Una selezione ragionata delle 10 migliori MTB lanciate nel corso del 2024. Tra nuovi modelli e versioni più recenti di bici entrate nel cuore degli appassionati, passando per le creazioni più esoteriche e di nicchia
Non ci possiamo lamentare come biker. Pur essendo un anno complicato – eufemismo… – per l’industria ciclistica, i lanci di nuovi prodotti non sono mancato. Sebbene, proprio per la difficoltà del settore, il ritmo dei cambiamenti e degli aggiornamenti ha rallentato un po’.
Tra le tante cose, questo significa che la bici acquistata anche 2-3 anni fa rimane attuale, e se comprate una nuova bici quest’anno non sarà così obsoleta nel momento in cui tornerete a casa dopo averla inaugurata sui sentieri.
La lista delle 10 migliori MTB del 2024 è variegata, comprendendo la rivisitazione di una storica Trail Bike, importanti new entry nel settore delle eMTB basate su tecnologie all’ultimo grido in grado – almeno idealmente – si sbaragliare la concorrenza più accreditata, concetti originali di mountain bike elettriche leggere, telai esoterici d’oltremanica, Enduro dalla doppia faccia, un’altra Trail Bike super personalizzabile, una eMTB di un iconico marchio che abbandona – almeno per questa occasione – il suo iconico sistema di sospensione, e per finire una Downhill hi-tech.
Specialized Stumpjumper 15
Una bici che non ha bisogno di presentazioni, che per molti rappresenta l’idea di Trail Bike. Giunta alla quindicesima versione, Specialized Stumpjumper ritorna a un design più tradizionale del telaio, ma con una geometria e una sospensione posteriore ancora più efficaci a 360 gradi.
La prima offre grandi possibilità di personalizzazione per misure e angoli, oltre ad aprire le porte alla configurazione Mullet per le ruote.
La seconda guadagna la curva di compressione regolabile oltre all’ammortizzatore proprietario Genie realizzato in collaborazione con Fox, che adatta il feeling del mezzo alle condizioni del sentiero e allo stile di guida del rider, grazie al particolare design a doppia camera d’aria positiva – tecnologia PSA (Pneumatic Spring Assist) – e a un’idraulica cucita su misura.
La tecnologia Genie promette di rendere la sospensione posteriore ancora più sensibile – 16,3% secondo quanto dichiarato – rispetto alla precedente Stumpjumper Evo, ora non più presente nel listino.
Il travel alla ruota posteriore è di 145 mm, la forcella anteriore ha 150 mm di corsa, sei sono le taglie da S1 a S6 secondo l’approccio S-Sizing di Specialized.
Amflow PL Carbon
La vera sorpresa del 2024 nel settore delle e-bike, e non solo. Parliamo della discesa in campo di DJI, leader mondiale nel mondo dei droni commerciali e professionali, e dei sistemi di stabilizzazione foto/video.
Il pacchetto Avinox Drive System suona come innovativo e originale, capace di sbaragliare la concorrenza. Il motore Avinox M1 che vanta dimensioni compatte, peso contenuto (2,52 kg), e un’innovativa trasmissione interna planetaria. L’elettronica di gestione di ultima generazione lavora a braccetto con una batteria efficiente (600 Wh da 2,87 kg o 800 Wh da 3,74 kg), e per finire prestazioni da urlo: erogazione generosa fino a 1.000 W di potenza di picco e 120 Nm di coppia massima in modalità Boost!
Senza dimenticare i comandi wireless e uno spettacolare display OLED a colori da 2”, integrato sul top tube, la possibilità di controllare anche l’eventuale action cam DJI montata sul casco e la protezione antifurto. Per finire, troviamo anche un caricabatteria compatto e rapido: da 0% a 75% in un’ora e mezza.
Cinque sono le modalità di supporto: Eco, Trail, Turbo, Auto, con potenza di picco di 850 W e 105 Nm di coppia massima, oltre alla già citata Boost.
