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Frequenza cardiaca bassa ecco alcuni motivi

di - 09/12/2020

Frequenza cardiaca bassa ecco alcuni motivi

Il periodo di fine anno di solito coincide con una ripresa delle attività sulla bici. Si inizia a pensare alla prossima stagione e si fanno programmi, tornano gli stimoli e la “voglia di fare fatica pedalando”. Non di rado però, a prescindere dall’età, ci imbattiamo in quello che è un vero e proprio fastidio, ovvero una frequenza cardiaca che non sale, oppure che non ci permette di sostenere le zone di lavoro. Perché succede questo?

Frequenza cardiaca bassa ecco alcuni motivi
Un grafico per la valutazione di un test incrementale eseguito con sistema Magnetidays. Questa tipologia di test permette anche di valutare la performance del cuore.

La bicicletta è falsa

La bici è maledetta, perché tanto è esigente e tanto “ci fa tornare allo stato brado” in men che non si dica. Ci si allena di continuo, in tutti i periodi dell’anno e con qualsiasi strumento. Utilizziamo un’enormità di tempo per fare dei piccoli passi, per crescere di condizione poco alla volta e permettere al nostro corpo di abituarsi a sopportare certi sforzi. Eppure, in pochissimo tempo, ci accorgiamo di perdere quello stato di forma che abbiamo anelato per mesi.

La bici è tutto ed è categorizzato come lo sport outdoor per eccellenza. Se il gesto della pedalata è una sorta di vincolo, quello che permette di fare al nostro organismo è impressionante: muscolarità, sforzo cardiovascolare, concentrazione e gestione delle energie. Forza ed agilità, esplosività e capacità di mettere alla prova il proprio organismo per molte ore consecutive. Riposo e capacità di recupero e la frequenza cardiaca è il nostro impianto di sostegno.

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La frequenza cardiaca stenta a salire

Quando riprendiamo le attività con un certo piglio e motivazione, in certo senso siamo “carichi a pallettoni”. Eppure, è capitato e capita a tutti, possiamo trovarci di fronte a qualcosa di inaspettato: la frequenza cardiaca bassa, oppure che si alza a fatica e non tiene le fasce di lavoro alle quali siamo abituati. Un senso di stanchezza, spossatezza, perdita di morale e delle motivazioni giuste e, scriviamolo pure, una vera e propria “incazzatura”.

I motivi principali

  • Abbiamo mangiato troppo e male, fattore questo che può incidere anche sul nostro profilo ormonale. Inoltre dobbiamo pensare che durante i processi digestivi, a prescindere dalla loro tempistica, il sangue “collabora” alla digestione.
  • Abbiamo mangiato poco e in modo scorretto, troppo lontano dall’erogazione della  prestazione.
  • Non ci siamo riposati a sufficienza. Anche in questo caso ne risentono gli ormoni.
  • Sonno notturno ridotto.
  • Stati di ansia.
  • Abbiamo affrontato le attività propedeutiche alla bici in modo eccessivamente intenso.
  • Non stiamo dando al nostro corpo il giusto tempo per abituarsi e adattarsi.
  • Dobbiamo recuperare quella possibilità di esprimere forza attraverso la pedalata. Riprendere il gesto, perché è giusto ricordarlo, pedalare è innaturale.
  • La temperatura esterna è bassa e noi non siamo abituati. Si può verificare una sorta di vasocostrizione che funge come una sorta di limitatore.
  • Pedaliamo indoor con poca luce, fattore spesso sottovalutato, ma che incide moltissimo sull’erogazione della performance atletica.
  • Beviamo poco e integriamo in una maniera scorretta.
  • Abbiamo affrontato le prime sedute con l’home trainer al di sotto dei nostri “valori numerici”, ma senza considerare l’abbondante sudorazione che comporta una seduta al chiuso.
  • Oppure, altro fattore importante e spesso sottovalutato, abbiamo ripreso le attività sulla bici con uno stato di forma e motivazioni eccellenti. Questo ci ha portato ad esagerare (anche senza esserne coscienti), ma al tempo stesso a “scioglierci come neve al sole”.
  • Conviviamo con una pressione bassa, fattore che può influire anche sull’andamento della frequenza cardiaca.

Non dimentichiamo alcuni processi “naturali”

  • Invecchiamento.
  • Bradicardia.
  • Attenzione ad intolleranze alimentari, ad esempio il glutine.
Una sorta vignetta che semplifica la “categorizzazione della stanchezza”, leggibile anche con una frequenza cardiaca ridotta.

In conclusione

Sembra banale, ma la gradualità e la pazienza sono aspetti fondamentali per limitare i fastidi di una frequenza cardiaca bassa e che fa fatica a salire. Il riferimento va indirizzato soprattutto al mondo amatoriale, a chi la bici l’ha approcciata da poco e non ne fa una questione di vita o di morte. Il rischio principale per l’universo amatoriale è quello di non riposarsi a sufficienza, con una perdita di prestazione che in alcuni casi sfocia nell’overtraining e in una sorta “stanchezza cronica”.

a cura della redazione tecnica, immagini courtesy magneticdays, foto apertura Matteo Malaspina.

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.