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Bottecchia Emme4 Superlight e T1 Endurance

di - 25/09/2017

Bottecchia Emme4 Superlight è un telaio realizzato grazie alla tecnologia Monolith, una sorta di produzione monoscocca con totale assenza di punti di giunzione. L’obiettivo è quello di offrire un frame non solo gradevole sotto il profilo dell’estetica ma anche prestazionale ed equilibrato, con una distribuzione applicazione ottimale delle fibre di carbonio, grazie anche alla particolare configurazione dello stampo. Monolith evita l’effetto wrinkle, pericolose imperfezioni del carbonio che si possono verificare in fase di stratificazione.

Il telaio è strutturato grazie al carbonio T700, T800 e T1000 con intrecci 3K e 1K. Emme4 Superlight, in uno stesso telaio sfrutta la doppia predisposizione ai freni a disco e caliper (il caliper posteriore è posizionato nella parte alta dei foderi obliqui). Il carro posteriore è compatto ma al tempo stesso capace di disperdere parte delle vibrazioni negative.

Il movimento centrale è di tipo press fit largo 86,5 mm. I pesi: il telaio in taglia media e grezzo ha un peso di 780 grammi, mentre la forcella ha un valore di 330 g. Emme4 Superlight è disponibile in cinque misure: 44, 47, 51, 54 e 57.

Passando al T1 Endurance, progetto aero marcato, fanno collimare un design race particolarmente aggressivo ma anche di buon confort per questo tipo di categoria. Infatti, come evidenzia il nome stesso, T1 Endurance è adatto tanto alle lunghe distanze quando alle gare veloci, costruito con un blend di fibre in alto modulo. Il valore alla bilancia è di 1180 grammi con il seat-post incluso, con una forcella da 410 grammi. T1 Endurance è disponibile nella versione con freni tradizionali di tipo direct mount.

bottecchia.com

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.