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Il futuro della mobilità passa da qui

di - 30/06/2017

Un aiuto che può arrivare fino a 400 watt è un notevole supporto alle gambe di chi fa fatica con le proprie gambe, che si pedali a 20 kmh oppure a 50 kmh.

Project Y di Focus è una bici da strada, una sorta e-bike road concept che fa il suo ingresso nel mercato con uno slogan importante, “il futuro della bici da strada”, frase che ha l’obiettivo di attirare l’attenzione ma che nel senso stretto ci trova in accordo.

La tecnologia non può essere fermata ma ci piace pensare al futuro di questo sport che non dimentica il piacere di fare fatica e il gusto di guadagnarsi le salite, un certo stacanovismo positivo che ci fa godere della fatica.

Una bici con pedalata assistita (ufficiale) nel settore strada? Nulla di strano, tutti sanno o potevano immaginare che, dopo il successo che stà avendo la e-bike in ambito off road mtb, la bici con batteria e motore sarebbe arrivata anche nel settore road. L’idea può piacere oppure no, può trovare condivisioni positive e al tempo stesso può essere oggetto di critiche ma affermare che questa categoria è il futuro della bici da corsa ci fa rimanere perplessi. A nostro parere il futuro della mobilità, quella urbana della grande città ma anche dei piccoli centri che sempre più sfruttano le zone pedonali e ciclabili, la bicicletta in genere come valore aggiunto alle proposte turistiche.

Non vogliamo denigrare una bicicletta e una fascia di mercato ma vogliamo proteggere la bicicletta e il gusto che prova l’amatore ad emulare le gesta dei professionisti, senza trucchi. Torniamo per un attimo alla bici Project Y: giusto precisare che questo mezzo offre un supporto a chi la pedala, fino a 25kmh, può pesare meno di 12 kg nella configurazione accattivante ed è dotata di freni a disco. Ricca di dettagli e curata nei particolari, Project Y è stata pensata per offrire una sensazione di guida il più naturale possibile, agile e facile da condurre, ben distribuita nei pesi e con un evoluto sistema d’integrazione.

Non vogliamo passare per vecchi, troppo tradizionalisti e poeti, di cantastorie ne abbiamo già troppi ma noi pensiamo ancora alla bicicletta come quello sport dove è difficile trovare il proprio limite fisico, dove uno dei valori è progredire con il fisico e con la testa, pedalando e sfidando se stessi prima di tutto.

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.