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Cinque anni con GOA: verso il Surf Reef artificiale di Genova Sturla

di - 10/10/2025

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Dopo cinque anni di duro lavoro Genova Ocean Agorà ottiene il via libera per il progetto salva-spiaggia: a Sturla si realizzerà un reef artificiale per generare onde adatte al Surf. Il mare come responsabilità condivisa


È ufficiale: il progetto di difesa costiera per la spiaggia urbana di Sturla ha ottenuto il via libera. Dopo la chiusura della conferenza dei servizi, l’amministrazione comunale ora ha tutto quel che serve per procedere con un intervento da circa 9 milioni di euro che prevede la costruzione di un pennello di 70 metri, un reef artificiale sommerso e il ripascimento dell’arenile con oltre 16mila metri cubi di materiale. L’obiettivo è duplice: proteggere il litorale dall’erosione e generare onde surfabili, trasformando la spiaggia in un luogo di resilienza e attrattività sportiva.
La linea di riva dovrebbe avanzare di circa 60 metri. Il cantiere sarà suddiviso in due lotti da 180 giorni ciascuno, per un totale di un anno di lavori. Il reef, di forma triangolare e profondità minima di un metro, è pensato per dissipare l’energia del moto ondoso e favorire la formazione di onde adatte alla pratica del surf. L’intervento sarà accompagnato da prescrizioni ambientali e di sicurezza, con particolare attenzione alla Posidonia oceanica e alla qualità dei materiali utilizzati per il ripascimento.

Dopo un traguardo simile non ci resta che congratularci con Nicolò Di Tullio, ideatore del progetto e presidente del Consorzio G.O.A., Genova Ocean Agorà, al quale lasciamo la parola per questa bellissima riflessione in esclusiva per 4surf magazine.

A volte, nel ritmo quotidiano di riunioni, progetti, telefonate e messaggi, ci si dimentica di fermarsi, respirare e guardarsi indietro. Cinque anni di lavoro sul territorio sono tanti. Cinque anni di incontri, di onde che si infrangono e di progetti che si rialzano, proprio come loro.

Un’idea semplice, dura come una roccia

Genova Ocean Agorà è nata così: come un’idea semplice e resistente, che sapeva di sale e di legami. Non un progetto chiuso in un ufficio, ma una rete viva di persone, associazioni, sportivi, ricercatori, operatori culturali e cittadini. Tutti uniti da un’intuizione: che il mare non fosse solo un orizzonte da ammirare o un luogo dove mettere i piedi a bagno, ma una responsabilità condivisa. Un patto con chi ci ha preceduto, con chi verrà dopo di noi — e con chi, altrove, si bagna nello stesso mare. Perché sentirsi cittadini di uno stesso oceano significa riconoscersi parte di un destino comune.

Dalla spiaggia di Sturla a un’idea di futuro

Ricordo i primi incontri in una piccola sala di un circolo sportivo, quando parlavamo di un reef artificiale. Non volevamo solo una barriera contro l’erosione, ma un’opera capace di trasformare la forza distruttiva delle onde in opportunità di vita, sport e ricerca. All’epoca non sapevamo che quell’acronimo, GOA — Genova Ocean Agorà — sarebbe diventato un Consorzio con oltre 35 enti, tra organizzazioni profit e non profit. Ci chiedevamo come restituire alla città il senso profondo della propria identità marittima, come far dialogare innovazione, sostenibilità, sport, educazione, cultura e quotidianità. Oggi posso dire che da quella domanda è nato un movimento.

Erosione costiera: una ferita aperta

In questi cinque anni abbiamo visto quanto il mare possa essere fragile. Le mareggiate del 2018 hanno cambiato la morfologia delle coste e la percezione collettiva del rischio. A Sturla, dove sono cresciuto sportivamente e umanamente, l’erosione non è più un tema tecnico: è una ferita che ogni anno si riapre. E non riguarda solo noi. In Italia, una spiaggia su due è soggetta a erosione. La sabbia arretra, i fondali si impoveriscono, le persone si allontanano. Ma proprio da quella crisi è nata un’idea: che il mare potesse essere difeso e valorizzato allo stesso tempo.

Il reef artificiale per il surfing nel Mediterraneo

Così è nato il progetto del reef artificiale per il surfing nel Mediterraneo: un’infrastruttura “verde e blu” pensata per mitigare l’erosione costiera e generare un’onda surfabile. Un’attrattiva sportiva e turistica, ma anche un luogo simbolico di rinascita del rapporto tra città e mare. Un seme capace di far germogliare altri progetti: dalla palestra subacquea ai migli blu, ai musei sottomarini. L’idea ha viaggiato. Ventimiglia ha già avviato i lavori per il suo artificial surfing reef, che sarà collaudato nei prossimi mesi. Siamo stati iniziatori di un movimento che guarda al mare come spazio di innovazione e resilienza.

Scienza, sport e comunità

Non è un’utopia, ma un progetto concreto, sviluppato con ingegneri, biologi marini, surfisti, tecnici pubblici, pescatori e ricercatori. È la dimostrazione che la sostenibilità può essere creativa, che scienza e sport insieme possono generare soluzioni innovative per il territorio. Il reef non è solo un’opera ingegneristica, ma una metafora del nostro lavoro: costruire per proteggere e generare vita, come gli ecosistemi naturali che ci ispirano. È una Nature-Based Solution, una scogliera sommersa che focalizza l’energia dell’onda e la rende surfabile, senza compromettere gli equilibri ambientali.

Una piazza oceanica di idee e persone

Genova Ocean Agorà esiste già, come piazza oceanica fatta di persone. Il Consorzio riunisce realtà culturali, sportive, ambientali e sociali. Abbiamo realizzato percorsi educativi, workshop per giovani, eventi di citizen science, mostre e attività di monitoraggio delle spiagge. Con il progetto “GOA: Giovani che Attivano”, condotto con APS Salvamento Nervi e sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, stiamo costruendo nuove forme di partecipazione civica. Oggi siamo oltre 35 consorziati, più di 10 volontari nella Direzione Generale (età media: 25 anni), 5.000 firmatari della nostra petizione, 7 tirocinanti da 3 università, 2 tesi di laurea dedicate al progetto e 800 persone che seguono la nostra newsletter. Sono numeri che raccontano una comunità, non un’organizzazione.

Il Render di come potrebbe apparire la secca con le onde surfabili che rompono su di essa
Il mare come laboratorio civico

Guardando indietro, vedo un percorso che ha trasformato un tratto di costa in un laboratorio civico. Un luogo dove l’educazione ambientale incontra l’arte, dove la scienza dialoga con lo sport, dove la partecipazione diventa cura. Ma questo è solo l’inizio. Genova ha ancora bisogno di ritrovare il proprio equilibrio con il mare, non solo fisico ma soprattutto culturale. Le soluzioni ai problemi dell’erosione, dell’inquinamento e della perdita di biodiversità non stanno altrove: sono nelle nostre scelte quotidiane, nelle nostre reti, nella nostra capacità di agire insieme.

Un invito a sognare ancora

Il Consorzio Genova Ocean Agorà continuerà a essere una piattaforma aperta, un laboratorio di futuro. Perché il mare non finisce alla linea dell’acqua: comincia dai nostri lavandini, dalle nostre abitudini, dalle nostre idee. Io continuerò a farlo con la stessa passione di quando tutto è iniziato — quando bastavano una spiaggia, una tavola da surf e una convinzione: che da Genova si possa costruire un modello di armonia tra città, mare e comunità, capace di ispirare chi verrà dopo di noi. Tocca a tutti noi.

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