Pubblicità

Cannondale SuperSix Evo CX e SE, oltre l’off road

di - 24/08/2021

Cannondale SuperSix Evo CX e SE, oltre l'off road

Cannondale SuperSix Evo CX e SE, ovvero: il marchio a stelle e strisce rinnova la piattaforma SuperX e prepara due versioni, una specifica per il ciclocross (CX) e una più orientata ad accontentare i pedalatori gravel (SE). Molti concetti di design sono mutuati dalla SuperSix Evo stradale, ma ci sono delle enormi differenze tra l’uno e l’altro modello, non solo in termini di allestimento. Entriamo nel dettaglio.

Cannondale SuperSix Evo e quel DNA racing

Da prima la SuperSix e poi la SuperSix Evo, la versione della bici stradale di Cannondale ha sempre stimolato interesse a tutti i livelli di interpretazione ciclistica. Al tempo stesso, nelle sue varie evoluzioni e versioni, questa versione è stata un punto di riferimento tecnico, per molte aziende del settore e per chi ha fatto dell’approccio racing un modo per sfogare la passione ciclistica. Qui di seguito riprendiamo anche un pubblicazione che si riferisce alle due versioni SuperSix Evo.

Mettiamo a confronto due Cannondale SuperSix Evo

Si sà, la bicicletta è prima di tutto competizione e voglia di migliorare/si, che sfocia nel confronto con gli altri e molto spesso è una sfida contro se stessi. Questa è una delle motivazioni che muove il settore ciclistico e permette di sviluppare mezzi meccanici sempre più sofisticati e specifici per la diverse discipline.

Cannondale SuperSix Evo CX e SE, sono la naturale evoluzione della piattaforma SuperX e sfruttano le tecnologia usate per sviluppare la versione stradale ed entrambe si rivolgono ad un’utenze che strizza l’occhio alla velocità, alle competizioni e vogliono sfruttare una bicicletta votata alle gare, che siano ciclocross e/o gravel.

Le caratteristiche tecniche in comune

L’impatto visivo mette i due modelli sullo stesso piano, ma se approfondiamo l’argomento le differenze esistono e sono importanti. Molti sono comunque i punti in comune:

  • il frame-kit full carbon monoscocca, con il tessuto composito a modulo standard (no alto modulo). La scatola del movimento centrale è larga 83 mm ed è asimmetrica con soluzione Ai. Entrambi le versioni non prevedono il diametro delle ruote 650b, solo 700c.
  • Il rake della forcella da 55 mm, comune alle due versioni e a tutte le taglie disponibili.
  • Il carro posteriore con inserzione ribassata al piantone. I foderi bassi orizzontali sono lunghi 42,2 cm (a prescindere dal modello e dalla taglia), molto corto se consideriamo la categoria.
  • La forcella e l’alloggio del perno passante posteriore adottano la soluzione SpeedRelease.
  • Le taglie disponibili sono 5 in totale: 46, 51, 54, 56 e 58.
Cannondale SuperSix Evo CX e SE, oltre l'off road
Un dettaglio della versione CX

SuperSix Evo CX

Come scritto in precedenza, si tratta di un frame-kit in carbonio monoscocca con modulo standard Cannondale. Il passaggio interno dei cavi collima con una totale predisposizione ai freni a disco (12×100 mm anteriore e 12×142 mm posteriore, con Speed Release); nasce solo per i freni a disco. Lo shape delle tubazioni è marcatamente aerodinamico e con affetti positivi che si percepiscono anche in merito a stabilità, agilità e naturalmente velocità. La forcella e il carro posteriore adottano il concetto Save per il dissipamento ottimale delle vibrazioni.

Rispetto alla SE, la forcella e il carro posteriore, pur avendo un off-set di 55 millimetri (per tutte le misure), sono a norma UCI per l’ambito ciclocross, ovvero per sostenere pneumatici da 33 mm di sezione. Ogni taglia è caratterizzata da un reach contenuto, per avere una bici corta e compatta, ma con uno stack leggermente più alto rispetto al passato, in modo da agevolare anche una guida più alta.

L’altezza da terra (misurata dal movimento centrale è compresa tra i 28 e 28,2 cm, un vantaggio notevole per i crossisti. È disponibile una versione con una sola colorazione (purple haze) e allestimento con trasmissione Sram Force 1 (corona da 40 denti e pignoni a 11v 11/36) e ruote DT Swiss in alluminio, mentre il seat-post è in carbonio di matrice HollowGram SL Knot. Stem e piega sono in alluminio Cannondale. Il prezzo di listino è di 4199 euro.

 

C’dale SuperSix Evo SE

Una premessa è d’obbligo: non ci sono paralleli e accostamenti tecnici tra la TopStone e la nuova SuperSix Evo SE, perché dal punto di vista tecnico e di sviluppo, i due progetti sono molto differenti. Inoltre, non dobbiamo considerare questa versione adatta al bikepacking con carico di borse e valige sul telaio. La Evo SE, così come la versione CX nasce dal connubio tra la SuperX e la SuperSix Evo stradale, con l’obiettivo di accontentare chi approccia la disciplina gravel con la voglia di competere, o per lo meno di andare veloce anche su asfalto. Dal punto di vista dei materiali e delle geometrie abbiamo una sorta di riproposizione della versione CX.

cannondale supersix evo se
Un particolare del passaggio ruota anteriore della SE

Però: la forcella e il retrotreno sono ottimizzati per far passare pneumatici fino a 45 mm di sezione (il montaggio di base previsto ha le gomme da 40c). Oltre a questo, che è molto più che un semplice dettaglio, le differenze sono nell’allestimento. Anche in questo caso è prevista una sola colorazione (cool mint) e un unico allestimento, con un costo di 4699 euro. Questo prevede la trasmissione Sram Rival AXS a 12 speed (10/36) e il doppio plateau anteriore (46/33) firmato Sram. Le ruote sono le DT Swiss Spline 1600 con cerchio in alluminio. Il lega è anche il cockpit Cannondale 2, mentre il seat-post è full carbon HollowGram SL Knot (come per la CX).

A cura della redazione tecnica, immagini Cannondale.

cannondale.com

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.