Il sistema DJI al momento è montato sulla eMTB Amflow PL Carbon, un’interessante bici dedicata al Trail Riding elettrificato con un peso record di 19,2 kg per la categoria Full Power con batteria da 600 Wh. Arriverà ufficialmente a inizio 2025 in Italia, ma si prevedono altri partner nel corso dell’anno.
Il debutto in grande stile c’è stato, ora aspettiamo DJI alla prova dei fatti.
Nicolai Saturn 16 MGU
Saturn 16 MGU di Nicolai integra una serie di tecnologie innovative in un sistema all’avanguardia. Come E-Enduro 29er, combina la capace base del marchio artigianale tedesco, noto agli appassionati di design esoterico applicato all’alluminio, con la drive unit Pinion E1.12 Motor.Gearbox.Unit.
Questo è un sistema di trasmissione unico nel suo genere, che unisce un motore ad alte prestazioni di tipo brushless, esente da usura, e un cambio a 12 velocità azionato elettronicamente che può essere utilizzato sotto carico, con un range di rapporti del 600%, il tutto integrato in un compatto chassis.
Scompare così il cambio posteriore, che oltre al rischio di impattare sugli ostacoli del terreno corre quello di un’usura precoce, essendo messo a dura prova delle elevate forze applicate da un motore.
Il pacchetto è semplicissimo, essendo composto da corona anteriore e singolo pignone posteriore collegati da una cinghia, anche questa più resistente e robusta della tradizionale catena. La trasmissione è collocata all’interno del pacchetto E.1.12 MGU di Pinion, ben protetta da sporco, umidità e possibili danni da urti. Funziona con due gruppi di ingranaggi cilindrici in linea, una collaudata tecnologia di derivazione automobilistica, capace di sopportare carichi davvero elevati.
Il motore ha 85 Nm di coppia, spingendosi sino 160 Nm quando la trasmissione è sul primo rapporto. La potenza di picco è invece di 600 W con un supporto massimo del 400%. Quattro sono i livelli d’assistenza, di cui due adattivi che cambiano il supporto in base allo stile di pedalata del biker. Il controllo è tramite un comando elettronico a cavo, con doppio pulsante. Tra le particolarità, anche la cambiata elettronica automatica Smart.Shift, personalizzabile tramite app.
Due sono le opzioni per la batteria: integrata da 720 Wh o semi- integrata da 960 Wh, entrambe estraibili.
Con un’escursione di 160 mm all’anteriore e al posteriore, Saturn 16 MGU nasce per i terreni tecnici e le discese ad alta velocità, promettendo anche un elevato livello di comfort per i tour più lunghi di stampo ricreativo.
Il raffinato telaio in alluminio, costruito con la proverbiale cura del marchio tedesco – tra saldature eseguite a regola d’arte e spettacolari parti ricavati dal pieno -, vanta un carro posteriore a quadrilatero con giunto Horst è super rigido e affidabile, con una curva d’affondamento sostenuta e leggermente progressiva: ha una risposta sensibile alle piccole asperità, un ottimo sostegno nella fase centrale, e la giusta resistenza agli atterraggi più duri.
Un profilo Anti Squat ottimizzato tiene conto della forza combinata del ciclista e del motore, beneficiando del vettore costante della trasmissione a cinghia che, a differenza di un sistema di deragliatori, non varia a seconda della marcia selezionata sulla cassetta.
La geometria Geolution Tour è meno radicale di quella Geometron di casa Nicolai, rendendo Saturn 16 MGU più versatile, così da non sacrificare agilità e guida giocosa sui sentieri.
Cinque sono le taglie – da S a XXL – che coprono un ampio range di altezze, con un singolo allestimento di alta gamma, personalizzabile nel colore e nella dimensione della batteria.
Orbea Rise
La Orbea Rise è la eMTB che ha contribuito a definire il concetto di Light nel settore della pedalata assistita off-road.
