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Fi’zi:k Antares R1 Evo vs Antares R1

di - 11/01/2018

Fi’zi:k è un brand marcatamente racing, da sempre considerato uno dei massimi esponenti delle categorie votate all’agonismo e così lo sono i suoi prodotti. Le selle Fi’zi:k non nascono per caso, equipaggiamenti che prima di trovare uno sviluppo vero e proprio, sono oggetto di test, sviluppati con i numerosi team e atleti sponsorizzati. Proprio da qui nascono i nuovi modelli Versus Evo con canale di scarico centrale, selle presenti a catalogo con una maggiore disponibilità delle misure in termini di larghezza: infatti, sono disponibili nella configurazione regular e large.

Facciamo un passo indietro, alla tecnica di costruzione e assemblaggio del modello appena entrato in gamma: Fi’zi:k Versus Evo R1, a prescindere che sia Arione, Antares oppure Aliante, large e regular, ha un canale centrale che solca la sella dal fronte al retro, in modo da avere il medesimo feeling e scarico lungo tutta la sella. La scocca è un pezzo unico, con un valore alla bilancia contenuto, costruito in nylon e rinforzato in fibra di carbonio: la scocca include la tecnologia Wing Flex. La parte superiore invece, prevede due porzioni di schiuma, ricoperti da tessuto Microtex, completamente separati tra loro tra destra e sinistra, capaci di lavorare in maniera quasi indipendente. Regular e large, ovvero 275×142 mm rispetto ai 274×152 mm, valori che permettono alla categoria Chameleon (Spine Concept di Fi’zi:k, con curvatura della spina dorsale di livello medio) di accontentare due strutture fisiche e muscolari completamente differenti di ciclisti, che pretendono e hanno necessità di appoggiarsi in modo diverso una volta in sella, pur avendo la medesima capacità di curvatura della spina dorsale. Dimensioni regular e large, costruzione in materiali R1 e l’identità di tutte le selle della collezione (Snake, Chameleon e Bull), sono tutti aspetti disponibili per le selle Versus Evo così come le selle tradizionali, Arione, Antares e Aliante.

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LE NOSTRE IMPRESSIONI

La versione, ci piace definirla standard, di Antares R1 Braided non ha bisogno di molte presentazioni, una sella con una seduta tosta ma confortevole al tempo stesso, facilmente utilizzabile anche per quei ciclisti abituati ad usare selle con larghezze inferiori a 142 mm. Antares da sempre è un prodotto equilibrato, con una seduta/appoggio lineare lungo tutta la sua superficie. In un certo senso questo equilibrio è stato riportato anche al modello Versus Evo, forse meno rigido ma capace di trasmettere un’uguale stabilità, certamente più confortevole sul lungo termine.

Il canale centrale così disegnato, non solo permette uno scarico della zona perianale lungo tutta la sella ma offre un’aerazione migliore e continua.

A nostro parere anche in fase di posizionamento sul seat-post, la Versus Evo è più facile, meno spoilerata e più dritta rispetto alla sorella. I due foam (imbottiture) separati, sono una soluzione tanto semplice, quanto utile e a nostro parere efficacie, aspetto che fa aumentare il feeling fin dalla prima seduta. Versus Evo ha una seduta ottimale anche sulla porzione frontale estrema, sulla punta, dove pur continuando la sua azione di scarico centrale è capace di trasmettere un notevole supporto.

In conclusione: il modello Versus Evo non è un’alternativa alla tradizionale Antares ma una sella che trova un posizionamento ben preciso sul mercato. Grazie al suo equilibrio, alla sua struttura e al supporto costante che è in grado di trasmettere, anche nel corso di azione concitate è una sella adatta anche a chi non ricerca, inizialmente, un prodotto con scanalatura centrale così marcata. Il Wing Flex laterale funziona, a nostro parere anche in modo maggiore rispetto al modello standard, oltre a risultare più comodo, non fastidioso e non ingombrante per quell’atleta che vuole sentire costantemente il contatto con la sella.

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.