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Il localismo tra sfumature, pensieri e realtà

di - 21/11/2014

Negli ultimi anni molte persone si sono avvicinate al surf: l’affollamento è cresciuto ulteriormente, ma la costa Italiana è lunga oltre 7’400 km ed è ricca di spot alternativi e quindi, volendo, lo spazio per surfare c’è per tutti.
E allora dove si sbaglia? Per affrontare il complicato tema del localismo vogliamo proporvi un bellissimo articolo scritto da Carlo Morelli di surfinsalento.it , testo in grado di chiarire a tutti le idee sulle regole della buona convivenza in acqua.
Ma prima di elencarvi queste regole base, indispensabili per una convivenza pacifica, abbiamo voluto porre una domanda all’autore, Carlo, surfer cresciuto in una delle zone tra le più territoriali d’Italia: Ciao Carlo, cos’è per te il localismo?
Carlo: Il localismo rappresenta per me un’esperienza che mi ha fatto crescere, e successivamente uno spunto di riflessione per il mio essere “uomo di mare” e per tutta la mia attività. Cos’è stato per me il localismo? E’ stato un duro pugno nello stomaco, circa 13 anni fa, quando iniziavo a girare per tutto il Salento, dopo aver finalmente preso la patente. Io ed il mio tavolone di legno da 8 piedi rappresentavamo senza dubbio un pericolo, soprattutto quando decidevo di buttarmi in quegli spot di scoglio dove tutti erano a surfare con le tavolette. Venivo sistematicamente cacciato dall’acqua, ma difficilmente mi spostavo: rimanevo là, e mi facevo dire parole da tutti. Stranamente, però, nessuno mi spiegava il motivo per cui io non potessi surfare in quei luoghi, ed io quindi continuavo nella mia missione: cercare di surfare nel miglior modo possibile e ritagliarmi un piccolo spazietto sulla line up.

Tutto cambiò quando finalmente uno dei locali, Angelo Verzini, iniziò a spiegarmi che forse per me era meglio andare a scoprire altre onde solitarie sulla costa, e magari surfarle dieci volte di più piuttosto che frequentare dei posti più affollati con surfisti più bravi di me.
Proprio quell’apertura da parte di chi aveva più esperienza di me diede inizio alla mia “vera” esperienza di mare. Oggi le cose son cambiate molto: il localismo è fortemente presente nel cuore di ogni local salentino, ma lo sviluppo incredibile di questo sport e le storie di ognuno di noi, inesorabilmente intrecciate dal tempo e dal caso, hanno fortunatamente reso anacronistico quel famoso atteggiamento di sfida cui molti surfisti si sono trovati di fronte entrando sulle line up!

A volte discussioni accese in acqua nascono solo dal tipo di tavola che si ha sotto i piedi. Surfer: Carlo Morelli
PH: Tommaso Russo

Cos’è oggi il localismo?
Molti parlano del localismo utilizzando la parola “rispetto”. Io credo che il rispetto sia una falsa chimera, buona solo a giustificare una sorta di rituale tribale e arcaico per cui l’animale più debole deve soccombere alla sovrastante forza dell’animale più feroce. Ma noi siamo solo uomini cavolo!
Partendo dal presupposto che è sempre meglio andare in cerca di onde deserte, per poter surfare meglio e di più, ogni tanto ci sta pure che ci alziamo la mattina di una bella scaduta e ci immaginiamo proprio quell’onda lì, quella che è sempre affollata e incasinata.
Se scegliamo dunque di voler surfare in un luogo con molti surfisti, DOBBIAMO AVERE SEMPLICEMENTE “CONSAPEVOLEZZA DI SE E DEGLI ALTRI”.
Ognuno di noi ha un ben preciso posto sulla line up, se riusciamo a riconoscerlo subito, difficilmente avremo dei problemi con gli altri. Se invece non riusciamo a riconoscerlo, o spesso non vogliamo riconoscerlo, perchè ai nostri occhi siamo sempre più bravi e più esperti, allora non dobbiamo stupirci se qualcuno ci dirà parole o ci caccerà proprio dall’acqua!
Sperando di non esserci dilungati troppo, dopo le parole di Carlo riportiamo il suo articolo condiviso dal sito di riferimento del surf in Puglia, SURFINSALENTO.it