Quattro anni dopo la sua nascita, il marchio ha completamente rivisto il progetto originario, rendendo Rise molto più robusta, capace e potente, senza aggiungere molto peso.
Ora è disponibile una versione LT a corsa lunga con 150 mm di escursione posteriore e 160 mm anteriore, mentre il motore Shimano perde le limitazioni per erogare tutti gli 85 Nm di coppia e 600 W di potenza di picco. In questo modo, le salite tecniche diventano il pane quotidiano, grazie alla coppia elevata disponibile a una bassa cadenza di pedalata, mantenendo una guida dinamica e svelta in discesa grazie al pacchetto dal peso contenuto e dalla geometria attuale.
L’assistenza è comunque personalizzabile, tra la modalità più naturale RS – il concetto Rise originario – e quella più corposa RS+ che sblocca tutte le potenzialità della drive unit.
Il compatto telaio può accettare una batteria interna da 420 Wh o 630 Wh (rispettivamente 1,95 e 2,9 kg, anche range extender da 210 Wh e 1,05 kg), con il peso della versione LT che si attesta intorno a 19 kg per la taglia small. Con la batteria più grande, invece si sta poco oltre i 20 kg, valore impressionante per quella che è di fatto una eMTB Full Power, nella stessa fascia dell’altrettanto innovativa Cannondale Moterra SL.
In alternativa a Rise LT, esiste una versione con escursione più corta (140 mm per anteriore e posteriore), chiamata Rise SL e che dichiara un peso di pesa 16,32 kg con una batteria da 420 Wh (sempre taglia S).
Quatto sono gli allestimenti per Rise SL (tre in carbonio e uno in alluminio), e cinque per Rise LT (quatto in carbonio e uno in alluminio). Quatto sono le taglie, da S a XL.
Atherton S.150
Atherton Bikes, il marchio fondato dai fratelli gallesi che per più di un decennio sono stati protagonisti della scena Gravity mondiale, sta aumentando il suo appeal.
L’ultima nata S.150 non è una normale bici in alluminio, infatti, i telai sono realizzati in lega 7075, con tubazioni e giunzioni in CNC incollate tra loro. Come lascia intuire il nome, ha 150 mm di travel posteriore, e al momento è la più conveniente del catalogo Atherton Bikes.
S.150 utilizza lo stesso design visto per la prima volta sulla S.170 da Enduro/Park Riding (170 mm di corsa), lanciata all’inizio di quest’anno, la prima che ha introdotto il particolare processo di costruzione. Questo approccio contribuisce a ridurre il prezzo rispetto alle biciclette in carbonio con cui Atherton ha iniziato, che possono essere stampate in 3D solo in lotti di 300 pezzi all’anno.
La sospensione posteriore sfrutta lo schema dual link DW4, in parole povere il classico DW-Link di Dave Weagle rivisitato per l’occasione. È una soluzione più economica e semplice rispetto al più complesso e prestante DW6 a tre link delle Atherton con frameset in carbonio incollato a giunzioni in titanio. Lo stesso alla base dell’affascinante Pivot Phoenix da DH che compare in questa lista delle 10 migliori MTB del 2024.
Il brand gallese adotta questa tecnica, “old school” ma rivisitata con materiali e tecnologie moderne, per riuscire a utilizzare la lega 7075 al posto della più comune 6061, in modo da ottenere una maggiore resistenza alla fatica e alla trazione, oltre che più robusta.
Un’altra particolarità è il concetto di dimensionamento delle taglie: sono ben 12, di tipo progressivo, che variano più la lunghezza che l’altezza, con incrementi di 10 mm tra l’una e l’altra, così da cucire davvero la bici su di sé.
Tre sono gli allestimenti, con un range di prezzo relativamente conveniente considerati il processo costruttivo e la qualità complessiva.
