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Ciaràn Storm: lo Swell dell’anno in Liguria

di - 09/11/2023

Anatomia meteorologica della lunga mareggiata che ha interessato la Liguria dal 2 al 6 novembre 2023, la più consistente e discussa dal 2021 ad oggi, surfata anche da Leonardo Fioravanti

Testo di Michele Cicoria | Foto di @_poloverr_/ – Nicola Trevisiol @nick_trevisiol/

Dal settembre 2021 il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare nomina le tempeste più intense che colpiscono l’Italia insieme ad altri Paesi del “Gruppo del Mediterraneo centrale”. Insieme ad essi ci sono altri gruppi di Paesi che coprono tutto il continente europeo, ognuno dei quali è delegato ad assegnare il nome al ciclone tropicale che per primo lo raggiunge.
La decisione di dare nomi ai cicloni in modo universalmente riconosciuto in Europa serve da un lato a contrastare gli impostori della meteorologia che si divertono a inventare nomi di fantasia a caso, dall’altro a creare meno confusione generale permettendo di ricondurci facilmente, col passare del tempo, ai cicloni più impattanti che ci hanno interessati.

Il 2 novembre 2023 il servizio meteorologico inglese UK Met Office (UKMO) ha battezzato “Ciaràn” il ciclone extratropicale che dall’Atlantico ha raggiunto lo stretto de La Manica, approfondendosi sino a toccare il valore record di 953.3 hPa, mai registrato prima d’oggi dal barometro locale di Plymouth.

Come una spirale, dal profondo “occhio” del ciclone Ciaràn si sono avvitate in senso anti-orario le nubi e le perturbazioni, che da ovest verso est hanno attraversato i paesi del Mediterraneo investendo appieno anche l’Italia.

La lineup durante il picco di mareggiata di venerdì 3 novembre – Foto: @_poloverr_/

Questo intenso flusso occidentale ha così dato vita a una serie di perturbazioni che come i vagoni di un treno si sono susseguite sul Mediterraneo, portando una continuità di onde che non si sperimentava da diversi anni lungo la costa occidentale del Bel Paese.

In queste ultime giornate ho sentito tutti parlare di meteorologia, un po’ come se i numerosi “virologhi” del Covid-19, laureati in complottismo mediatico su google, abbiano improvvisamente scoperto che prendere le parti del meteorologo e del climatologo durante una fase di maltempo faccia veramente figo.

Così, preso un po’ dalla rabbia nel sentir cantar sciocchezze da molti, ho pensato che fosse il caso di approfondire meglio il tema, con qualche dato alla mano per giungere a una conclusione universalmente riconosciuta, un po’ come fa l’aeronautica con la nomenclatura delle tempeste o altri siti meteo che svolgono una comunicazione più seria e affidabile.

Mentre leggevo titoloni tipo “Onde shock in Italia: previsti fino a 7 metri di altezza. È colpa di El Niño?” con affermazioni al loro interno del tipo “El Niño generalmente porta vento da sud, il che influisce fortemente sulla Liguria” mi sono chiesto: “Come si può accostare un’anomalia climatica sul Pacifico centrale ad un fenomeno meteorologico, un vento locale, su un fazzoletto di mare italiano?”. E mi sono chiesto: “Ma io, avrei mai la faccia di salire in cattedra e spiegare a tutti qualcosa che non conosco, che ne so, la politica estera o il bricolage?”.

Ho pensato così di concentrarmi su quello che mi riesce meglio cercando di districare la complessa matassa meteorologica, condivisa da tutti i siti del settore e chiacchierata dalla maggior parte dei surfisti italiani.
Inutile tenere il segreto di Pulcinella, perchè in questo caso tutti, ma proprio tutti, sanno che le foto di questo articolo così come quelle pubblicate dagli altri siti provengono da Varazze.

In questo episodio è stata la consistenza delle onde a sfoltire la lineup, comunque fin troppo affollata da persone armate di incoscienza che hanno rischiato di arrecare danno a se stessi e ai surfisti preparati presenti, capitanati da un Leonardo Fioravanti in splendida forma.

