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Granfondo Zenato, una prima in grande stile

di - 25/03/2018

La Granfondo Zenato alla sua prima edizione, raggiunge l’obiettivo, cioè quello di offrire sport e divertimento, in un week end di passione, buon cibo e buon vino. La prima edizione della Granfondo Zenato ha visto al via oltre quattrocento partecipanti di 149 diversi team, un buon risultato se consideriamo le tante e importanti concomitanze: la Granfondo di Padova che ha visto circa 2000 iscritti, la Granfondo di Sant’Angelo Lodigiano (oltre 1000 iscritti) e la Granfondo La Spezia con oltre 1300 pettorali assegnati. 

Partenza dalla Tenuta S. Cristina alle 8.30 per affrontare i 119 chilometri di percorso attraverso i vigneti storici di Trebbiano di Lugana e quelli della Valpolicella dove nasce l’Amarone. Dai 19 anni di Filippo Faettini ai 71 di Diego Poli, provenienti dall’Italia, dalla Svizzera e dalla Germania, i granfondisti si sono misurati su un percorso mosso con pochissima pianura. Punto chiave del tracciato la salita di Peri Fosse con i suoi 1650 metri di dislivello per poco più di 9 chilometri di ascesa. 

Per la cronaca: vince Diego Frignani di Stemax Team, classe 1995, che compie una vera e proprio impresa pedalando da solo per oltre 90 chilometri tallonato da un gruppo di inseguitori che allo scollinamento del Peri Fosse arriva a 10” dal fuggitivo. Le doti di passista del corridore di Poggio Renatico gli permettono di incrementare il vantaggio e presentarsi in solitaria all’arrivo di Tenuta S. Cristina. Al secondo posto si piazza Paolo Decarli della Carina Brao Caffè, terzo Carlo Muraro compagno di squadra del vincitore. Tra le donne la vincitrice è Chiara Doni, trentaduenne di Busnago che corre per ALL4CYCLING BDC.

All’arrivo tutti i granfondisti hanno potuto g al odere di un pasta party di prima categoria, organizzato con i prodotti di Giovanni Rana, piatti poi accompagnati con Vini Zenato e organizzato all’interno della Tenuta S. Cristina. 

Qualche curiosità: Verona è stata la provincia più rappresentata con oltre 100 iscritti, seguita dalle province di Brescia, Mantova e Trento. I ciclisti veneti battono i lombardi per 128 a 91. Il team più rappresentato è stato l’Asd Team Rana – Tagliaro con 25 granfondisti al via seguito dall’Highroad Team Asd con 17.

“E’ stato emozionante vedere gli oltre 400 ciclisti che hanno partecipato alla prima edizione della Granfondo Zenato pedalare tra i nostri vigneti – racconta Alberto Zenato – in quel percorso che si snoda dal cuore della nostra azienda, la Tenuta S.Cristina dove risiedono le vigne più storiche di Trebbiano di Lugana, fino in Valpolicella, dove nasce l’Amarone. Un binomio ciclismo e viticultura con molti aspetti in comune a cominciare dal rispetto per la natura, alla passione e alla costanza. Per correre una granfondo bisogna allenarsi giorno dopo giorno con dedizione e spirito di sacrificio. Per produrre un buon vino non si può aver fretta: bisogna rispettare i tempi della natura in vigna e il lungo riposo in cantina. Trascorrono almeno 4 anni dalla vendemmia prima che una nostra bottiglia di Amarone sia pronta per essere stappata”.

“Siamo molto soddisfatti per l’andamento della corsa e per la partecipazione degli appassionati, – dice l’organizzatore Claudio Terenzi, presidente del Terenzi Cycling Team – percorso entusiasmante e gara molto bella. Non è stato facile organizzare una Granfondo di questo livello in pochi mesi, ma l’impegno e la passione di tutti i collaboratori ci ha permesso di ottenere un grande risultato. Ringrazio gli sponsor e diamo appuntamento all’edizione 2019”.

foto credits: Granfondo Zenato

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.