LOCALISMO. Questo è l’argomento per eccellenza, su cui ogni comunità surfistica sparsa nel mondo si divide in discussioni lunghe e tormentate, talvolta sfociando in episodi di pura violenza, verbale e ancor peggio fisica.
Tante sono le cose che si potrebbero dire al riguardo, ma senza impelagarci in discorsi poco obiettivi e facilmente discutibili, è opportuno rendere note a tutti, principianti e non, quelle basilari regole della buona convivenza in acqua.
Cercando di mettere da parte parole inutili, allora, vediamo quali massime ha prodotto il mondo del surf in tutti questi anni, ed evidenziamo che la cosa più importante da fare quando ci si approccia ad uno spot già frequentato da altri surfisti è osservare il luogo e le persone che lo frequentano, dosando la propria voglia di cavalcare le onde con una buona carica di premura e considerazione verso quelle persone che quel luogo lo vivono e lo frequentano da più tempo di noi.
Metti 50 surfisti di abilità variamente selvagge, dalla carica dura, super competitivi, maschi alfa, insieme a principianti timorosi, ed i risultati sono potenzialmente esplosivi.
Per fortuna, si sono evolute una serie di regole di base, che, se osservate, possono mantenere la pace e l’ordine in tutte le lines up affollate del pianeta.
1. SURFA NEGLI SPOT IN CUI LA TUA ABILITA’ E LE TUE ATTITUDINI TROVANO RISCONTRO
Questo è buon senso: se siete principianti, è consigliabile surfare negli spot più semplici ed amichevoli.
Se siete surfisti altamente qualificati, di lunga esperienza (almeno decennale), non perdete tempo negli spot più popolari per i principianti. Si finirà per sentirsi frustrati.
E ricordatevi di evitare gli spot super competitivi se siete soddisfatti con qualche onda più dolce.
2. RISPETTA L’ATMOSFERA DELLA LINE UP
Strettamente legato a quanto detto sopra: non aspettatevi, solo perché siete longboarder rilassati ed avete bisogno di un paio di manovre morbide, che tutti condividano la vostra etica.
L’atmosfera in qualsiasi spot di surf può cambiare di giorno in giorno e di ora in ora, anche in funzione di un mix complesso di personalità, condizioni e fattori sconosciuti. Se non condividete l’atmosfera della line up, allora prendete in considerazione di farvi una bella remata verso la riva e rimanere fuori dall’acqua per un paio d’ore, o andate a cercare uno spot che meglio si adatta al vostro temperamento.
3. NON DROPPARE O ATTUARE LA STRATEGIA DEL SERPENTE CON ALTRI SURFISTI
Il drop e il serpeggiamento su un altro surfista sono i peccati capitali di un rider, che possono rovinare una tranquilla session di surf. La regola fondamentale da osservare è che il surfista più vicino al picco dell’onda ha diritto a prenderla.
Non si dovrebbe mai remare su un’onda che è già stata presa da un altro surfista.
Il serpeggiamento è un reato ancora peggiore: il rider vede che il surfista più vicino al punto critico dell’onda ha la priorità, ma rema davanti o dietro il surfista ignaro, prendendo l’onda all’ultimo momento.
4. NON REMARE IN DIREZIONE DEI RIDER CHE STANNO SURFANDO
Quando remate, dovreste sempre cercare di evitare la linea di rottura dell’onda. È possibile eseguire questa operazione facendo un lungo giro, al di fuori del percorso principale di surfata, o prendendo la strada più faticosa all’interno e attraverso l’acqua bianca. Il buon senso dice che un surfista che sta cavalcando l’onda (a parte i pochi locals pazzi), farà del proprio meglio per evitare i surfisti che nuotano verso il picco.
5. ASPETTA IL TUO TURNO E RISPETTA I TUOI TEMPI
Una regola di base è che la persona che ha atteso più a lungo (fino a quando lui o lei sta tenendo la posizione corretta sulla line up, ovviamente) ha la priorità sulla prossima onda di un set. In pratica, purtroppo, la velocità di remata, la conoscenza delle onde, il livello di abilità, o la semplice presenza fisica può far si che il conteggio delle onde sia raramente uguale o democratico. Anche in questa circostanza, comunque, tutti hanno diritto a che il loro turno venga rispettato. Esiste sempre un ritmo naturale là fuori. Il segreto è quello di riconoscerlo e rispettarlo.
6. AIUTA SEMPRE UN SURFISTA IN DIFFICOLTA’
Raramente sono disponibili servizi medici specializzati nei luoghi dove i surfisti stanno cavalcando le onde. Le tavole possono provocare una commozione cerebrale e danneggiare gli occhi, le pinne sono in grado di tagliare le arterie, e i leashs si possono rompere, lasciando i surfisti bloccati al largo senza una tavola. Se qualcuno è in difficoltà, i riders dovrebbero far gruppo tutti insieme e aiutare il surfista ferito portandolo sulla spiaggia il più rapidamente e nel modo più sicuro possibile.
7. SIA CHE VIAGGIATE VICINO O LONTANO, RISPETTATE I SURFISTI LOCALI
Ogni spot di surf ha una propria serie di regole non scritte, secondarie. L’unico modo per avvicinarsi a un nuovo spot di surf è con un atteggiamento aperto, fiducioso e amichevole. Non abbiate paura di fare domande e osservare da vicino cosa sta succedendo nella line up. Se infrangete consapevolmente le regole, non stupitevi che la gente del posto assuma atteggiamenti intimidatori con voi.
8. RILASSATEVI, DIVERTITEVI E GODETEVI LE VOSTRE ONDE
Quando surfate, non dovrebbe avere importanza null’altro se non l’onda e la surfata. Concentratevi sulle onde ma tenete a mente gli altri; date agli altri surfisti intorno a voi rispetto e incoraggiamento. Avvicinatevi al surf con una mente aperta e un cuore aperto. Solo una cavalcata perfetta potrebbe cambiare la vostra vita. Il segreto è quello di lasciare che accada.
Carlo Morelli

Surfista, Meteorologo e Giornalista, purtroppo non in questo ordine. Caporedattore 4surf magazine dal 2014, organizzatore di eventi, istruttore surf