– Leggi anche: Bosch eBike Systems, le prime novità 2025 per le e-bike
Santa Cruz Vala
La domanda sorge spontanea al primo sguardo: ma questa Vala è davvero una Santa Cruz. Sì, perché il marchio californiano ha legato per così tanto tempo il suo nome al design VPP per la sospensione posteriore da farlo diventare sua parte integrante.
Per la prima eMTB spinta dal motore Bosch CX Gen 5 ha cambiato idea, una mossa decisamente coraggiosa. Il motivo principale? Secondo Santa Cruz lo schema a quadrilatero con giunto Horst sui foderi bassi e ammo verticale di front al tubo verticale si sposa meglio con le forme della popolare drive unit tedesca.
Il feeling del retrotreno cambia, anche e soprattutto per la “dipendenza” dalla forza della trasmissione del VPP rispetto a un decisamente più neutro quadrilatero, lo stesso vale per la frenata.
In ogni caso, questa Vala, anche se con un’estetica più “banale”, è realizzata con la tradizionale cura nei materiali e nei dettagli del brand statunitense. Senza dimenticare il grande impatto del più recente motore Bosch per e-bike ad alte prestazioni, ancora più reattivo e fluido nell’azione, oltre che più silenzioso. Drive unit accompagnata dalla batteria da 600 Wh, con la possibilità di aggiungere il range extender esterno da 250 Wh.
La geometria è progressiva, per una guida dinamica, con il Flip Chip che agisce anche sulla curva d’affondamento del retrotreno, essendo collocato sul fulcro basso dell’ammo al telaio.
Come da tradizione Santa Cruz, gli allestimenti di Vala – cinque in totale – sfruttano due piattaforme di telaio, “base” C e più pregiato CC (rispettivamente tre e due), sempre con 150 mm di travel posteriore, ruote in configurazione Mullet, e geometria per forcella da 160 mm. Cinque invece sono le taglie – da S a XXL – coprendo un range di altezze davvero ampio.
Pivot Phoenix
Dopo una lunga fase si sviluppo, con gli ultimi prototipi che hanno corso in DH World Cup, arriva finalmente disponibile per tutti la Pivot Phoenix, decisamente una delle armi da gara più affascinanti e originali al mondo.
A prima vista, sembra una full con schema High Pivot, ma osservandola più da vicino si notano un retrotreno DW6 con tre corti link da 210 mm di travel, e con un giro catena più “smart” utilizzandone due diverse. La principale serve la trasmissione mentre la seconda, più corta, collega corona e puleggia alta, concentrica al fulcro principale in realtà collocato in posizione intermedia e non alta, come da tradizione High Pivot.
Questa Phoenix nasce ovviamente per limare ogni millesimo sulle piste più sfidanti al mondo, soprattutto quelle più sconnesse. I tecnici statunitensi hanno lavorato anche sulla geometria, per regalare una dinamicità alla guida naturalmente più stabile e composta della sospensione posteriore Mid-High Pivot. Un aspetto che sarà gradito anche e soprattutto dagli amatori, che non sempre raggiungono velocità elevatissime nelle gare locali o nelle giornate passate in bike park.
Non mancano grandi possibilità di personalizzazione: Flip Chip sul link superiore per modificare la geometria, e un secondo sul supporto dell’ammo al telaio per agire sulla curve di compressione.
Due sono gli allestimenti per Pivot Phoenix, mentre quattro sono le taglie – da S1 a S4 – con approccio progressivo che varia più la lunghezza del telaio che la sua altezza.
– Leggi anche: La sospensione a perno alto diventa mainstream
Cannondale Moterra SL
Cannondale esplora nuovi orizzonti nel mondo eMTB introducendo Moterra SL, la sua mountain bike a pedala assistita più leggera con motore Full Power Shimano EP801 e batteria da 601 Wh.
Lo storico marchio americano segue la strada alternativa già percorsa da altri marchi, quella di usare una drive unit Full Power – 600 W di potenza di picco e 85 Nm di coppia massima – sfruttando una batteria più compatta e leggera – 3,1 kg – integrati in un raffinato telaio in carbonio che contribuisce a ridurre il peso a soli 19,5 chilogrammi.
