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L’intervista di AISAM: quattro chiacchiere con Michele Cicoria

di - 22/07/2020

Isabella Riva ha intervistato per AISAM, Associazione Italiana di Scienze dell’Atmosfera e Meteorologia, il nostro caporedattore nonché meteorologo di professione Michele Cicoria.
L’intervista è uscita nella seconda newsletter dell’anno pubblicata dall’associazione, consultabile gratuitamente nella sua versione integrale cliccando qui.
Quattro chiacchiere con…” è la rubrica inaugurata col nuovo numero della newsletter, che ad ogni uscita propone un’intervista a un collega del variegato mondo delle scienze dell’atmosfera e del clima. L’esordio è toccato a Michele, che ci racconta la sua vita divisa tra meteorologia e surf.

Prima di lasciarvi all’intervista vogliamo presentarvi brevemente l’associazione: AISAM promuove, a beneficio di tutta la società, lo sviluppo in Italia delle Scienze dell’Atmosfera e della Meteorologia in tutti gli ambiti possibili. Scopo dell’associazione è realizzare e offrire opportunità e strumenti per l’incontro, la conoscenza reciproca, la collaborazione nonché la promozione – culturale, scientifica, educativa, tecnologica, professionale e imprenditoriale – di tutti i soggetti interessati alle Scienze dell’Atmosfera e alla Meteorologia, e al loro sviluppo. Per saperne di più visita: www.aisam.eu

Raccontaci chi sei, da dove vieni e come sei arrivato a fare questo mestiere.
Mi chiamo Michele Cicoria e vengo da Foligno. Ho nutrito da sempre una forte passione per la meteorologia; sin da piccolo ero stregato dal richiamo dei fenomeni atmosferici “rari”, in particolare dalle nevicate. Credo che in parte questa passione sia stata trasmessa da mio fratello maggiore. Col passare degli anni il fascino della meteorologia è cresciuto sempre di più: in prima media ho iniziato a tenere un “meteo-diario” nel quale appuntavo giornalmente temperature minime e massime, registrate dal termometro a mercurio posizionato nel giardino di casa, insieme a un riassunto delle condizioni meteo del giorno.
Il diario meteo delle nevicate, che tuttora custodisco gelosamente, è stato compilato fino al 2005, quando mi sono trasferito a Bologna per iniziare il percorso di studi in Fisica dell’Atmosfera e Meteorologia.

Parallelamente alla passione per l’atmosfera si è sviluppata quella per il mare e per le onde, grazie alle vacanze estive sulla riviera marchigiana e alle rare giornate di grecale tra luglio e agosto. La prima tavola da surf l’ho avuta in dono da mia madre a 13 anni. Non poteva sapere che questo gioco sarebbe sfociato in una “bella malattia”, ma così è stato: per la maggiore età ho ricevuto il primo vero surfboard e questo, unito alla patente di guida, mi ha spinto a fare sempre più frequenti spostamenti tra la costa tirrenica e quella adriatica, per inseguire le onde al passaggio di ogni perturbazione.
Se da piccolo ogni nevicata era accompagnata dai rimproveri di mia mamma per l’apertura continua e compulsiva di porte e finestre, dai 18 anni ogni spostamento verso il mare (onde) o la montagna (neve) è divenuto per lei motivo di preoccupazione.
Comunque ho cercato di farmi perdonare portandole a casa una laurea…grazie mamma!

Nel 2009 la passione per il mare mi ha spinto a creare un piccolo blog, per rispondere alle continue richieste di amici surfisti sulle previsioni del frangente sottocosta, nel quale pubblicavo quotidianamente previsioni meteo marine. Il blog si chiamava METEOeSURF e offriva previsioni focalizzate inizialmente sulla costa adriatica, estese poi ai 5 bacini italiani.
Mi divertiva molto scrivere bollettini, ed era un valido allenamento per quello che stavo studiando.

Dopo la laurea, conseguita nel 2010, ho svolto diversi lavori. Il primo in campo meteorologico è stato uno stage presso “Class Editori spa”, un progetto di canale televisivo nello stile dell’americano The Weather Channel, dove ho imparato le basi della comunicazione scientifica. Qui ho avuto la possibilità di lavorare con colleghi eccezionali, come Serena Giacomin, Lorenzo Catania, Michele Salmi e molti altri. È stata un’esperienza
molto formativa.
Intanto i “follower” del mio blog continuavano a crescere, così ho deciso di trasformarlo in un vero e proprio sito, con previsioni meteo-marine per surfisti e notizie dal mondo del surf da onda. Nel 2013 sono stato contattato da 4actionmedia, una casa editrice di Milano che mi ha proposto di diventare caporedattore della rivista cartacea di surf più diffusa in Italia e del loro sito web, e ha acquistato i diritti del mio sito. Avevo realizzato il sogno di unire le mie due più grandi passioni, trasformandole in un lavoro che potevo svolgere da remoto come “digital nomad”.

L’avventura è proseguita per qualche anno. In seguito ho avuto un paio di esperienze come start-upper all’interno dell’incubatore d’impresa TIM #wcap di Bologna, lavorando allo sviluppo di idee correlate alla meteorologia, tra cui 4storm, un’action camera con modulo di rilevamento dati meteo-ambientali, e  TradeWinds, idea d’impresa operante nel settore dei servizi meteo-derivati.
Nel 2017 ho partecipato e vinto un concorso a seguito del quale sono stato assunto come Meteorologo in Arpa Lombardia. Da novembre 2019 sono passato ad Arpa Liguria.

