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I nostri giorni selvaggi

di - 05/12/2016

Parlare di un libro che ha vinto il Premio Pulitzer è come trovarsi in line-up e scorgere all’orizzonte dei set di onde enormi in arrivo…nella più felice delle ipotesi speri in una fine dignitosa quando il muro d’acqua silenzioso e inesorabile si chiuderà sopra di te.

California meridionale, Hawaii, Polinesia, Australia, Indonesia, il Sud Africa dell’apartheid e di J. Bay, la gelida San Francisco, la
costa capricciosa alle porte di New York e per finire il paradiso vulcanico di Madeira, sempre un attimo prima che una foto di copertina su Surfer Magazine trasformi un “Giardino del Mare” in un business patinato. Ma se non parlo di Giorni Selvaggi ho perso in partenza, perché nel viaggio tracciato da William Finnegan ci sono dentro tutti quei ragazzi che decidono di non restare più seduti in spiaggia a guardare gli altri là fuori ed entrano in acqua remando al largo, ignari o troppo consci del pericolo, drogati dalla perfezione della natura riassunta in un’onda, in un’azione apparentemente stupida, ripetitiva e completamente totalizzante. Finnegan ha dato alla luce un breviario da leggere piano, un giorno alla volta, la potenza letteraria del testo contiene l’elegante umiltà di non fermarsi alla straordinaria avventura della sua vita, che sembra valere cento delle nostre, ma ci parla di ricerca, dedizione e soprattutto della paura che sta prima e dopo un’onda, anche nel piccolo mare sotto casa, perché vivere in funzione del surf non è raccontare dove sei stato o dove pensi di andare ma è lì dove senti di essere, in un’attesa pronta ad esplodere.

Per acquistare il libro clicca sul seguente link >> Giorni selvaggi. Una vita sulle onde