Leonardo Fioravanti su una delle onde di set a Varazze – Foto: Nicola Trevisiol

E in questo caso ci sentiamo di condividere appieno le parole di Roberto D’AmicoUna cosa mi ha sorpreso particolarmente: vedere tante persone lì fuori con poca esperienza, COME FATE? Il mare ancora una volta mi ha insegnato moltissimo, la natura non si può comandare, al massimo ci si entra in sintonia.

Prima di raccontarvi com’è andata la mareggiata dei record è doveroso esprimere tutto il nostro dispiacere per i danni arrecati dall’evento. Certe calamità non si devono egoisticamente sperare, perchè un episodio come questo è stato veramente troppo. Esprimiamo la nostra vicinanza a tutte le persone che hanno subito danni ingenti dal moto ondoso estremo e dal maltempo che nelle ultime settimana si sono accaniti sull’Italia.

Tra la sera di sabato 4 e le prime ore di domenica 5 un secondo impulso di vento di libeccio ha interessato tutto il fetch a disposizione nel mar Mediterraneo occidentale, circa 1000-1200 km di estensione. Modello: ECMWF – Arpa Lombardia

Ciaràn Swell: la mareggiata più grossa ma anche imperfetta

Tutto è iniziato mercoledì 1 novembre 2023 per quel che riguarda la mareggiata più consistente dell’evento in esame. Se invece vogliamo capire da quanto si sta surfando quasi tutti i giorni in Liguria, vi basterà guardare il seguente grafico estratto dalla utilissima Rete Ondametrica Nazionale (RON) utilizzando i dati della Boa di La Spezia, al largo di Porto Venere, rappresentativa per Liguria e per l’alta Toscana.

Andamento del moto ondoso (Altezza significativa dell’onda) nel mar Ligure registrato dalla Boa di La Spezia dal 10 ottobre al 10 novembre 2023. Fonte: www.mareografico.it

Dal 15 ottobre il Mar Ligure si è svegliato dopo un lungo letargo meteorologico: in meno di un mese possiamo contare almeno 14 impulsi di mareggiata tutti superiori al metro, di cui 12 oltre i 2 metri, 7 oltre i 3 m, 4 oltre i 4 m, 3 oltre i 5 m e solamente uno superiore ai 6 metri d’altezza d’onda significativa.
Dietro quest’ultimo impulso troviamo solo quello del 27 ottobre scorso, di cui vi ho già raccontato abbastanza in questo articolo.

Ma ora concentriamoci sulle giornate che vanno dal 1 al 6 novembre, protagoniste di un evento eccezionale per misura dell’onda.

Come siamo arrivati a 6.48 m di altezza significativa dell’onda

L’evento è iniziato nella serata di mercoledì 1 novembre, quando il transito di una prima perturbazione da ovest ha iniziato ad attivare il moto ondoso da libeccio (Sud-Ovest) sul mar Ligure.
Ma è nella giornata del 2 novembre che si è assistita alla massima spinta di tutto l’evento. Mentre la tempesta Ciaràn attraversava l’Inghilterra portando maltempo e venti estremi, un’area di bassa pressione molto estesa e profonda, dietro di essa, è scesa rapidamente dal nord Atlantico verso Spagna e Francia, andando a creare una differenza di pressione (gradiente, in gergo tecnico) molto elevata, che si estende linearmente dallo stretto di Gibilterra sin verso il Golfo Ligure.

Lineup varazzina durante una fase della grossa mareggiata. Foto: Nicola Trevisiol

Da questa differenza di pressione si sono attivati venti molto forti da Sud-Ovest su tutto il fetch disponibile per il Mediterraneo occidentale, che hanno insistito per circa 24 ore con intensità superiori anche ai 60-70 km/h, dando vita ad una base di mare lungo e grosso in risalita dalle isole Baleari verso la Liguria.

