Pubblicità

IL PRIMO SURFISTA DELLA LETTERATURA

di - 05/04/2015

Oggi vi presentiamo il blog di Iusve, 34 anni, giornalista, autore, consulente e volontario. Su https://iusve.wordpress.com potete trovare articoli di diverso genere, ma anche racconti di surf.

Abbiamo il piacere di condividere l’articolo di Marco Severo su JACK LONDON, il primo surfista della letteratura.

Jack-London-Surfing-Surf-Simply1

“Già quel nome, Waikiki, tanto esotico e tanto pieno d’aria, provoca una sensazione di inadeguatezza nel lettore che, in una sera di fine inverno, se ne sta disteso borghesemente a letto, con il piumone, a casa sua (nel mezzo della pianura padana). Se poi, seguitando con la lettura, si apprende che l’autore del racconto non esita un secondo e, procuratosi “una tavola adatta a questo sport”, pervaso da un’energia estatica lascia la sua comoda posizione, all’ombra, sulla spiaggia di Waikiki – al sicuro dalla “forza terrificante che si esprime in furore e schiuma e suono” – e si butta in mare, allora sotto il piumone il senso di inadeguatezza vira proprio in pudore. Perché Jack London sembra parlare giusto al lettore disteso sul letto. Scendi e prendi una tavola da surf, per la miseria! E vai a vivere.

London del resto di vita s’intendeva. Dopo essere stato cercatore d’oro, marinaio, vagabondo, corrispondente di guerra, l’autore de Il richiamo della foresta e di Zanna Bianca trova se stesso su una tavola da surf. Per rivelazione. Per una sublime apparizione: “Ma d’un tratto, là fuori, dove una grande nuvola di spruzzi si drizza verso il cielo, come un dio marino che sorga da quell’accavallarsi di spuma e di un bianco ribollire, sulla cresta instabile, vorticosa, che crolla, impende e ricade, del frangente, appare il bruno capo di un essere umano”.
London diventa così il primo scrittore a praticare “lo sport del correre sulle onde”. E a raccontarlo, in modo superbo, ne La crociera dello Snark, di cui si trova un brano dedicato al surf nel volume Racconti di vento e di mare, curato da Giorgio Bertone (Einaudi, 2010), e dal quale sono tratti questi virgolettati. Perché prima degli abbronzanti, prima dei materiali sintetici, prima dei ficoni con i capelli biondi, prima di Hollywood e dei mercoledì da leone, venne la penna di Zanna bianca.
L’apparizione marina è del 1907. In primavera London salpa con sua moglie a bordo dello Snark. Quando la crociera dei coniugi fa tappa nelle Hawaii, baia di Waikiki, ecco la scoperta del surf. Mentre se ne sta seduto a riva, dove i cavalloni giungono rabboniti, lo scrittore guarda a largo e rabbrividisce all’ipotesi che un uomo possa sfidare questi “battaglioni infiniti dell’infinito esercito del mare” (sin qui siamo pari con il lettore sotto il piumone). Poi d’un tratto, nel ribollire della schiuma scorge una figura incongrua eppure meravigliosa, una sorta di Mercurio del mare che in mezzo alla furia dei frangenti si erge calmo e padrone di sé. E’ costui il primo surfista della storia della letteratura. London ne viene rapito al punto da dimenticare lo sgomento per la potenza del mare. Sicché si alza, abbandona l’ombra, si lancia nel sole (e qui lo scarto con il lettore borghese si fa incolmabile). Rischierà di sbudellarsi con la punta della sua tavola, verrà lanciato in capriola dei flutti, finché grazie ai consigli di un amico, imparerà la maniera corretta per balzare sulla tavola e prendere l’onda. Sarà una gioia. “Oh, il momento delizioso in cui sentii quell’onda afferrarmi e lanciarmi”. Il racconto del proto-esegeta del surf diventa, da questo punto, la narrazione di un’esperienza di felicità. Di totale adesione al sé e al Mercurio dai talloni alati che sta dentro, da qualche parte, dell’io. Dell’io di ciascuno di noi. Anche se a cercare sotto le coperte del lettore borghesemente disteso nel letto si farebbe mattino.”

Surfista, Meteorologo e Giornalista, purtroppo non in questo ordine. Caporedattore 4surf magazine dal 2014, organizzatore di eventi, istruttore surf