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Good Year Eagle F1 Tubeless Complete, il test

di - 19/02/2021

Good Year Eagle F1, dopo il test della versione Tube Type (copertoncino), vi proponiamo la prova dello pneumatico con la tecnologia Tubeless Complete. Si tratta di una gomma road tubeless che non ha mezze misure in termini di espressione delle sue doti e di quel DNA racing che caratterizza il concept Good Year.

Good Year Eagle F1 Tubeless Complete, il test

Good Year Eagle F1 Tubeless Complete 700×25

Vogliamo mettere in risalto la sezione di questo pneumatico e fare anche una sorta di confronto con il modello clincher, che è stato il soggetto di un test pubblicato lo scorso mese di Maggio.

Good Year Eagle F1 dai motori alla bici è un attimo

Eagle F1 tubeless conferma la vocazione corsaiola di questi pneumatici, che ad una struttura moderna e un design altrettanto attuale, fanno collimare una performance dedicata a chi “piace sentire la gomma”. L’F1 viene definito anche una sorta di pneumatico “all round”, grazie alla sua mescola GSR che abbina il Graphene ad un particolare composto di Silice (ricordiamo che la mescola GSR è proprietaria di Good Year) e per via degli intagli presenti ai lati del battistrada. Il peso, abbiamo rilevato un valore alla bilancia di 275 grammi per ogni singola gomma, è di qualche grammo inferiore rispetto alla media della categoria (con sezione da 25 mm). Il prezzo di listino è di 52 euro (singolo pneumatico).

Good Year Eagle F1 Tubeless Complete, il test

Il nostro test

Good Year Eagle F1 Tubeless Complete è una gomma molto scorrevole e veloce, a tratti secca e perentoria ed è, senza mezzi termini, uno pneumatico tubeless che si rivolge agli agonisti. Fin dal primo momento, il tubeless si presenta molto compatto sul battistrada (unidirezionale), poco pastoso al tatto, con una struttura bella tosta, fattore che ritroviamo in fase di montaggio e tallonatura. Il tallone è massiccio e una volta ingaggiato il cerchio non lo molla, per un comparto che diventa stabile e sicuro: un vantaggio notevole in termini di affidabilità e stabilità.

Good Year Eagle F1 Tubeless Complete, il test

Una volta su strada

Conferma la sua propensione corsaiola e ci siamo trovati a nostro agio con delle pressioni di esercizio comprese tra i 5,5 e 7 bar, nelle condizioni di strada asciutta (il nostro peso è di 67 kg.). A nostro parere è una gomma che riesce ad esprimere le sue qualità con un meteo secco, con temperature superiori ai 10°, situazioni nelle quali si può azzardare l’aumento della pressione interna (è necessario considerare le abilità di guida e quanto si vuole “sentire la bici”). Al contrario, in caso di umido e asfalto viscido, si può agire abbassando la pressione al di sotto delle 5 atm: in questi frangenti, uno pneumatico tubeless ha dei vantaggi notevoli se paragonato ad un clincher.

Il Good Year tiene bene la corda in discesa (la differenza di porosità del battistrada, tra i lati e il centro si sente), anche a velocità elevate e tende a subire i tratti sconnessi e con asfalto granoso (occhio a gestire il gonfiaggio, è necessario trovare il giusto compromesso tra comfort e scorrevolezza). In salita non perde un watt, tosto e reattivo, con un eccellente rapporto tra grip e scorrevolezza.

Good Year Eagle F1 Tubeless Complete, il test
Il test delle gomme road tubeless Good Year Eagle F1 Tubeless Complete
In conclusione

Good Year Eagle F1 Tubeless Complete è una tipologia di pneumatico che offre delle garanzie, per quanto concerne la performance e in termini di sicurezza, maggiori rispetto ad un clincher. La sua costruzione non lascia nulla al caso, forse manca un pò di morbidezza, ma se questo fattore va ad implementare l’affidabilità, allora ben venga. Pur essendo una gomma da competizione, ha un range di gonfiaggio che copre diverse esigenze e permette di adeguare la gomma (e la sua resa tecnica) a condizioni di asfalto differenti tra loro, anche se il contesto ottimale rimane quello di caldo ed asciutto.

a cura della redazione tecnica, immagini della redazione tecnica.

mandelli.net

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.