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Granfondo Dolci Terre di Novi, il nostro racconto

di - 17/04/2018

Si è svolta Domenica 15 Aprile la 17a edizione della gran fondo Dolci Terre di Novi by Rodman, che torna ad essere prova di apertura di Coppa Piemonte. Colline dolci certamente, quelle intorno a Novi e ricche di buoni vitigni, anche se ovviamente questo aggettivo inserito nel nome della manifestazione si applica bene anche al goloso contenuto del pacco gara con prodotti dell’omonima azienda dolciaria.

Quest’anno la partenza fissata alle 10, un orario di grande comodità, nel viale dei Campionissimi di fronte all’omonimo museo, ha visto al via oltre 1100 partenti sui quasi 1200 iscritti, nonostante le numerose concomitanze. Segno dell’affezione che c’è per questa manifestazione e della voglia di correre che serpeggia tra gli appassionati dopo una primavera che ancora stenta a decollare. Infatti, nonostante alcuni scrosci di pioggia che hanno bagnato le griglie fino a un’ora prima del via, pochi hanno rinunciato a partire e molti hanno addirittura optato per completi estivi e leggeri smanicati, fiduciosi nella tenuta del meteo e desiderosi di spingere a fondo durante la gara. E bisogna spingere fin da subito perché subito dopo il via, giusto il tempo di agganciare i pedali, un breve strappetto allunga il gruppo. Chi vuole fare la gara ed è magari partito in qualche griglia più indietro cerca di recuperare terreno superando chi cerca invece di trovare il proprio ritmo senza forzare. Del resto siamo solo all’inizio e il fondo stradale bagnato con il gruppo che procede in fila indiana sollevando alti gli schizzi invita alla prudenza. Infatti, dopo una ventina di minuti la situazione si assesta con il gruppo di testa che rifiata in vista di lanciare l’attacco alle colline. E che attacco! La breve ascesa a San Cristoforo è un muro con punte al 15% che i primi spianano a 20km/h. Da lì in poi, su un fondo stradale che alterna tratti asciutti a tratti ancora umidi sarà un susseguirsi di brevi ascese e altrettanto brevi discese, in cui è necessario restare concentrati per assecondare le accelerazioni del gruppo e scegliere le migliori traiettorie. I bei borghi di Montaldeo e Mornese, ove è posto il primo ristoro, sfilano via veloci mentre il nutrito gruppo di testa è ancora compatto.

La Granfondo Dolci Terre di Novi è caratterizzata da un percorso filante e godibile, a tratti tecnico, in grado di esaltare chi sa far correre la bici. Bisogna attende la salita che precede Bosio per avere un’ulteriore selezione, anche se i gruppi che si vengono a formare in questa circostanza resteranno a poche decine di secondi l’uno dall’altro fino alla periferia di Gavi. Segno del costante ed inesorabile aumento medio del livello dei partecipanti. Mentre un tiepido sole inizia a fare capolino tra le nuvole, vengono affrontati i primi significativi tratti pianeggianti, intervallati comunque da un altro paio di ascese, tra Gavi ed Arquata dove avviene la separazione dei percorsi. Chi opta per il medio deve affrontare principalmente solo pianura, con l’eccezione di un paio di strappi severi che saranno le ultime difficoltà anche per il percorso lungo. Per i lunghisti invece è il momento di affrontare i 6km di ascesa che portano a San Martino di Roccaforte ove è posto il secondo ristoro. Chi ha ancora qualche barlume di lucidità può provare a distrarsi dalla fatica godendo dei paesaggi che via via si aprono ora che si sale di quota. Chi invece è un po’ annebbiato può, anzi deve, affrontarla del proprio passo anche in vista della successiva lunga discesa che porta a Rocchetta Ligure e il cui asfalto deformato, peraltro ben segnalato dal comitato organizzatore, rappresenta in effetti l’unica nota stonata di questo percorso. Dalla fine di questa discesa a Novi mancano solo, si fa per dire, 50 km ed inizia la solita tenzone tra le energie residue, il vento che al solito è contrario e i gruppi che da dietro cercano di rinvenire mentre chi è davanti ovviamente cerca di non farsi prendere. E’ un bel banco di prova per le capacità di collaborare dei vari partecipanti ed aggiunge quell’incertezza sull’esito finale che in un ciclismo spesso dominato da watt e pesi piuma rischia di rendere molte corse, anche amatoriali, prevedibili. L’arrivo a Novi e la volata finale sono lo sciogliersi di questa tensione e il coronamento del divertimento, anche se un po’ di prudenza nell’affrontare le ultime rotonde non guasta.

Subito dopo l’arrivo un ristoro con dolci e frutta consente una prima integrazione. Gli ampi parcheggi nei pressi della sede di partenza rendono veloce e semplice la gestione del cambio e l’accesso alle varie docce. Il pasta party adiacente al palco delle premiazioni e nei confortevoli spazi del Museo dei Campionissimi è l’ottima chiusura di una bella giornata.

A nome dell’organizzazione Cesare Donadeo ha espresso la soddisfazione per la riuscita di questa edizione, ringraziando i volontari per il lavoro fatto e l’amministrazione comunale per il supporto. Per quanto riguarda l’aspetto agonistico la vittoria sul percorso maggiore è andata ad Andrea Gallo e Annalisa Prato, mentre sul medio si sono imposti Giorgio Rapaccioli e Elisa Parracone. La vittoria per squadre è andata alla Rodman Azimut che si è imposta sia come chilometri percorsi che come numero di iscritti.

Grazie alla preziosa collaborazione di Davide Sanzogni.

Foto credits Coppa Piemonte

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.