Pubblicità

Cipollini Dolomia: i segreti del nuovo progetto

di - 03/12/2020

Cipollini Dolomia: i segreti del nuovo progetto

Quando un’azienda lancia un nuovo prodotto si crea attesa e vengono trasmessi diversi input e messaggi, ognuno di questi ha un’obiettivo ben preciso. Far salire l’attenzione e creare un’emozione. Quello che ci ha colpito della Cipollini Dolomia è la sua portanza a livello temporale, perché sono passati tre mesi dal suo lancio ufficiale (metà Settembre in occasione dell’IBF di Rimini), segno che il pubblico aspettava un progetto come quello della Dolomia.

Cipollini Dolomia: i segreti del nuovo progetto
Cipollini Dolomia 2021

Intervista a Michele Tittonel

La Cipollini Dolomia segna anche il rientro del marchio nel mondo dei pro, al fianco dei corridori Bardiani-CSF. Abbiamo fatto una breve intervista a Michele Tittonel, product manager e ingegnere della MCipollini, persona che ha contribuito in maniera fondamentale allo sviluppo di questa nuova piattaforma di bici. Di seguito riprendiamo anche la precedente pubblicazione, proprio in occasione del suo lancio ufficiale.

MCipollini lancia Dolomia sottile superlight

  • Michele, per capire meglio il progetto Dolomia, è necessario capire meglio il processo TCM. Ci puoi dare qualche nozione in merito e la tipologia di carbonio utilizzato per la sua costruzione?

Il vero protagonista del processo TCM (True Carbon Monocoque) è lo stampo. Le nostre laminatrici (i telai sono laminati a mano) utilizzano per i modelli Dolomia, NKTT, RB1K The One, NK1K e Bond2 dei veri stampi. Il risultato è un telaio in un blocco unico. Triangolo principale e carro posteriore sono una sola anima. Questo significa che tutto il telaio e di conseguenza il carbonio, subiscono una cottura in autoclave, in modo uniforme. Ti dico questo perché, molti telai in commercio vengono spacciati per monoscocca quando in realtà sono ottenuti dall’incollaggio dei due triangoli principali.

Cipollini Dolomia: i segreti del nuovo progetto
Alcune fasi del processo di laminazione del carbonio
  • La tecnologia TCM permette uno o più vantaggi!

Solo con TCM si ha la totale continuità delle fibre, ottenendo così le caratteristiche volute nel progetto e agendo direttamente sulla rigidità telaio, sul peso e sull’aspetto comfort. Nel caso specifico del progetto Dolomia ci si è orientati su fibre di carbonio ad alto modulo per la necessità di raggiungere le caratteristiche meccaniche prefissate con poco materiale avendo un target sfidante nel peso: 780 g per il telaio in taglia M e soli 96 g per il reggisella.

  • Siamo stati abituati ad “identificare” le performances delle bici Cipollini prima di tutto attraverso il loro design e impatto estetico. Biciclette esclusive, ma al tempo stesso muscolose, massicce, a tratti estreme anche in fatto di geometrie. Dolomia è completamente differente. Come nasce il progetto Cipollini Dolomia e quali sono i suoi obiettivi principali?

Dolomia non nasce per essere la bicicletta da fornire “solo” a scalatori del calibro di Rivera, pro che nel 2021 si cimenterà al Giro d’Italia proprio con questo modello. Cipollini Dolomia fin da subito viene progettata con l’obiettivo di essere la bicicletta per l’utente che vuole divertirsi nel fine settimana, a prescindere dal suo livello di preparazione atletica. Uno degli obiettivi principali di questa bici è quello di gratificare in salita, magari in quelle scalate sempiterne ed estenuanti, quanto nelle relative discese, con affidabilità e in totale sicurezza. La Cipollini Dolomia è stata sviluppata tenendo ben focalizzate le quote di rigidità e comfort che ogni punto del telaio doveva raggiungere. Lavoro e obiettivo tutt’altro che semplice. Prima di arrivare al prodotto finale, alla ricetta magica di oggi, Dolomia ha visto 23 prototipi. Inoltre, ogni fase di sviluppo ha previsto dei test in laboratorio e delle seguenti prove su strada.

Cipollini Dolomia: i segreti del nuovo progetto
Un esempio della Cipollini Dolomia, livrea cromatica e allestimento.
  • Si parla tanto di aerodinamica anche nella categoria delle bici superleggere, da salita. E’ un fattore che è stato valutato anche in fase di sviluppo della Dolomia?
Cipollini ha di fatto creato il segmento bicicletta aerodinamica nel mondo bicicletta da strada, con la RB1K The One, bicicletta che rimane una delle massime espressioni in questo segmento. Dolomia è rivolta principalmente a quegli appassionati che amano inerpicarsi sulle montagne. Partendo da questo presupposto dobbiamo considerare alcuni aspetti dove il concetto di aerodinamica non influisce in modo esponenziale, a prescindere dalla preparazione atletica. Il primo è la velocità media, che può essere tra i 25 km/h e i 35 km/h. Il secondo e conseguente aspetto è che molti tratti di salita vengono percorsi sotto i 20 km/h e non di rado si usa la discesa per recuperare. Sono solo due esempi, ma permettono di capire il perché l’aerodinamica non è stata considerata tra i parametri fondamentali di sviluppo della Cipollini Dolomia. Non significa che non è stata presa in esame, ma non è un fattore in cima alla lista.
  • Quali sono i vantaggi del carro ribassato?