A questa base di moto ondoso si è poi aggiunto il cosiddetto “swell secondario”: nella serata del 2 e soprattutto nelle prime ore di venerdì 3 novembre si sono attivati venti molto forti da Ovest/Sud-Ovest su un fetch limitato, ossia il classico “libeccio corto” che parte dalla costa francese all’altezza di Marsiglia e percorre quei circa 300 km fino ad impattare violento lungo il litorale a levante di Genova.

Moto ondoso (Altezza significativa dell’onda) nel mar Ligure registrato dalla Boa di La Spezia tra l’1 e il 7 novembre 2023. Da notare il picco massimo alle ore 6:30 di venerdì 3. Fonte: www.mareografico.it

I due tipi di moto ondoso, sovrapponendosi, hanno amplificato ulteriormente la mareggiata la quale non ha raggiunto valori di periodo estremi per il Mediterraneo, mentre la sua misura ha toccato un picco che non si vedeva da diversi anni.
Il valore massimo di altezza significativa dell’onda è stato registrato alle ore 6:30 di venerdì 3 novembre: 6,48 metri!

Periodo di picco dell’onda (secondi) nel mar Ligure registrato dalla Boa di La Spezia tra l’1 e il 7 novembre 2023. Fonte: www.mareografico.it

Il periodo medio dell’onda è stato piuttosto alto ma non estremo, siamo infatti su valori tra 9,5 e 10 secondi. Il periodo di picco, invece, che vediamo nel grafico qui sopra, ha raggiunto punte intorno a 11.6 secondi durante le due fasi più acute dell’evento.

Trattandosi di una mareggiata lunga di libeccio anche i dati delle boe più ad ovest possono essere rappresentativi. Ho pensato così di navigare per i vari database francesi presenti in rete e sponsorizzati dall’agenzia nazionale Meteo France, per scovare alcune boe ondametriche semi-sconosciute ma molto utili e soprattutto ufficiali, dunque con dati controllati.

L’altezza massima dell’onda registrata dalla boa di Ajaccio, situata al largo della Corsica poco a sud-ovest dell’isola, ha toccato il picco di ben 8.7 metri, quella significativa dell’onda 5.6 metri (contro i 6.48 m toccati da quella ligure di La Spezia).

Qui sopra vengono riportati i dati della Boa di Lione, al largo del golfo del Leone, zona famosa per la sua collocazione dove irrompe il maestrale allo sbocco della Valle del Rodano.
In questo caso sono stati toccati 8.1 m di altezza massima dell’onda, 4.3 metri di altezza significativa e 9 secondi di periodo.

Qui sopra ho raccolto i dati osservati da altre tre boe ufficiali francesi: una è posizionata al largo di Tolone, un’altra a largo di Minorca nelle Isole Baleari e la terza in prossimità della bocche di Bonifacio, tra Sardegna e Corsica.

Dopo il picco di mareggiata di venerdì 3 la giornata ha visto una breve pausa, caratterizzata da fasi di vento a tratti attivo e misura dell’onda in temporaneo calo fino a sabato 4, quando dal pomeriggio il libeccio è tornato a rinforzare al largo interessando via via tutto il fetch disponibile (vedi immagine del vento sopra, a inizio articolo).

Una delle fasi di calma del vento durante la mareggiata – Foto: @_poloverr_/

Durante la notte tra sabato 4 e domenica 5 novembre una seconda intensa perturbazione ha seguito un percorso simile alla precedente, andando a generare una nuova mareggiata di proporzioni simili ma che si è fermata, secondo la boa di La Spezia, a un picco massimo di altezza d’onda significativa di 5.64 metri, raggiunto alle ore 17:30 di domenica.
Lunedì 6 novembre, infine, la mareggiata è proseguita con onde un po’ sporcate da un impulso moderato di “libeccio corto”, fino ad attenuarsi definitivamente martedì 7 novembre.

