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Giro-E, sulle strade rosa pedalando sulla e-bike

di - 14/05/2021

Giro-E, sulle strade rosa pedalando sulla e-bike

Il Giro-E è una sorta di kermesse ed evento parallelo al Giro d’Italia, quello vero ed interpretato dai campioni che applaudiamo. Il Giro-E si pedala con le bici munite di assistenza alla pedalata, è una vetrina che cavalca l’onda green e della sostenibilità, più che mai attuale ed è una vera experience in bicicletta. Abbiamo, e ho pedalato, la terza frazione con partenza da Alba ed arrivo a Canale. La bandiera a scacchi è la stessa che ha caratterizzato il finale dei pro con la vittoria di Van Der Hoorn. Una bella esperienza, perché si respira aria di corsa rosa in tutto e per tutto. Una grande opportunità per potere raccontare le proprie impressioni.

Giro-E, sulle strade rosa pedalando sulla e-bike

Giro-E, le bici elettriche e una chiave di lettura

E’ qualche anno che sentiamo parlare e raccontare del Giro-E; è arrivato il momento di provare. Non è la prima volta che utilizzo una bici con il motore e la batteria. Testare, usare e capire è parte del mio mestiere e pur essendo un ciclista ed appassionato del “vecchio corso”, il mio obiettivo è prima di tutto interpretare e poi riportare un messaggio, un concetto e alcune nozioni. L’esperienza e i vari test, prima di tutto mi hanno insegnato che se vuoi avanzare devi pedalare e fare fatica, anche se c’é il motore che ti aiuta. Decidi tu quanta fatica fare, come gestire la potenza e l’erogazione del motore e quanto supporto sfruttare, ma se vuoi spingere e andare oltre, sudare, far salire i battiti cardiaci e fare watt, puoi farlo.

Giro-E, sulle strade rosa pedalando sulla e-bike

La bici e-bike è più pesante, rispetto ad una “normale” (non la chiamo muscolare, è un termine che non condivido, perché la bici è la bici, semmai è la e-bike che è “diversa”) e l’assistenza termina quando si raggiungono i 25kmh. Nei tratti pianeggianti la sfrutti meno (in proporzione), mentre in salita ti puoi divertire e provare le brezza della velocità elevata con il naso all’insù. Ogni unità elettrica ha le sue caratteristiche tecniche ben precise in fatto di supporto allo sforzo di chi pedala. Quest’ultimo fattore non è per nulla secondario e permette di gestire anche l’autonomia della batteria, perché quando termina la carica di energia! Beh, sono cavoli tuoi! Vi ho scritto queste frasi che, oltre ad essere considerazioni di chi lavora con le biciclette, permettono di dare un’interpretazione migliore al percorso tappa del Giro-E: 82 km in totale e 1454 mdsl positivi.

Giro-E, sulle strade rosa pedalando sulla e-bike

L’atmosfera è quella del Giro d’Italia (più o meno)

Non è la tappa dei pro (per fortuna, che faticata sarebbe), ma stare sul divano è ben altra questione. Ci sono le transenne con gli striscioni e le scritte degli sponsor, ci sono il palco, gli speaker e c’é il parco chiuso con il suo buffet. Non molto, ma si mangia e si beve il caffé (buono) gratis!

Ci sono le ammiraglie, i furgoni e la gente che gira con i pass al collo. Le mascherine nascondono le facce, ma le espressioni degli occhi sono ben visibili e non mentono. Per qualcuno è un lavoro (e meno male che c’é), per qualcuno è lavoro e passione che si fondono in una cosa sola. Per qualcun altro è l’occasione di essere coinvolto in qualcosa che ti fa sentire vivo e partecipe! Sarà pure il Giro-E, ma ci sono le bici e si sà: “la bicicletta è una malattia cronica che ti entra nella pelle”. C’é la cerimonia di apertura della tappa e quella per il foglio firma: si presentano le varie squadre e gli sponsor…………..Cavolo, mi chiamano sul palco con il mio capitano e vice-capitano, ma quel guanto in lattice per tenere in mano la penna e firmare è piuttosto ambiguo! Dai, un paio di battute tra di noi, si sdrammatizza anche se è la prima volta che ci vediamo. Quattro ciclisti appassionati (invitati) e quattro persone dello staff del team che ci ospita, sopporta e ha pazienza!

