Pubblicità

CPA, sicurezza delle corse e parità di genere

di - 04/01/2022

CPA è l’acronimo per Cyclistes Professionnels Associés, ossia l’associazione internazionale dei corridori professionisti, che ha in Alessandra Cappellotto e Gianni Bugno il presidente e la responsabile delle due versioni maschile e femminile. Nei giorni scorsi, la CPA ha partecipato al seminario UCI dedicato al World Tour, occasione per un bilancio sulla stagione 2021 e per programmare quella alle porte.

Alessandra Cappellotto e Gianni Bugno si sono confrontati con le altre componenti del ciclismo su temi di grande interesse per i corridori, come la sicurezza delle corse, la sostenibilità e l’innovazione del movimento. Con l’impegno di elevare la qualità organizzativa delle gare, la tutela dei corridori, la promozione del Ciclismo e dei suoi valori.

Sicurezza delle gare e non solo

«La CPA sostiene l’UCI nella sua strategia di inclusione, rispetto delle diversità e lotta agli abusi. Con i propri associati si impegnerà per svolgere campagne di salvaguardia del clima e promozione della bicicletta, icona ecologica per eccellenza» ha commentato Bugno. «Abbiamo apprezzato quanto fatto finora per migliorare la sicurezza in gara. Il database degli incidenti e il software sviluppato dall’università di Gand per valutare la pericolosità dei percorsi di gara, i test effettuati sulle barriere attualmente in uso e la ricerca di protezioni più adeguate e sicure per il ciclismo.

Stiamo andando verso la direzione giusta e vorremmo che tutto ciò si traducesse da subito in soluzioni rapide ed efficaci per i corridori. Nel frattempo ci siamo accordati con AIOCC (Association Internationale des Organisateurs de Courses Cyclistes) perché da gennaio 2022 si considerino le problematiche evidenziate dai corridori e dai nostri delegati sui singoli eventi ciclistici. Vorremmo anche che si possa comunicare meglio tra le parti durante la corsa».

 

Antidoping e frodi

Nell’occasione dell’incontro con l’UCI è stato anche fatto il punto sui protocolli Covid-19, che saranno adeguati a seconda dell’evoluzione della pandemia. Si è parlato anche del sistema antidoping gestito da ITA e sugli strumenti che serviranno per evitare le frodi tecnologiche.

«A breve ridiscuteremo l’accordo paritario con l’AIGCP (Association International des Groupes Cyclistes Professionels) e proporremo modifiche importanti. Su tutte, l’aumento del salario minimo ma anche un miglioramento delle assicurazioni e un regolamento per tutta l’attività in cui entrano in gioco i dati sensibili dei corridori».

Cappellotto e le donne

La stagione ciclistica 2021 sarà ricordata anche per la prima edizione della Paris-Roubaix femminile.

«Per quanto riguarda il movimento femminile, stiamo facendo un grande salto di qualità. Il 2021 è stato un anno importante con la prima Paris-Roubaix della storia dedicata alle donne e il 2022 lo sarà altrettanto, con il ritorno del Tour de France femminile» ha detto la Cappellotto. «Le cicliste del World Tour saranno equiparate a tutti gli effetti ai colleghi uomini nel 2023, ma non dobbiamo lasciare indietro le atlete che fanno parte dei team Continental UCI.

La priorità della CPA Women 2022 saranno loro, che costituiscono la maggior parte del gruppo. Dobbiamo far crescere tutto il movimento, a partire dalla base, in ogni angolo del mondo».

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.