Il carro con questo design permette di abbassare il baricentro della bicicletta. Questo offre dei vantaggi: uno su tutti, migliora la guidabilità, che diventa veramente invidiabile per una superleggera, tanto da sorprendere uno che in discesa non ha mai tirato troppo i freni: Mario Cipollini. La scelta di far “abbracciare” il tubo sella (o piantone) dai foderi è stata dovuta alla necessità di raggiungere una buona rigidezza laterale con spessori limitati di carbonio. In questo senso e caso specifico ha fortemente influito la scelta di utilizzare il tessuto 3K per la pelle esterna (sotto si vede il contributo in termini di rigidezza del tessuto 3K, rispetto al tanto pubblicizzato unidirezionale. Ciò ha grande valore quando la pelle esterna non può essere solo estetica per contenimento del peso).

Cipollini Dolomia: i segreti del nuovo progetto
Il grafico che identifica la rigidità e confronta la stessa tra i tessuti UD, 3K e 1K.
  • perché non è stato utilizzato il ponticello di unione dei foderi obliqui?

Non abbiamo bisogno di un ponticello perché il design dei foderi obliqui che “abbracciano” lateralmente il tubo sella (o piantone) garantisce già la rigidezza target (tra l’altro lì abbiamo ben due misure di rigidezza specifiche sui sei punti totali del telaio in cui testiamo valori specifici).

  • Osservando le quote geometriche delle taglie a catalogo, possiamo dire che la Dolomia si posiziona tra le The One e La MCM? Possiamo pensare che la Dolomia ha preso i punti di forza dell’uno e dell’altro progetto?

L’utilizzatore target della Dolomia è totalmente diverso da quello degli altri due modelli citati nella domanda. Non dobbiamo comunque dimenticare che la Dolomia fa parte di un segmento “Performance” e le geometrie seguono questa filosofia: ovvero bicicletta reattiva, guidabile e confortevole al tempo stesso. Di seguito possiamo vedere un grafico dove i valori di comfort della Cipollini Dolomia vengono confrontati con un competitor che incolla il carro posteriore.

Il grafico che si riferisce al comfort della Dolomia, valore della bici che è messo a confronto con un competitor che adotta il procedimento di incollaggio del carro posteriore.

E’ importante notare come in Cipollini non si facciano sconti sulle varie quote, nel passaggio da una taglia alla successiva. Ad ogni misura corrisponde infatti una specifica angolazione ottimizzata, che riguarda angolo sterzo e tubo sella. https://www.mcipollini.com/it/bici/dolomia/ ).

https://www.mcipollini.com/it/bici/dolomia/

  • Michele, un tuo parere e considerazione in merito alla categoria delle bici con i freni a disco.

Nel mondo dell’agonismo le sfaccettature da considerare sono numerose. Dobbiamo pensare che, un ciclista professionista (o ex) trovi il massimo giovamento dalla leggerezza dei componenti, per esempio. Oppure dobbiamo tenere presente l’abitudine e il feeling che arriva dall’utilizzo delle bici con i freni tradizionali. Al tempo stesso invece dobbiamo permettere a più persone possibili di avvicinarsi al nostro magnifico sport, una disciplina che spesso mostra delle chiusure e difficoltà al cambiamento. Uno degli aspetti da tenere in considerazione è la sicurezza che ci può dare il mezzo meccanico e il progresso della ricerca che avviene su di esso.

  • I freni a disco possono incrementare la sicurezza del mezzo meccanico?

I freni a disco permettono non solo una maggior sicurezza in fase di frenata (quante volte ci capita di dover frenare bruscamente perché una vettura si immette nella nostra carreggiata o perché incontriamo un ostacolo imprevisto sulla nostra strada?) ma anche l’utilizzo di coperture più ampie. Possiamo beneficiare così di una maggiore aderenza, per esempio. In ottica design ed efficienza, le guaine per l’impianto idraulico dei freni e il loro passaggio interno, offrono maggiori garanzie rispetto ai fili dei freni tradizionali. Sono esenti da attriti che si possono creare all’interno. Infine, mi piace fare un confronto: i pesi delle bici tradizionali, hanno raggiunto dei livelli di assoluta eccellenza dopo quasi 200 anni di sviluppo. Questo mi porta ad affermare che in pochissimo tempo avremo delle bici road disco ancor più efficienti, leggere e migliori. Siamo già su una ottima strada.

https://www.mcipollini.com/it/bici/dolomia/

a cura della redazione tecnica, immagini courtesy MCipollini

mcipollini.com

 

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.