Tra poco si parte ed è arrivata un sacco di gente curiosa a vedere questo mondo così particolare e sconosciuto, non ancora capito a pieno. E’ quello delle e-bike e del Giro-E. Qui di seguito, grazie all’amico e compagno di giornata, Alberto Argiolas, potete vedere il link ReLive.

Giro-E, un format

Ci sono giudici di gara e regolatori, puoi essere ammonito, multato ed anche escluso. Devi rispettare le regole della manifestazione. In questo 2021 si svolge dall’8 al 30 Maggio, per 21 tappe, intervallate da 2 giorni di riposo. In team sono 8 in totale:

  • Enit, Agenzia Nazionale del Turismo
  • Trenitalia
  • Toyota
  • Fly Cycling Team/CDI (il nostro sodalizio di giornata, con bici Look e abbigliamento RH, che ci ha fornito anche caschi e occhiali)
  • Randstad eCycling Team
  • Mediolanum
  • RCS Sport
  • EMika/E-Powers

Ogni squadra è composta da 6 atleti che pedalano. Ci sono gli invitati, o cosiddetti ospiti/invitati, che sono 4 e che generalmente cambiano di tappa in tappa (anche se una stessa persona può partecipare a più frazioni). Ci sono il capitano e il vice-capitano, che sono i due riferimenti principali del team. Ovviamente ci sono i membri dello staff, assistenti, meccanici etc., che variano in base al sodalizio. Ognuno ha il suo compito, ma non vi sto a spiegare tutto il regolamento.

giro e

Ci sono delle vere e proprie classifiche e sono sei in totale

Si assegnano sei maglie:

  • quella arancio per la classifica generale,
  • la maglia gialla per la classifica master,
  • maglia rossa per la classifica di regolarità,
  • viola per la classifica sprint,
  • la maglia verde ride green, per la prova speciale
  • infine la maglia bianca per la classifica dei giovani.

A pedalare e a controllare i dati

I miei cinque compagni di viaggio: Amedeo e Luca (capitano e vice), Alberto, Marco, Dario e devo aggiungere Marco e Jacopo che ci hanno assistito in tutto e per tutto. Come essere un atleta vero per qualche ora. Il percorso molto vallonato, comunque affascinante anche se senza sole, mi ha permesso di fare una sorta di confronto con la bici tradizionale. Nonostante la e-bike Look E-765 con unità elettrica Fazua, ho usato il device Wahoo, la fascia cardio e i pedali Garmin Rally con power meter integrato. Di seguito vi mostro alcune schermate dei dati acquisiti.

Le mie conclusioni

Chi è pratico di e-bike e ha coscienza di cosa stiamo trattando in questo approfondimento e racconto, sa bene cosa è la differenza tra uno scooter e una e-bike. Per chi è scettico nei confronti delle bici con la batteria, alcuni di questi dati diventano un aiuto per capire meglio. Si è vero, non sono numeri che evidenziano la ricerca dello sforzo massimo, ma la velocità media fa capire anche l’interpretazione della pedalata.

Chi pensa che pedalare su una e-bike e non fare fatica, ha sbagliato indirizzo. Chi pedala abitualmente su una bici tradizionale e vuole provare una e-bike (la e-bike non è quella bici con il motore nascosto nel telaio, concepita per inc….e il prossimo. La e-bike non aggiunge watt ai watt delle gambe, ma supporta e lo fa in modo progressivo.) può controllare la stessa fatica, lo sforzo e le tensioni muscolari che si creano quando si spinge a fondo. Per chi è preparato fisicamente, usare una e-bike può essere un gesto propedeutico al recupero attivo e permette di viaggiare ai bassi regimi dove si “bruciano i grassi”.

Il motore di supporto stacca quando raggiungi i 25 kmh, che in pianura è davvero poco. Quando viaggi a 28/30 all’ora, la forza che metti nelle gambe è tutta la tua e una e-bike, per bella e moderna che sia, fa più attrito ed è più pesante rispetto ad una bici classica. Quando la strada sale, il motore è maggiormente sfruttabile, a prescindere dalla modalità di erogazione (minima, media e massima). Ma si può anche pedalare a motore spento e portarsi dietro oltre 15 kg di mezzo meccanico. A prescindere, è comunque necessario pedalare per avanzare. Con la e-bike non si fa fatica? Raccontatelo a qualcun altro……….

giro-e

a cura della redazione tecnica, grazie al Team Fly Cycling/CDI e ZeroRH per l’opportunità. Grazie a tutti i compagni di giornata e di pedalata, dai quali arrivano anche la traccia gps e alcune immagini.

giroe.it

 

 

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.