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Le gare e una stagione infinita mai iniziata

di - 21/10/2020

Le gare e una stagione infinita mai iniziata

Non c’é pace per il ciclismo amatoriale praticato, per le gare di ciclismo e per l’agonismo. Le ultime granfondo in calendario, quella di Diamo Marina e quella di Pietra Ligure, con organizzazione Loabikers, sono state annullate. La causa non è l’ultimo DPCM, ma la mancanza di permessi locali. Sarà ufficializzata tra poco, la variazione della tappa al Giro d’Italia, quella del Colle dell’Agnello, perché la Repubblica Francese ha ritirato i permessi di passaggio della corsa rosa. Guardiamo avanti.

Le gare e una stagione infinita mai iniziata
Un’immagine della gara tricolore che si è svolta a Senigallia, in occasione del campionato dei giornalisti ciclisti. Turismo, cultura, sport e competizione, agonismo e passione, non tutti capiscono che il ciclismo non è solo “la giornata” della gara.

Per fortuna c’é il ciclocross

Se la stagione agonistica delle gare su strada volge definitivamente al termine, solo qualche gara su strada trova conferma (ad oggi), dal punto di vista agonistico, gli eventi amatoriali cx sono tanti e calendarizzati (ad oggi e speriamo che restino confermati). Un’ulteriore crescita per la categoria del ciclocross? Lo speriamo davvero.

Un’immagine di repertorio, scattata durante la rassegna continentale di Silvelle, Novembre 2019.

Una stagione strana a prescindere

Quell’agonismo amatoriale che di solito freme e scorre a fiumi, le gare, quest’anno sembrano non avere trovato sfogo. Al contrario ci stiamo imbattendo in una stagione ciclistica che sembra non avere fine, interminabile, pazzesca e tutto sommato divertente. Siamo partiti con “cisterne” di sudore gettato sui tappetini dei rulli, durante il lock down. Ore ed ore a mulinare, gigabite consumati su app e terminali per i social cycling. Distanze fatte e km percorsi degni di un giro d’Italia, appena le restrizioni hanno trovato un termine, a Maggio. Gente e ciclisti che tornavano a casa, abitualmente, al primo cavalcavia, si sono cimentati in cavalcate dall’alba al tramonto. Di seguito uno dei nostri approfondimenti sul ciclismo amatoriale, nell’immediato periodo post lock down di primavera.

Ciclismo amatoriale una categoria a rischio

Oltre il limite conosciuto e la propria dimensione

Il ciclista amatore più duro e crudo, quello più incallito, quello da qualche GF saltuaria, da una manciata di MF e da 50 gare a circuito annuali, ha scoperto che vivere e sopravvivere anche lontano dalle gare. Tutto è possibile e ancora una volta scopriamo che il ciclismo non ha colonne d’Ercole.

Chissà se impareremo qualcosa da tutto questo e faremo nostra questa esperienza, o quelle esperienze che abbiamo vissuto in questo anno (comunque, speriamo di lasciarcelo alle spalle). Di certo ci sarà una buona fetta di amatori che ha sfondato la barriera dei 25/30000 km.

https://www.4actionsport.it/ciclismo-amatoriale-una-categoria-a-rischio/
E senza le gare, in molti non si fermeranno, proseguendo una stagione, per arrivare a quella successiva, con la speranza di gareggiare al più presto.

Guardare avanti

E’ necessario, fondamentale e lo è per il bene del ciclismo. Le gare e le competizioni amatoriali non sono il fulcro della nostra esistenza, per fortuna. Ma è anche vero che, solo oggi e solo in pochi si rendono conto, di quello che è in grado di muovere il mondo amatoriale.

Guardare avanti

a cura della redazione tecnica, foto Sara Carena.

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.