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In medio stat virtus: ode alla trail bike

di - 11/03/2022

In medio stat virtus - ode alla trail bike - cover

La moderna trail bike è davvero un compromesso sostenibile tra peso, travel, e capacità a 360°?

Un pensiero che mi ronza per la testa da qualche tempo. Una vocina stridente che mi ripete una breve frase: l’enduro sta diventando esclusivo. E con esso il travel e il peso delle bici stanno diventando insostenibili per la maggior parte dei biker. Bici da 160 mm al posteriore che pesano più di 15 chili stanno facendo un favore solo a chi deve lottare contro il cronometro in speciale. In realtà non stanno facendo alcun favore a tutti quelli che desiderano solo divertirsi sui sentieri più ostici.

Esprimere pubblicamente un’idea del genere, in un Paese dove è davvero difficile scindere sport e agonismo, e soprattutto dove l’esibire conta più dell’essere, è davvero pericoloso. Arriva un’immediate e prevedibile serie di commenti. Alcuni sono concordi, la maggior parte no.

In medio stat virtus - ode alla trail bike - action
Foto: Moe Lauchert

Il rischio è di essere colpito e affondato dai cecchini da divano. Ma è un sentire comune, maturato negli anni. Condiviso con molti operatori del settore e riassumibile in “l’enduro di oggi è uno sport esclusivo”.

Esclusivo. Non inclusivo.

Ho deciso di andare oltre a questo pensiero. Basandomi anche sulle sensazioni avute girando con alcune moderne trail bike, più o meno capaci o scattanti, che strizzano l’occhio più al mondo enduro che siede a un lato o a quello cross country che siede dall’altro. Parlo di Ibis Ripley AF SLX, Trek Fuel EX 9.8 GX, e dell’ultima arrivata Nukeproof Reactor 290C RS.

L’ago della bilancia

Domanda: quando hai in mano una full suspended da 130 mm di travel posteriore, con un telaio dall’ottimo compromesso tra solidità e leggerezza, dalle geometrie progressive che non sacrificano (quasi) nulla sull’altare dell’efficacia sui trail, e con specifiche altrettanto equilibrate tra robustezza e leggerezza, cosa vuoi chiedere di più dalla vita?

Certo, una volta trovata la giusta piattaforma, quella che soddisfa maggiormente la propria indole di biker – ad esempio Ibis sul versante efficienza e reattività, Nukeproof e Trek su quello giocosità e confidenza – allora puoi iniziare a ragionare sull’allestimento, scegliendo in modo accurato un gruppo di componenti, con la condizione che abbiano un prezzo ragionevolmente accessibile e un peso finale razionalmente accettabile. Per una bici ancora pienamente degna di essere usata e abusata.

Un compromesso totale e reale tra peso, travel, e capacità a 360°.

In medio stat virtus - ode alla trail bike - 01Peso? Non oltre i 14 kg in configurazione “pronto trail”. Travel? 130 mm dietro e 150 mm per soddisfare i miei gusti personali. Specifiche? Ispirate all’enduro ma senza esagerare.

È un compromesso sostenibile? Continuate a leggere e decidete voi.

14 chili sembrano troppi? C’è sempre spazio per alleggerire, di circa un chilo, agendo in modo intelligente. Questo è il limite che mi sono imposto. Il mio compromesso ragionevole. 14 kg con una forcella con steli da 35/36 mm, ammortizzatore ad aria con piggy back, cerchi in alluminio da 30 mm di sezione interna, pneumatici con sezione intorno a 2,4” e carcassa rinforzata.

Non è molto distante dal setup di serie della Reactor 290C RS che sto provando adesso. All’esordio sui trail di Finale Outdoor Region, ho aperto progressivamente il gas, acquisendo via via sicurezza e mettendo da parte il timore di non farcela o di esplodere ruote e gomme.

I cecchini da divano sono serviti.

KoM? No grazie!

In medio stat virtus - ode alla trail bike - 02Alla fine, quello che serve realmente, è un mezzo capace e divertente, che non vi farà vincere nessun KoM, né in salita né in discesa.

Ma sicuramente vi farà raggiungere la pace dei sensi quando passerete senza soluzione di continuità da flow trail dalla pendenza contenuta ai trail più ostili, ripidi e tempestati di ostacoli naturali.

L’obiettivo, non così difficile da raggiungere, è una bici comoda ed efficace, da pedalare in scioltezza in salita e, prestando attenzione alle linee, molto divertente da guidare in discesa. Non è la bici con cui sputare un polmone pigiando forte sui pedali come su una XC, e neppure una belva da enduro da scatenare in prova speciale cercando di limare ogni fottuto millesimo di secondo, o semplicemente puntare la serie di ostacoli per divorarli sulla falsariga di una belva da park riding.

In medio stat virtus - ode alla trail bike - 03Una cosa è certa, una volta finita la lista della spesa. Quando si tratta di guidare davvero una trail bike, bisogna fare una concessione sul peso.

La differenza tra una bici da 12 e una da 14 kg – mettendo in conto una determinata piattaforma di partenza – è dannatamente evidente, in ogni modo e situazione. Meno se ci spostiamo sul versante alto dello spettro, dai 13 kg in su.

Santa Trinità

In medio stat virtus - ode alla trail bike - 04Quindi? Quindi la ricerca della Santa Trinità – peso, travel, capacità – dipende dal tipo di compromessi che siete disposti ad accettare. Come direbbe il filosofo: Temet Nosce, conosci te stesso.

Dove pedalate, come pedalate, quanto pesate, quanto vi piacere aprire il gas sui flow trail o sulle discese tecniche. Sono tutti fattori molto importanti da considerare quando si affronta un percorso come questo. Pensate bene e a lungo se questi compromessi valgono la pena, prima di affrontare l’ultima questione cruciale: quanto è ampio e profondo il vostro portafoglio.

Foto: Moe Lauchert

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Cristiano Guarco - 4bicycle - portrait 211127

Ciao a tutti, sono Cristiano Guarco, appassionato da una vita di mountain bike ma anche del movimento ciclistico in ogni sua forma. Da circa 20 anni ho fatto della mia passione la mia professione, una grande fortuna raccontare questo mondo, per parole e immagini, che tanto mi ha insegnato e continua a insegnare ma anche ispirare.