Il viaggio alla ricerca di soluzioni ecologiche per la produzione di tavole da surf mi ha portato ad avvicinarmi al legno di balsa, utilizzato per anni da molti shaper e poi accantonato con la comparsa dei moderni “pani”. Da qualche anno alcuni shaper, mossi dalla mia stessa voglia di rendere l’industria del surf più ecologica, hanno rispolverato questo legno facendolo tornare in voga.
Cosa rende il legno di balsa così adatto allo shaping? Il mercato legato a questo legno è sostenibile? Può essere prodotto ovunque? Queste ed altre sono le domande alle quali risponderemo in questo articolo.
Verso l’inizio del ventesimo secolo il legno di balsa ha fatto la sua prima comparsa nel mondo del surf e veniva utilizzato in combinazione con legni più pesanti per alleggerire le tavole, ma non fu prima della scoperta della fibra di vetro che questo legno divenne soggetto di una vera e propria rivoluzione. Questo materiale è infatti estremamente leggero e molto facile da lavorare e, in combinazione con la fibra di vetro e la tecnologia “hollow”, permise per anni di creare tavole estremamente galleggianti e dal peso ridotto. Dato il prezzo contenuto e la maggior facilità di lavorazione e reperibilità dei moderni “pani”, con il loro avvento il legno è stato messo da parte e l’industria del surf è passata dall’essere totalmente, o quasi, ecologica all’utilizzare alcuni dei materiali più tossici ed inquinanti esistenti al mondo.
Gli alberi di balsa possono crescere in vari ambienti, ma per ottenere legno di qualità è necessaria una crescita molto rapida ottenibile prevalentemente in climi tropicali. Dopo solo tre o quattro anni gli alberi vengono tagliati, lasciando spazio a nuovi alberi per crescere e dando modo alle piantagioni di rigenerarsi in breve tempo. Inoltre ogni volta che un albero viene abbattuto ed urta il suolo, i suoi frutti rilasciano moltissimi semi ed in media 10 di questi germogliano dando vita a nuovi alberi. Se coltivato ed importato in maniera responsabile, questo materiale sembrerebbe avere un processo produttivo estremamente ecologico, soprattutto se paragonato a quello dei “pani” che utilizziamo oggi. Pensate solo che ogni albero che piantiamo su questa terra immagazzina naturalmente anidride carbonica rilasciando ossigeno, mentre ogni “pane” che produciamo utilizza petrolio e sostanze chimiche e produce anidride carbonica, oltre ad essere dannoso per chi ci lavora e per la maggior parte non riciclabile . Considerate che una delle più grandi aziende produttrici di “pani” per tavole nella storia del surf, Clark Foam, è stata chiusa dal governo americano a causa delle sostanze inquinanti che utilizzava e produceva.
Una volta lasciato essiccare, il legno è pronto per poter essere lavorato e data la sua morbidezza è estremamente facile da tagliare e shapeare con i classici attrezzi da shaper. Dopo aver shapeato il legno, la tavola va resinata per impermeabilizzarla e renderla resistente abbastanza e questo potrebbe essere visto come un punto a sfavore per questo materiale, dati gli inquinanti presenti nelle resine e nelle fibre utilizzate. In realtà però, grazie alla maggior resistenza meccanica offerta dal legno rispetto al classico “pane”, la resina e la fibra utilizzate sono molto inferiori. Inoltre, durante il processo di shaping del legno, tutti i materiali di scarto ottenuti possono essere riutilizzati come concime per il proprio giardino mentre con una tavola normale si generano scarti inquinanti e non biodegradabili.
Insomma, il legno di balsa potrebbe essere un passo avanti (o indietro) verso un industria del surf più verde. Nel prossimo articolo scopriremo il legno di Paulownia, che sembra avere dei vantaggi in più rispetto alla balsa e permettere di fabbricare tavole quasi al 100% ecologiche, proprio come il nostri Oceani desidererebbero! Dopotutto, come dice Rob Machado “L’unica cosa che ci separa dall’acqua è la nostra tavola e non c’è ragione per cui questa non debba essere fabbricata con materiali sostenibili”.
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