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Pirelli Cinturato Gravel S, quando il gioco si fa duro

di - 30/09/2022

Con questo nuovo pneumatico, Pirelli completa la famiglia di gomme sviluppate per il Gravel. L’ampia rosa premette di scegliere il prodotto più specifico per ogni tipo di utilizzo, dal divertimento al racing, e per tutti i terreni.

Come gli altri pneumatici della famiglia (RC, H, M), anche Cinturato Gravel S è una gomma tubeless ready, realizzata con la mescola SpeedGRIP. Un compound sviluppato da Pirelli, che combina perfettamente le caratteristiche tipiche di una mescola da fuoristrada, caratterizzata da doti di elevata resistenza meccanica, con una bassa resistenza al rotolamento, a cui si aggiunge un grande grip su bagnato e asciutto.

Nato per i terreni impegnativi

Il particolare disegno del battistrada di Cinturato Gravel S è stato elaborato dai tecnici Pirelli partendo dal disegno dello Scorpion S dedicato alle MTB. I tasselli sono stati ridisegnati e modificati per affrontare in sicurezza percorsi Gravel, anche piuttosto tecnici e accidentati, dove grip e sicurezza sono la massima priorità, senza tralasciare la facilità di controllo e la tenuta su strada.

Come già la versione RC, dedicata alle competizioni, anche la nuova variante S è stata rinforzata rispetto agli altri pneumatici Cinturato Gravel in gamma. La sua carcassa, costruita in nylon da 60 TPI, è protetta da una “cintura”, denominata TechWALL Gravel, che abbraccia la gomma da tallone a tallone.

Pirelli promette una gomma facile, resistente e robusta, ideale su fondi umidi, bagnati, fangosi e perfetta per la stagione autunnale. Cinturato Gravel S è già disponibile, nelle misure 700×40 (al prezzo di 66,90 euro) e 700×45 (al prezzo di 67,90 euro), sia in versione tradizionale nera, sia Classic con fianchi in para. Chiuderanno la gamma, nei prossimi mesi, le misure 650bx50 in versione nera e 650bx50 in versione Classic.

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.