L’obiettivo dichiarato di Cannondale è quello di offrire reattività e agilità insieme a potenza e autonomia con la nuova Moterra SL.
Creare un telaio leggero con 150 mm di corsa posteriore è stato possibile sfruttando tutta l’esperienza e la conoscenza maturata da Cannondale nella lavorazione del carbonio e la tecnologia Burly FlexPivot – flessione controllata dei foderi del carro – adottata sull’apprezzata serie di biammortizzate Scalpel da Cross Country Race e qui in versione più robusta e dimensionata per la categoria.
La tecnologia Proportional Response di Cannondale fa sì che tutto, dalla cinematica delle sospensioni alle geometrie, inclusa la lunghezza del fodero basso, sia studiato per la specifica taglia di ogni telaio, così da garantire a tutti i ciclisti di ottenere lo stesso livello di feeling e prestazioni. La geometria per ruote Mullet e forcella da 160 mm è aggressiva, con possibilità di variare l’angolo sterzo grazie alle calotte eccentriche della serie sterzo.
La potenza della Moterra SL proviene da una versione personalizzata della drive unit Shimano EP801. Le modalità di supporto personalizzate sono state sviluppate in collaborazione con il marchio giapponese per sfruttare al meglio le capacità della drive unit: Eco, Trail 1 e Trail 2, e Boost.
Tre sono gli allestimenti di Cannondale Moterra SL, disponibile in quattro taglie da S a XL.
Giant Trance X
Basata su un nuovo telaio con cinematica e geometria aggiornate, la più recente Giant Trance X mostra i muscoli per efficienza in pedalata, maneggevolezza, ma soprattutto per l’enorme possibilità di personalizzazione.
La rinomata Trail Bike di casa Giant si rinnova, con un telaio rivisto completamente, che aumenta ulteriormente il fascino di questa bici polivalente. Fibra di carbonio, geometria super regolabile, una sospensione posteriore Maestro rivisitata, e un sistema di trasporto integrato sono i punti salienti di Trance X , proposta in quattro taglie da S a XL, cinque allestimenti per il telaio Advanced in carbonio tra cui l’enduristico SX, e due per quelli in alluminio ALUXX SL.
Collocata in gamma tra la Trance da cui deriva, agile e scattante Trail Bike da 130/120 mm, e la più capace Reign, Enduro pronto gara da 170/160 mm, Trance X si propone come una validissima tuttofare. Si basa sulla rinomata sospensione Maestro da 140 mm, con una geometria che ruota attorno a una forcella da 150 mm e ruote 29er per anteriore e posteriore.
Rimane in ogni caso la possibilità di montare una 27,5” al posteriore agendo opportunamente sul Flip Chip collocato sullo snodo tra fodero alto e link superiore.
Il Flip Chip è a tre posizioni e accompagna la serie sterzo eccentrica. Possiamo quindi agire sull’inclinazione dello sterzo e del piantone sella oltre che sull’altezza del movimento centrale collocando in modo opportuno il primo (rispettivamente +/-0,4° e +/-5 mm), mentre la seconda prevede tre opzioni per il Reach (+5/0/-5 mm).
Il telaio è compatibile con una forcella da 160 mm, per un’impostazione ancora più discesistica magari in combinazione con la sostituzione dell’ammo con un modello di pari interasse ma corsa aumentata dai 52,5 mm di serie ai 55 mm, per arrivare a 145 mm al retrotreno. Giant consiglia di farlo solo in configurazione Mullet, per assicurare lo spazio necessario per il retrotreno nei fine corsa della sospensione.
Tenendo conto di tutte queste opzioni di geometria, dimensioni delle ruote ed escursione, la Trance X offre non meno di 27 configurazioni diverse… spettacolare!
