Pubblicità

Canyon Grail CF SLX 8, gravel racing e oltre

di - 19/03/2021

Salire su una Canyon Grail è sempre un “gran bel viaggiare”. Ci sono tanti aspetti della performance che collimano in questo progetto, dal comfort di marcia a quella briosità racing. Dalla fluidità, passando per la stabilità e velocità su asfalto, fino ad arrivare alle quote geometriche, ben sviluppate e azzeccate. E poi in questa CF SLX 8 eTap c’è la componentistica, un valore aggiunto non da poco.

Canyon Grail CF SLX 8, gravel and racing

Il progetto Canyon Grail

Lo conosciamo bene, perché la prima Grail l’abbiamo provata nel 2018. La Canyon Grail è una vera bici da gravel, una categoria nella quale converge buona parte del ciclismo attuale, in termini di pubblico e in fatto di tecnica del prodotto. Ricerca e sviluppo, design e cura del dettaglio, ma anche la scelta di una serie di componenti che diventano funzionali alla prestazione del mezzo meccanico. Il manubrio Double Deck integrato ne è il classico esempio, così come il seat-post VCLS.

L’iconico manubrio integrato Canyon con la doppia barra orizzontale. Al di là del design, se ne apprezzano le infinite qualità nel momento in cui si utilizza, tanto su asfalto, quanto sullo sterrato e con i borsoni sulla bici.

Una bici come questa è un valido supporto al divertimento, è adatta ai brevi spostamenti quotidiani e lo è per usa questa bicicletta durante il bikepacking adventure. Una sbirciatina ad una categoria maggiormente racing e competition? Perché no, ci stà alla grande e il diametro tradizionale delle ruote (non 650b) è perfetto in tutte le situazioni. Qui di seguito un richiamo alla versione del 2018 e alla più recente Grail:On, con unità elettrica di supporto, quest’ultima lanciata nel corso del 2020.

Canyon Grail CF SLX 8.0 Di2, gravel e oltre

Canyon Grail:On una nuova era per le bici

La versione in test

Si tratta della Canyon Grail CF SLX 8 eTap 2021, parecchio accattivante e molto leggera. Scriviamo e parliamo di una bicicletta che nella taglia S (è sempre bene prestare attenzione alle taglie proposte da Canyon) ha un valore alla bilancia di 8,65 kg (rilevati e senza pedali). Il prezzo di listino è di 4899 euro.

  • Telaio e forcella full carbon Canyon monoscocca (il frame è dichiarato a 830 grammi). I perni passanti: 100×12 mm l’anteriore, 142×12 millimetri il posteriore.
  • Cockpit integrato Double Deck Gravelcockpit.
  • Il reggisella è il modello Canyon VCLS 2.0 CF.
  • La trasmissione è Sram Force AXS eTap 12v. Doppia corona 46/33 e pacco pignoni 10/36.
  • I freni sono Sram Force con dischi da 160/160 mm.
  • Ruote DT Swiss GRC 1400 Spline full carbon tubeless ready.
  • Gli pneumatici sono Schwalbe G-One Bite da 40 mm di sezione.
  • Sella Fizi’k Tempo Argo R3.

Le nostre impressioni

La frase di apertura del servizio non è stata scritta a caso, perché nella sua specificità “gravel”, la Canyon Grail conferma ancora una volta la sua bontà progettuale e la sua capacità di adattarsi. Non è una bicicletta che può essere mutuata e ripresa in un contesto ciclocrossisitico e non è una bici da strada, tantomeno una mtb. Eppure, è veloce sull’asfalto (talvolta al pari di una bici endurance) e lo è anche sullo sterrato impegnativo. La stabilità che emerge, abbinata ad una trazione eccellente del retrotreno, diventano un vantaggio anche in termini di comfort e piacere di guida; lo sono anche nel lungo e lunghissimo periodo. Buona parte della sua comodità arriva da uno sviluppo moderno delle taglie, con un reach aumentato e abbondante che permette di sfruttare uno stem ridotto. La guidabilità e l’agilità ne guadagnano. 

Canyon Grail CF SLX 8, gravel and racing

Bikepacking?

Nessuna paura, perché al di là di quello che può caricare e “trainare” la bicicletta, anche il manubrio viene in aiuto. Nel caso di borsoni ingombrati e particolarmente carichi sul comparto anteriore, il cockpit offre un’infinita possibilità di mettere le mani, distribuendo al meglio i carichi del corpo e le forze, dall’alto verso il basso. Qui, il design è funzionale all’utilizzo e alla sfruttabilità. Il reggisella sdoppiato trova la sua massima espressione, perché viene sfruttato al pieno delle sue potenzialità e aiuta a stabilizzare il binomio bici/ciclista, con riscontri positivi anche sulla trazione totale del mezzo. Se dovessimo trovare un aspetto da migliorare: sarebbe giusto prevedere una protezione sulla tubazione obliqua, in modo da schermare il carbonio da eventuali colpi e sassate che potrebbero arrivare dal basso.

Canyon Grail CF SLX 8, gravel and racing
La sezione inferiore della scatola del movimento centrale e del tubo obliquo. Si nota la porta di accesso ai cavi, in caso di utilizzo della trasmissione meccanica e dell’eventuale zona di ancoraggio della batteria ( nel caso si montasse la trasmissione Shimano Di2). Questo dettaglio, permette di abbassare anche il centro di gravità, portando una parte del peso verso il basso.

In conclusione

La Canyon Grail mantiene nel tempo il suo fascino e quella sorta di design gravel racing che appaga la vista e anche le gambe. E’ una vera bicicletta gravel oriented, probabilmente nella sua forma più pura, in grado di adattarsi alle strade di asfalto, alle ghiaiate e ai sentieri bianchi, ma capace di approcciare qualche singletrack (magari di quelli che si facevano 20 anni a dietro con la 26). A nostro parere, proprio per questa sua natura “versatile”, il doppio plateau anteriore e le ruote da 28 pollici, sono un abbinamento più che perfetto. Il prezzo di questa versione non è basso, ma è pur vero che l’allestimento è ai limiti dell’esoterico, difficile chiedere di meglio.

a cura della redazione tecnica, immagini di Matteo Malaspina.

per le foto in action abbiamo utilizzato casco e occhiali Poc, abbigliamento Craft e scarpe Shimano XC9.

canyon.com

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.