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La Granfondo Davide Cassani vissuta da noi

di - 21/03/2018

La Granfondo Davide Cassani di Faena, un pò come dire, “La classica di apertura delle terre romagnole”,  un territorio che la bicicletta la mastica. Questa granfondo dimostra ancora una volta di soffrire solo in minima parte la contrazione fisiologica che attanaglia il mondo delle granfondo. Anche il meteo ballerino di questo inizio 2018, che ha flagellato tutti i campionati e diverse manifestazioni, ha messo alla corda pazienza e perizia degli organizzatori.

Il comitato però, senza scomporsi ha modificato il percorso lungo eliminando l’insidiosa discesa del Monte Chioda (ben tre frane in 10 chilometri…), lasciando ugualmente un’altimetria di tutto rispetto, in relazione al periodo: i km nelle gambe degli amatori “umani”, sono minori rispetto alle ultime stagioni, mediamente 1000.

La Granfondo Davide Cassani, abbiamo sempre apprezzato la storica piazza faentina come location di partenza e arrivo; qui gli accompagnatori possono trovare facilmente svago e poi, diciamocelo, il ciclismo che arriva in pieno centro storico (se non a rischio di paraurti e cofani) è bello! Dopo una settimana di tira e molla il cielo illuminato da un timido sole lascia campo ad uno scenario propriamente padano e il sottoscritto, colto l’attimo, torna ai box a prendere un berrettino che sarà provvidenziale!

In griglia (controllate all’acqua di rose) si trova di tutto, dai “bulldog assatanati” in tenuta estiva, fino  da arrivare ai palombari pronti per l’immersione; tanto ogni sito meteo che guardi ha la sua versione. Il Davide nazionale in gran forma si presta a foto di rito con gli amici invitati, mentre la piazza si riempie sotto una pioggerellina che bagna l’infido porfido. Il via alle 9.30 esatte lancia un gruppo ordinato verso Modigliana in una marcia senza strappi che porta i ciclisti alla prima fatica diventata per tutti il Casale, vera salita “ignorante” che sbrana il plotone, da qui in poi anche per merito della pioggia che insiste, tante gare a seconda delle varie gambe e della perizia sul bagnato. Ovviamente c’è gente assiepata a riconoscere gli amici e a dispensare viveri e incoraggiamenti; oggi non si scherza, la strada aumenta le difficoltà, già alte per le salite che si susseguono, brevi scrosci abbassano il morale dei meno convinti, qualcuno partito troppo leggero vibra a tutto tondo con tanto di ritmo scandito dai denti, ma in pochi girano il manubrio. Le strade tutto sommato sono in discrete condizioni e la cartellonistica spartana ma efficace ci anticipa dove prepararci alle curve. Non si soffre la sete però i ristori ci sono e in cima ad ogni salita chi vuole può approfittarne.

Troviamo qualche incrocio libero in posti trafficati ed è il solo neo di una giornata comunque positiva nel complesso. Passati sotto il traguardo ci aspetta un pasta party “basico” ma in una calda e accogliente mensa mentre fuori il cielo passa dalla pioggia al sole con incredibile velocità. Quasi mille arrivati danno l’idea della sentita partecipazione, gli ultimi hanno veramente sofferto la giornata, con tutto l’orgoglio del caso non hanno mollato. La finalità ultima di mettere in sella con i proventi della gara nobilita chi si spende per organizzare e nel 2017 oltre 60 ragazzi sono stati avvicinati allo sport del ciclismo grazie a questi volontari inossidabili della Sc Ceretolese e della Pol. Zannoni.

L’ultima novità è l’entrata in orbita F.C.I. della GF dopo anni di militanza in ACSI che comunque mantiene la collaborazione e l’inserimento di questa data nel suo Campionato Nazionale. Da ricordare che le classifiche erano valide anche per le Manifestazioni del Romagna Challenge e del INbici top challenge.

Con il prezioso contributo del nostro Enrico Monti

foto credits: fotoravenna.com

granfondodavidecassani.it

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.