– Leggi anche: [PREVIEW] Giant Trance X Advanced 1, Trail Bike su misura
Lapierre Spicy
Lapierre stravolge la propria arma per le competizioni Enduro, ora Spicy CF vanta un nuovo e super versatile telaio in carbonio, compatibile con sospensione a perno alto o basso e con diametro ruota misto o 29er puro, per fare felice il più alto numero di appassionati.
Nello spirito di innovazione che caratterizza il marchio da oltre 30 anni nella mountain bike, Lapierre voleva una nuova bicicletta da Enduro che fosse un vero e proprio “game changer” e che rivoluzionasse la visione e il mercato dell’Enduro.
La nuova Spicy può essere riassunta così: 1 telaio; 2 modalità d’uso: gare Enduro – Bike Park; 2 tipi di cinematica: High Pivot o Low Pivot; 4 configurazioni: HP o LP, 29’’ o Mullet.
Per la cinematica, l’idea era di offrire la possibilità di una doppia posizione del leveraggio dell’ammortizzatore (High Pivot o Low Pivot) con un solo telaio. È stata completamente rielaborata la posizione dell’ammortizzatore e del link principale, così come il punto di rotazione del leveraggio, con l’obiettivo di mantenere la stessa curva progressiva indipendentemente dalla configurazione HP o LP, e di adattarsi a qualsiasi tipo di ammortizzatore ad aria o a molla.
Queste le differenze principali tra le configurazioni High e Low Pivot: 2 bielle di collegamento in lega, specifiche per HP o LP; 1 puleggia specifica Lapierre a 15 denti in posizione High Pivot per ridurre l’effetto Pedali Kickback; 2 diversi Flip Chip a 3 posizioni; 2 corse posteriori: 174 mm (Mullet HP/LP) o 170 mm (29’’ HP/LP).
Nel dettaglio, il flip chip non regola l’altezza del movimento centrale, ma aiuta a mantenere la corretta geometria del telaio in base alla posizione HP o LP dell’ammortizzatore e del carro posteriore.
Cinque sono le taglie della nuova e super personalizzabile Lapierre Spicy CF – da XS a XL – venduta nei quattro allestimenti di serie in configurazione High Pivot e con ruote Mullet (il kit Low Pivot è in dotazione).
Menzioni d’onore
Iniziamo con la prima delle escluse, Specialized Epic 8, che abbiamo provato nella lussuriosa versione S-Works equipaggiata con il meglio del mercato, a partire dalle innovative sospensioni elettroniche intelligenti RockShox Flight Attendant.
Epic 8 guadagna il numero che sta per l’ottava versione della rinomata piattaforma da Cross Country agonistica di casa Specialized. È un cambiamento importante nella struttura della bicicletta, quando ci sono stati invece piccoli affinamenti nelle altre versioni che hanno preceduto quest’ultima. Il marchio californiano ha abbandonato il sistema a valvola inerziale Brain, che l’aveva caratterizzata per tantissimi anni, e accoglie invece la tecnologia Flight Attendant di RockShox, che qui debutta nell’inedita versione XC.
I pilastri portanti su cui si poggia l’intera famiglia Epic 8 sono capacità, efficienza, e leggerezza. In primo luogo, la bici ha ora 120 mm di travel super performante, all’anteriore e al posteriore. A seguire, un sistema di sospensioni più efficiente in pedalata mai provato prima. Per finire, è 76 g più leggera della precedente S-Works Epic (aspetto fondamentale nella sua categoria).
Per rinfrescarvi la memoria, qui trovate il test sul campo, qui invece la presentazione della nuova piattaforma Epic 8.
Proseguiamo con uno dei più interessanti concetti di eMTB Light, quella Whyte Elyte che passa dal motore Bosch SX al fratello maggiore full power CX di quinta generazione, sfruttando gli stessi attacchi al telaio e un ingombro assimilabile. Rimane la batteria da 400 Wh, in posizione ribassata sul telaio in carbonio, per una bici – che passa al nome di Elyte Evo – davvero scattante, agile e giocosa sui sentieri, sfruttando una geometria progressiva per ruote in configurazione Mullet e forcella da 150 mm, quando il travel posteriore è contenuto in 142 mm.
