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Fiandre e birra: nettare e fascino del ciclismo

di - 22/01/2021

Birra e ciclismo, un binomio che esiste da sempre, come dire “dopo la grande fatica ecco il giusto premio, un bel bicchiere di birra”. E dove questa coppia trova la sua massima espressione? In Belgio e in particolare nelle Fiandre, perché se è vero che qui siamo all’Università del ciclismo, è pur vero che belgi e fiamminghi non temono confronti quando si tratta di lavorare il malto, i luppoli e gli lieviti. Nelle Fiandre il ciclismo è festa e per brindare si beve birra.

Fiandre e birra: nettare e fascino del ciclismo
Era obbligatorio aprire questo racconto con un’immagine di Tom Boonen, Tornado Tom, oppure detto alla fiammimnga Tommeke. E’ stato e rimarrà uno dei simboli del ciclismo, amato a tutte le latitudini, personaggio anche al di fuori dello sport, amante “del fare festa” e della birra.

Ciclismo in gruppo e birra in compagnia

Il ciclismo è uno sport individuale, ma senza la compagnia giusta, senza i gregari e gli amici non si va da nessuna parte: ci si finisce in fretta, sciogliendosi come neve al sole. Andare in bicicletta è fatica e sacrificio, anche se i contorni di questa affermazione possono assumere connotazioni ben differenti, perché la soggettività non è un’opinione. Però, anche una semplice immagine che ritrae una bicicletta, diventa uno stimolo; viaggio, divagazione ed avventura.

Fiandre e birra: nettare e fascino del ciclismo

La bici stimola la sfida

La bicicletta è come un duello di fioretto, c’é sempre un avversario. A volte il combattimento è contro se stessi, in altre occasioni è una gara, una competizione e un traguardo. Pensiamo alla Flandrien Challenge?

Essere un Flandrien può essere un obiettivo per il futuro

Perché no, rincorrere la preparazione al Challenge può essere un motivo per prepararsi al meglio, in un momento storico dove è difficile programmare. Ma si sa, dopo la sfida e la rincorsa alla bandiera a scacchi ci deve essere un premio, qualcosa di gratificante per anima e corpo. Tutti abbiamo anelato ad una bella birra dopo esserci prosciugati di energie pedalando e non solo nel periodo estivo.

Ma: “siete mai stati in Belgio”, spettatori di una gara di bici e avete mai visto l’euforia del dopo corsa? Incredibile ed emozionante, al tempo stesso difficile da descrivere con le parole e con le immagini, perché potere essere parte del circus è ben altra cosa.

Fiandre ciclismo e la sfida Flandrien Challenge

Il ciclismo su strada è più sobrio anche nelle Fiandre

A noi arrivano “solo” le gare più importanti e blasonate, quelle che nel corso di tante stagioni si sono ritagliate uno spazio importante, dell’immaginario collettivo e nelle programmazioni televisive.

Il ciclismo fiammingo è molto di più. E’ fatto di gare minori che hanno luogo in tutte le stagioni dell’anno, che vanno dal gravel alla strada, dalla mtb, fino ad arrivare alle competizioni di ciclocross. Tutte le categorie sono coinvolte: giovanili, U23, professionisti e amatori e non di rado le une fanno da contorno alle altre. Lo sapete cosa accomuna ognuna di queste manifestazioni? La bicicletta, il tifo a prescindere e la birra. E il ciclismo su strada, quello professionistico in particolare è quello più sobrio in fase di festeggiamento, perché gli amatori e i crossisiti sono vere e proprie macchine da festa.

Fiandre e birra: nettare e fascino del ciclismo
RvV, una siglia, un acronimo e per molti è una certezza. Queste tre lettere segnano il tracciato della Ronde, del Giro delle Fiandre e diventano un riferimento e ancora di salvezza quando si torna verso Oudenaarde.

Bici e birra i tanti accostamenti

Nelle Fiandre la birra è democratica, proprio come la bicicletta. Quando si pedala non esistono posizionamenti sociali, la passione e la voglia di fare sport fanno la differenza. La bicicletta è uno strumento conviviale, proprio come la birra, democratica per l’appunto. Inoltre la birra in territorio fiammingo ha mantenuto quella sorta di aurea artigianale e di naturalezza che tanto fa piacere al popolo dei pedalatori.

E pensare che buona parte di noi, noi latini, conoscono solo una piccola parte dei birrifici fiamminghi, quelli più famosi che con i loro marchi sono arrivati anche nella parte latina dell’Europa. Pensate che in piccolo comprensorio che si snoda tra Anversa e Bruges, ci sono 74 birrifici che producono birra (se ne contano oltre 160 in tutto il Belgio, per oltre 1500 tipologie di birra, con 700 profili di gusto. Molte di queste intitolate ad imprese epiche del ciclismo o a territori legati a questo sport: ci viene in mente la birra Kwaremont).

La regione è disseminata di piccoli birrifici, più o meno famosi.

La birra belga patrimonio dell’Unesco

Il primo pub nelle Fiandre risale al 1515, incredibile e da allora la birra è sempre stato un punto fermo per gli eventi ed i festeggiamenti. Nel 2016 l’Unesco ha inserito la birra belga nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, perché è cultura e parte fondamentale per lo sviluppo di un territorio. Cultura e tradizione che trovano uno sbocco moderno anche nelle attività lavorative. Lovanio è in un certo senso la capitale della birra, con l’Università che ha creato un corso “tecnologia della produzione della birra”. Lovanio, capoluogo del Brabante, Regione delle Fiandre e già questo accostamento stimola la fantasia del ciclista!

Un’immagine che ritrae i ciclisti in una delle piazze di Bruges.

A cura della redazione tecnica, immagini Tim de Waele, Arthur Los, Mathias Desmet.

cyclinginflanders.cc

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.