (e non è poco). Ad esempio: l’utilizzo delle gomme con sezione da 28, come quelle montate sulla bici in prova, sono pneumatici che offrono un buon comfort di marcia e grande stabilità in discesa.
Il prezzo è di quelli importanti, ma se consideriamo il segmento del quale fa parte ci accorgiamo che non è neppure esagerato, senza dimenticare che qui, abbiamo un allestimento over the top.
a cura della redazione tecnica, immagini Matteo Malaspina.