Il record di una mareggiata eccezionale, ma non perfetta

Da quando è stata ripristinata la Rete Ondametrica Nazionale, nel maggio 2021, non era mai stato registrato un valore così alto per l’altezza significativa dell’onda. Lo si può notare in modo molto chiaro dal grafico qui sotto, che riassume in modo compresso tutti i picchi di swell registrati dal 2021 ad oggi.

Moto ondoso (Altezza significativa dell’onda) registrato dalla Boa di La Spezia da quando è stata ripristinata la rete ondametrica nazionale, nel maggio 2021, ad oggi: non è mai stato raggiunto un valore come quello del 3 novembre 2023. Fonte: www.mareografico.it

Lo stesso discorso vale per il periodo medio dell’onda, mentre per quello di picco ci sono stati altri episodi con numero di secondi simili.
Proprio quest’ultima affermazione ci aiuta a comprendere il perchè si sia trattata di una mareggiata eccezionale per misura, ma non per qualità.

Leonardo Fioravanti in uno dei tubi più grandi mai surfati a Varazze. Foto: @_poloverr_/

Due sono i motivi principali:
1) Il forte vento di libeccio è sempre rimasto abbastanza vicino alla costa, seppur non entrando in modo deciso nella Liguria di Ponente per gran parte dell’evento.
2) La misura raggiunta dalla mareggiata è stata superiore al massimo tollerabile dal reef di Varazze, creando frangenti che spesso hanno rotto troppo al largo e che hanno addossato troppa massa d’acqua vicino al molo e sul “focus” della secca.

Varazze fuori misura per focus del reef. Foto: @_poloverr_/

Cosa è successo alle altre boe italiane? 

Dopo avervi annoiato con tanti dati di Boe solo i più attenti si staranno ancora chiedendo: “Ma i dati delle altre due famose BOE di Capo Mele (ponente ligure) e di Gorgona (mar ligure di Levante al largo di Livorno) come mai non vengono mostrati?”

La risposta potete notarla nelle due immagini che seguono

A sinistra trovate la Boa di Gorgona (LI): è presente un buco con assenza di dati proprio durante la fase più intensa della mareggiata, a significare questo che è stata fortemente compromessa dalle onde. La Boa è stata comunque in grado di registrare circa 6.5 m di altezza media dell’onda, un valore senza dubbio eccezionale.
Discorso simile e peggiore per la Boa di Capo Mele (SV): all’inizio della grossa mareggiata ha subito danni ancor più gravi ed ha smesso di funzionare, rompendosi come era già successo durante la Tempesta Vaia di fine ottobre 2018.

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad altre giornate epiche con onde che per potenza si sono avvicinate molto alla mareggiata dal 3-5 novembre, ma probabilmente senza raggiungerla per quanto riguarda la misura.
La qualità delle onde, tuttavia, è stata riscontrata migliore in altri episodi.
Tanto per citarne alcuni, posso linkarvi la famosa mareggiata del 28 dicembre 2020 (LEGGI QUI), quella del 7 febbraio 2022 in Toscana (VEDI QUI), o anche il più recente swell perfetto a Varazze del 17-18 gennaio 2023 (SCOPRILO QUI).

Nonostante tutto, una mareggiata come l’ultima è stata valorizzata al massimo dalla presenza del talentuoso Leonardo Fioravanti, che ha saputo surfare magistralmente queste onde definite da lui stesso di circa “8 piedi hawaiani”.
Insieme a lui hanno dato spettacolo Edoardo Papa, Roberto D’Amico, Eugenio Barcelloni, Giovanni Evangelisti e l’australiano Simon D. Blondel, affiancati dai surfisti locali che hanno saputo tenere alta la bandiera del surf varazzino.

Leonardo Fioravanti | Foto: @_poloverr_/
Leonardo Fioravanti | Foto: @_poloverr_/
Leonardo Fioravanti | Foto: @_poloverr_/
Foto: Nicola Trevisiol
Foto: Nicola Trevisiol
Foto: Nicola Trevisiol