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Follow the Swell: Medicane Ianos

di - 09/09/2021

Testo di Giordano D’Ecclesiis
Foto di Emma Pirastru (@emmapiras_/)

Cosa significa viaggiare, al giorno d’oggi? Cosa significa sentirsi liberi in un momento storico in cui la libertà è l’ultima cosa che dai per scontata?
Beh, viaggiare non è altro che inseguire un sogno, ognuno il suo, che sia inventato sul momento o pianificato da una vita. Ma viaggiare è anche improvvisare, rischiare, scommettere.
Soffrire e poi godere, se tutto va bene.
Ed è quello che è successo a noi, nel settembre 2020.
Da sempre vivo il surf ed il mare non solo da sportivo, ma anche, e molto, da curioso. Cicloni ed anticicloni, circolazioni atmosferiche, swell buoni e meno buoni, la meteorologia gioca un ruolo rilevante nel mio approccio al surf, tanto da spingermi a viaggiare in base ad essa. Niente di più soddisfacente che partire all’ultimo minuto, magari di notte, perché arriva lo swell.
Sembra da pazzi ma è così, non per tutti, ma credo per molti.

16 Settembre 2020. caldo afoso, spiagge piene di tedeschi ed olandesi, l’estate è al termine e si inizia a sentire quella voglia di muta ed albe gelate. Le carte meteo, che controllo 4-5 volte al giorno, 365 giorni l’anno, mostrano qualcosa che personalmente, in anni, non avevo mai visto. Una formazione ciclonica anomala si era generata nel mediterraneo meridionale, qualche decina di miglia a sud della Sicilia. Anomala perché i venti previsti intorno all’occhio della ciclogenesi avrebbero raggiunto anche i 180-200 Km/h di velocità nei giorni a seguire.

Un uragano vero e proprio, nel bel mezzo del Mediterraneo. Un evento storico, figlio dei cambiamenti climatici che ormai non sono più un tabù, ma che percepiamo sempre più sulla nostra pelle. Un ciclone del genere, definito come Medicane (Mediterranean Hurricane), grazie alla spropositata forza dei suoi venti, genera swell molto potenti, carichi di periodo e misura, con spesso associati venti offshore sulle coste adiacenti.
Quindi il paradiso, per noi cacciatori di onde.

17 Settembre 2020. 3:00 AM, finiamo di caricare la macchina e partiamo, direzione sud Italia. Un evento così, più unico che raro, non possiamo farcelo scappare. La tratta da percorrere, dalla nostra bella Toscana, è di circa 900 km. Il nostro obiettivo era chiaro: arrivare il prima possibile, in modo da poter spostarci in altre zone in caso di errata valutazione del posto, e surfare.
Partire alla volta di un luogo a te sconosciuto, di cui non conosci i fondali, le strade, le persone, distante 9 ore di auto, scommettendo su uno swell che durerà solamente una giornata, ti fa sentire davvero vivo. Il viaggio è lungo, ma anche molto appagante. Attraversare quasi l’intera Italia non è cosa da tutti i giorni, se poi ad attenderci troveremo quello che stiamo cercando poco importa, il viaggio è di per se un’esperienza indimenticabile.

Ore 12:00. arriviamo a destinazione. Non credevamo ai nostri occhi. Lo swell era già entrato, potente e lineare, si percepiva una forza ed un energia in mare non paragonabile alla maggior parte degli swell mediterranei.
Il vento, forte, off-shore, regalava alle onde forme perfette, quasi da sogno. In mare nessuno, e tutt’attorno nemmeno l’ombra di un surfista. Dopo un veloce, quasi ansioso, pranzo in una pescheria locale, ci fiondiamo in uno dei centinaia spot deserti che grazie a questo ciclone mediterraneo si sono attivati lungo la costa.
Surfo tutto il pomeriggio, in solitaria, cambiando due diversi spot. Credo sia scontato affermare che sia stata l’esperienza di surf più pura che abbia mai fatto. Descrivere a parole quello che ho provato è impossibile, ma credo che le foto parlino da sole.