Olympia Nitro Competizione è invece la versione più scattante e agile della eTrail Bike Nitro di casa Olympia. Il telaio in carbonio rimane lo stesso, sfruttando un ammortizzatore con corsa più corta a parità d’interasse, il Flip Chip nella posizione dedicata, una forcella da 150 mm, e specifiche adeguate a un utilizzo ancora più polivalente. Il motore è il capace e brillante Polini E-P3+ MX con una super batteria da 820 Wh realizzata in casa Olympia. Davvero un bel pacchetto, che abbiamo ora in prova… state sintonizzati per il test, qui trovate la nostra preview!
Proseguiamo con un gran mezzo da Freeride, la quinta generazione di Spindrift di casa Propain. Il marchio tedesco, che opera online e che da poco è sbarcato ufficialmente anche sul mercato italiano, ha lavorato sodo per rinnovare il proprio best seller. Spindrift 5 è declinata in tre versioni, è in grado di soddisfare tutte le esigenze degli appassionati di mountain bike Gravity e Freeride. Può avere telaio CF in carbonio o AL in lega leggera. I frameset condividono lo stesso nome, ma sono stati sviluppati in direzioni leggermente diverse. Con 180 mm di sospensione PRO10, la Spindrift 5 CF in carbonio è stata progettata per pedalare in salita in modo efficiente e per farvi scendere dalla montagna a ritmo gara. Anche la Spindrift 5 AL è stata progettata con 180 mm di sospensione PRO10, ma è possibile scegliere tra una forcella mono piastra da 180 mm o una doppia piastra da 200 mm.
Santa Cruz ha rinnovato anche la gamma “acustica” oltre a quella elettrica. Arrivano le ultime versioni di Bronson e Hightower, aggressive Trail Bike che sfruttano rispettivamente ruote Mullet e 29er. Tra le due abbiamo scelto la prima che, alla quarta generazione, guadagna un’anima ancora più eclettica, mantenendo la proverbiale maneggevolezza aggiungendo un tocco di stabilità. Anche in questo caso la geometria è moderna, per ruote Mullet e forcella anteriore da 160 mm, mentre il carro VPP di ultima generazione regala 150 mm di corsa super controllata al posteriore. Due sono le piattaforme per il telaio in carbonio, C d’ingresso sul mercato e CC di alta gamma, con allestimenti dedicati, e un range di prezzo ampio.
Sogno a occhi aperti
Chiudiamo con la menzione speciale della nostra lista delle migliori 10 MTB del 2024. Proposta con il nome in codice di PipeDream, questa Trek Top Fuel è un semplice esercizio di stile di un designer del marchio statunitense, che vanta un telaio essenziale con triangolo anteriore in acciaio, passaggio cavi esterno, e una verniciatura straordinaria.
Sebbene non si tratti di nulla di incredibilmente speciale – ad esempio marchi come Starling Cycles, Chromag, REEB, e Cotic producono da anni fantastiche biciclette biammortizzate in acciaio – la sorpresa è vedere un attore così importante come Trek Bicycles che annuncia una bici con questo design. C’è un crescente rispetto per l’acciaio come materiale e vedere questo prototipo sui social dimostra che i grandi marchi stanno prestando attenzione anche all’approccio più storico e tradizionalista del movimento off-road a pedali.
La verniciatura della PipeDream è stata ispirata dalle biciclette in acciaio di Trek degli anni ’80 e ’90. Serve a ricordare che l’acciaio è un elemento fondamentale per l’industria ciclistica, oltre al fatto che è perfetto per il riding odierno, quello più “connesso” con i tracciati.
Non ci resta che augurarvi Buona Fine 2024 e un Gioioso Inizio del Nuovo Anno all’insegna del riding!