In che cosa consiste il tuo lavoro?
In Arpa Liguria le attività principali del meteorologo ruotano attorno alla vigilanza meteorologica regionale ai fini di protezione civile, e sono divise in turni che prevedono la presenza quotidiana di un previsore e di un co-previsore. Ogni giorno si emette un bollettino specifico di tipo “idro-meteo” con focus su piogge, temporali, vento, neve e, nel caso delle regioni affacciate sulla costa, mare.
Oltre a questo, il meteorologo si occupa dell’emissione del bollettino meteo regionale e di altri bollettini tra cui quelli per il monitoraggio dell’inquinamento, per le infrastrutture critiche, per il disagio da calore, l’agrometeorologico, gli incendi boschivi, le riserve idriche e anche previsioni specifiche per enti diversi, come per esempio l’attuale collaborazione con Areu (il gestore del 118).

Inoltre ci occupiamo del monitoraggio dei dati della rete meteorologica regionale, evadiamo richieste di dati, e di formazione per le scuole o altri enti che lo richiedano. Per ultimo, ma non per importanza, c’è la diretta su Rai3 per il programma Buongiorno Regione.
In Liguria, neanche a dirlo, la parte più importante resta quella inerente le allerte meteo. Ogni Arpa, al di là della Vigilanza meteorologica, ha sue attività specifiche e un suo personale modus operandi: passando dalla Lombardia alla Liguria ho notato molte differenze operative. Qui a Genova, per esempio, si lavora anche disegnando manualmente i fronti ogni giorno, al computer.

Come si svolge una tua giornata tipo?
Arrivando da un’altra realtà territoriale, sono stato sottoposto a un periodo di formazione di sei mesi che, uniti al periodo Covid, mi sta permettendo solo ora di passare all’operatività completa. Posso quindi descriverti una giornata operativa generica, facendo una sorta di unione tra le due esperienze. La mattina la prima cosa da fare è l’analisi dei modelli meteorologici, partendo dalla sinottica del modello europeo fino ad arrivare al gran dettaglio del Moloch a 1.5 km di risoluzione.
Ogni meteorologo si fa la sua idea di evoluzione, che verrà confrontata durante un briefing con il turnista previsore, e verrà emesso il bollettino di vigilanza. Per il turnista la giornata prosegue con l’emissione degli altri bollettini, mentre chi quel giorno non è di turno svolge altre attività, anche di carattere più amministrativo, e lavora sugli obiettivi annuali concordati con il dirigente.

Qualche volta ti capitano situazioni difficili da gestire?
In Liguria le situazioni più difficili da gestire sono senza dubbio le fasi di allerta, mediamente molto più frequenti che in altre regioni. Durante un’allerta si passa al monitoraggio H24 nella sala operativa regionale, seguendo l’evoluzione del fenomeno in corso ed emettendo bollettini con frequenti aggiornamenti. Il monitoraggio costante viene effettuato attraverso vari strumenti tra cui Omirl (http://omirl.regione.liguria.it/).

Qual è la cosa che preferisci del tuo mestiere?
La cosa che preferisco è fare previsioni meteorologiche professionali e affidabili, sapendo che queste aiuteranno a prendere decisioni importanti di protezione civile che si rifletteranno sulla sicurezza del cittadino. Far qualcosa di veramente utile e pubblico, senza urlare previsioni sensazionalistiche a scopo commerciale, ma semplicemente per il bene di tutti… è forse questo l’aspetto più gratificante.

Michele Cicoria in partenza su un’onda ligure. Foto: Danilo Pianese @imhosurfphotography

Raccontaci un aneddoto della tua esperienza lavorativa che ti è rimasto particolarmente impresso.
Posso raccontarne due, uno per la Lombardia e uno per la Liguria. Nel primo caso l’episodio nevoso di inizio marzo 2018, che è stato uno degli eventi più affascinanti durante i miei tre anni di servizio a Milano. Ero di turno per il bollettino di infrastrutture critiche – scenario neve – e con l’attivazione della fase di pre-allarme ho trascorso molte ore serali e notturne in ufficio tra monitoraggio e aggiornamenti. Mi è piaciuto molto lavorare a questa previsione e ho sentito di aver dato il meglio.

In Liguria è stato interessante il turno OVG della notte del 21 dicembre 2019, trascorso in monitoraggio dalle otto di sera del venerdì alle otto di mattina del sabato 22, durante un’allerta gialla idrogelogica/idraulica per temporali e piogge diffuse.
In quell’occasione occorreva monitorare con estrema attenzione le diverse linee temporalesche che hanno interessato, a più riprese, la Liguria. Terminato il turno però, nonostante la notte in bianco, il sonno faceva fatica ad arrivare, poiché una delle mareggiate più consistenti e perfette dell’anno ha raggiunto la costa.
Si è trattato di uno swell da libeccio lungo, formatosi sfruttando tutto il fetch disponibile per il Mediterraneo occidentale. Dopo appena 2 ore di riposo, armato di fotocamera reflex, muta di spessore 4mm e tavola, sono corso alla ricerca della spiaggia migliore per fare surf! È stata una giornata stancante ma spettacolare.

Come si fa a diventare meteorologo di una struttura come la tua?
Per diventare meteorologo in Arpa serve una laurea in fisica, meglio se con indirizzo atmosferico/meteorologico, ma spesso vengono incluse anche quelle in ingegneria ambientale.
All’uscita di un concorso o di un avviso pubblico, si invia la domanda e successivamente si partecipa alle prove selettive, che possono essere scritte, pratiche e orali (concorso) o consistere solo di un colloquio, nel caso degli avvisi pubblici. Superata la prova viene stilata una graduatoria, che ha validità di due anni, secondo le nuove disposizioni di legge, sulla base della quale si viene chiamati.


Intervista a cura di Isabella Riva